Ciao! Io sono Nadynana, piacere.
*porge la mano*
Puoi chiamarmi Nady o Nana, sono i miei due sopranomi. :)
Bando alle ciance...
Parliamo della storia. Come puoi notare la mia bandierina è verde. Ovviamente sono positiva. Anche se positiva è dire poco.
Mi è piaciuta molto la storia.
Quanto è carino Otani che fa il ragazzo dolce!
Kanzaki... Dio solo sa quanto odio quella ragazza, quella brutta nanetta!
Lasciamo stare sennò questa storia finisce con un omicidio a qualcuno... ^^"
Koizumi è sempre la solita gelosona. Io l'adaro in particolar modo quando fa così. Ahahahah
Otani e Risa sono così carini. Pensa, ho anche pianto quando Risa non riusciva a far capire ad Otani che il ragazzo che amava era lui... No, non sono pazza! Solo che io quei due li adoro troppo. Non ci posso fare nulla.
Hai scritto bene, certo ci sono dei piccolissimi errori... Ma piccoli eh! Neanche si notano.
E allora perché li ha notati? Mi dispiace per te ma io ho la vista di un'aquila! ;)
Ora ti elenco le mie parti preferite, come mi è solito fare.
1-"“Ehi Nobu,” la richiamò Otani.
Nobu e Nakao stavano per uscire dalla classe; ormai erano gli unici ad essere rimasti, tutti gli altri se n’erano già andati via, compresi Chiharu e Suzuki.
“Sai che fine ha fatto Koizumi?” Domandò, grattandosi il capo, in imbarazzo.
In un primo momento Nobu lo guardò in silenzio, poi si sporse verso di lui e lo afferrò per il bavero della maglietta.
“Ma come??! E’ la tua ragazza e tu non sai perché è stata assente per tre giorni?! Otani sei un caso disperato!” Urlò, gli occhi che lampeggiavano e i capelli che serpeggiavano in aria.
Sotto al suo sguardo assassino, Otani si fece piccolo, piccolo.
“Ma, cosa c’entro io adesso?” Pigolò.
“Tu c’entri sempre Otani! Sempre!”
“Ma-” tentò di protestare, ma fu interrotto da Nakao.
“Otani, non maltrattare la mia piccola e dolce Nobu.”
“Qui se c’è qualcuno che viene maltrattato quello sono io!”
Nobu si ricompose, lasciando la maglietta di Otani e ritornando al fianco di Nakao.
“Comunque, Risa si è buscata l’influenza e adesso è a letto con la febbre,” disse.
“Oh, ehm, credo che salterò l’allenamento per oggi.”
“Vuoi andare a trovarla?” Domandò Nakao, guardandolo.
Otani alzò lo sguardo.
“Ma certo che no! Ha solo l’influenza. E’ che mia sorella mi ha chiesto di fare delle commissioni, e quindi….”
E quindi, esattamente dieci minuti dopo, Otani si trovava davanti a casa di Koizumi, indeciso se suonare o no il campanello.
Dopo aver esitato per parecchi minuti, finalmente si decise a suonare."
2-"Aveva parlato a una velocità tale che Otani aveva capito la metà di quello che gli aveva detto, ma rimase comunque sorpreso da quella sua reazione.
Non capitava spesso che Risa fosse gelosa di lui anche se, doveva ammetterlo, un lieve timore nei confronti di Kanzaki l’aveva sempre provato, anche prima che si mettessero insieme.
Sospirò, passandosi una mano tra i capelli e avvicinandosi al letto della ragazza.
Dopo aver esitato per qualche secondo, alzò un lembo della coperta e s’infilò nel letto, sistemandosi accanto a lei.
“Guarda un po’ cosa mi fai fare,” borbottò, sistemando il piumone fin sopra la propria testa.
Risa si voltò verso di lui, imbronciata.
“Nessuno ti ha chiesto di intrufolarti qua sotto.”
“Sì, invece,” ribatté il ragazzo. “Me l’ha chiesto il mio spirito di sopravvivenza.”
Koizumi lo guardò, inarcando le sopracciglia.
“Già è difficile scappare dalle tue grinfie quando sei normale, figurati quando sei arrabbiata che tragedia deve essere, e, be’, sono troppo giovane e simpatico per morire.”
“Soprattutto sei modesto, nano.”
Otani s’imbronciò, ma non si dette per vinto.
“Allora, cos’è questa storia che sei gelosa di Kanzaki?”
Risa arrossì, sistemando un lembo di coperta tra i loro visi, in modo da poter nascondere il rossore delle proprie guance.
“Non sono gelosa di lei, io….” sospirò, abbassando lo sguardo. “Insomma, sarebbe normale se tu preferissi una come lei a una come me. Io sono un altissimo tormento asfissiante e-”
“Ti ho mai raccontato che lo scorso Natale, Kanzaki mi ha chiesto di uscire con lei?”
Koizumi sbatté le palpebre, scuotendo il capo.
“Pe-perché non hai accettato?”
Otani arrossì, strofinando la guancia contro il cuscino.
“Be’ ecco, io…” guardò gli occhi assonati di Risa e gli sorrise il cuore. “Suppongo che sia stata colpa tua. Avevi così voglia di rubarmi il cuore che l’hai fatto prima di rendertene conto.”
Le guance di Risa si colorarono di rosso e lei iniziò a ridacchiare sommessamente.
“E smettila di ridere!” Borbottò Otani.
“Scusa.”
Con un sorriso si avvicinò a lui. “Ti voglio bene, Otani.”
Il ragazzo non disse nulla, si limitò a sporgersi un po’, quanto bastava per baciarla sulla bocca.
Solo dopo averle avvolto la vita con le braccia e aver approfondito il bacio, ricordò che Risa aveva l’influenza e che, se avessero continuato su quella linea, si sarebbe buscato la febbre anche lui.
“Ti voglio bene anch’io,” sussurrò il ragazzo. Fu un impercettibile strofinare di parole sulla sua bocca, ma Risa capì comunque.
E Otani continuò a baciarla nonostante la febbre e nonostante il pericolo che sua madre o, ancor peggio, suo padre o suo fratello, facessero irruzione nella stanza, convocando poi una riunione di famiglia per scegliere il metodo migliore per torturarlo.
La baciò ancora e ancora e ancora e s’accorse che, proprio come aveva detto a lei, nonostante la sua sbadataggine ed il suo essere insopportabile, il cuore gliel’aveva rubato già molto tempo prima. "
Emmh... Si, lo so che ti ho scocciato. Ora vado.
Ciao, ciao.
-Nadynana |