La valutazione ricevuta al concorso:
Lessico:7/10
In generale il lessico è buono. Ci sono due parole scritte male (“benvolentieri” e “daccordo”, che sarebbero in realtà “ben volentieri” e “d’accordo”, ossia quattro parole), e un paio di volte hai usato la virgola dove sarebbe stato il due punti, niente di grave.
Però c’è un errore significativo, che mi spiace doverti criticare ma diventa fastidioso nel corso della lettura. In questa storia sono del tutto ignorati gli accenti acuti. Scrivi sempre “è” e mai “é”, come andrebbe fatto in parole quali né, sé, poiché, finché. Rivedi la storia e facci attenzione, perché può essere davvero fastidioso.
Stile: 9/10
Amo come hai scritto questa storia. Ho costantemente l’idea della gravità e della solennità della situazione, e mi ritrovo pienamente preso dalla storia. Solo due periodi (più facile parlare dei difetti che dei pregi, vero?) trovo avresti potuto farli meglio.
“non avrebbe ceduto finchè i suoi doveri erano incompiuti”: a parte il già citato errore grammaticale, la frase non è propriamente sbagliata, ma suona male. Poteva essere meglio “fin quando i suoi doveri fossero rimasti incompiuti” o “non prima di aver adempiuto ai suoi doveri”, o qualcosa di simile.
“Cavoli, barbabietole, cipolle e patate erano raccolti ovunque”: non riesco a pensare a del cibo raccolto. Avrei messo che accompagnavano ogni piatto, o che la tavola abbondava di questi, ma raccolti…
Per il resto, lo trovo eccellente. La scena del banchetto mi ha messo fame (e siccome l’ho letta poco prima di pranzo, dovrei maledirti per questo) e dato perfettamente l’idea di opulenza sfoggiata. Anche il discorso seguente dei quattro re rendeva alla perfezione l’idea di regalità.
Originalità: 15/16
Come rendere la politica? Facendo parlare i nobili.
Scelta facile? Un po’ come risalire un pendio scalando la parete: ci vuole poco a pensarci, ma poi tocca metterla in atto. Impresa riuscita.
Il motivo per cui ho apprezzato tanto la storia è questo: semplicemente, è un mondo.
L’effetto è simile a quando leggo Rothfuss (spero tu lo conosca, altrimenti te lo consiglio vivamente): non spiega tutto, molte informazioni le devi ricavare tu leggendo, altre semplicemente non le capisci, ma si capisce che è pensato.
Non serve nessuna mappa, non è importante capire dove si trovi Rittenim o i confini dei regni o la geografia precisa, il discorso dei quattro sovrani è ugualmente coinvolgente.
Per quel poco che ne conosco, sento degli echi de “Il Trono di Spade”, ma piacevoli richiami d’ispirazione, non scopiazzature. Ricordiamo che la letteratura latina era basata sull’ispirazione, e su questa sono nati Virgilio, Catullo e Orazio.
Trama: 14/16
Diciamo che è semplicemente riuscita a farmi ignorare l’assenza di riferimenti evidenti a maghi e magia (suppongo la Torre abbia qualcosa a che fare, ma comunque è indifferente). Semplice base, ben sviluppata. Ha il suo senso. Ho particolarmente apprezzato l’inizio e la fine con il nostro messere in azione.
Caratterizzazione: 5/6
Be’, ci sei riuscita. Hai delineato dei buoni tratti per dei personaggi dalle loro parole e dal loro ruolo. Certo, forse avresti potuto concederti qualche descrizione in più per lasciarne trasparire altro, oppure spiegare un po’ meglio durante la loro presentazione, ma comunque va bene così. Sono quattro personaggi effettivamente diversi che si vedono agire, non persone che potrebbero scambiarsi agevolmente i ruoli.
Gradimento personale:6/6
Posso solo dire che ho adorato questa storia. Una riunione strategica in corso di guerra, azioni sensate, politica effettivamente in atto. Forze al potere ciniche e autocrati, la sensazione di tensione che si avverte di continuo non sapendo dove penderà l’ago della bilancia (e poi, cos’è l’Impero? Per chi bisognerebbe effettivamente sperare? Non si sa e non importa, quel che importa è la tensione). Posso dire che è stato un vero piacere leggere una storia come questa.
Totale: 5,24
Una storia che ho semplicemente e sinceramente amato. Visto che è parte di un universo con opere pubblicate, al termine del concorso sarò felice di leggere le altre storie. |