Ed eccomi finalmente giunta per recensire anche questo episodio della saga, giustamente letto due volte per assorbirlo al meglio!
Credo di dovermi associare a ciò che è stato detto prima di me, ovvero che questo è uno dei migliori che ti sia uscito. Ti confesso che, fino ad ora, il mio preferito in assoluto -per quanto angst da morire- è il primo, il capostipite, il sommo “Buret” (e perdonami se l'ho già scritto precedentemente, me non ricorda, lol). Non so, è come se in quella storia tu avessi messo tutto e... *cuoricino spezzato* Non voglio saperne più niente, ecco, basta! *isteria?*
Ma veniamo a noi!
Prima di tutto devo dirti in generale che, a differenza del capitolo precedente, dove ti ho scritto che secondo me avevi usato molte frasi per ribadire concetti già esposti, in questo sei stata perfetta.
È molto scorrevole, è tutto essenziale, ben piazzato e la trama scivola come l'episodio di un anime. Ecco, qui mi sembra di averti ritrovata, sei riuscita ad esprimere bene ciò che prova ognuno di loro senza dannarti ad analizzarli per venti paragrafi. Sono successe cose, ci sono stati confronti, emozioni, dialoghi brevi e introspezione, il tutto ben mixato e dosato, e per questo mi è piaciuta. <3
Ci sono delle immagini molto belle, davvero semplici, ma che colpiscono al cuore, perché come al solito sei portata per le cose fluffose e cosa c'è di più fluff di uno svedese che scoppia in lacrime, corre a farsi consolare tra le braccia di un norvegese avvolto in una veste bianca, che non solo lo difende... ma poi si mette col nasino all'insù a domandarsi perché le fatine non le vedano tutti?!
Questi spaccati di vita passata erano davvero adorabili, sappi che mi sono sciolta moltissimo, sia per i due fratelli che giocano, per il rapporto che hanno (uno ascolta, l'altro parla, entrambi si sentono accettati ed apprezzati), che per le guanciotte rosse e paffute di Svezia, ma Dio. <3
I flashback, abilmente inseriti, ci mostrano come la situazione sia cambiata orrendamente, come i rapporti tra loro siano ormai inevitabilmente rovinati e compromessi. Sia tra i fratelli (e qui apro una parentesi per citare questa frase perfetta: “Divertente come, in un tempo lontano un’eternità, non fosse neanche passata per le loro teste l’idea che un giorno non sarebbero più stati dalla stessa parte, ma uno contro l’altro.”, perché no, non solo non è divertente, anzi, ci fa malissimo, ma nessuno di noi può smentirla, diamine!) che tra loro due e Norvegia.
Eppure qualcosa ancora c'è, perché, se così non fosse, come mai entrambi si sarebbero ritrovati in quella radura che costituisce il loro angolino speciale lontano dal mondo? Ecco. So che nelle note hai scritto di navigare pure nell'angst, perché tanto qui di felicità non se ne trova, eppure io continuo a ripetermi che loro due si vogliono bene, ma ormai è troppo difficile abbassare le difese, dimenticare tutto il dolore subito e fatto, perdonare, abbracciarsi come una volta.
Credo che se ci fosse solo odio, nei loro cuori, potrei anche "accettarlo", pur restandoci male confrontandoli da bambini, tanto dolci e belli l'uno con l'altro. Ma loro sono fratelli ed io sento che l'affetto è solo sepolto da altre questioni e quindi mi struggo.
Ma come si fa a restare impassibili davanti a quelli che prima giocavano e si allenavano e ridevano e ora cercano di ammazzarsi?! *ansima*
Idem per Norvegia. Dovrebbe voler così male a Danimarca da impedirgli anche di guardarlo negli occhi, eppure cosa fa? Lo cerca quando non lo vede tornare, si preoccupa, arriva a scagliare una freccia nella spalla di Svezia pur di proteggerlo; e si sente in colpa, dopo, per aver ferito quell'uomo, quello al quale non riesce a dire che un tempo si fidava di lui, che non comprende come abbia potuto fargli del male.
Ecco, ci sono così tante cose non dette che vorresti prenderli, cacciarli a forza davanti ad un fuocherello e costringerli ad essere sinceri, buttare fuori tutto quello che nascondono, arrivare ad un seppur minimo chiarimento.
“Non sopportava di vederli così vicini e sentirli così distanti”
Anche questa è una frase che devo citarti, perché è la realtà, sono così, sono uno davanti all'altro, si ringhiano addosso come belve sfuggite da una gabbia e Nor è l'essere umano senziente, quello che li divide, che, paradossalmente, “sanguina” al posto loro che si sono scontrati, perché ci sta da cani.
Parlando un attimo di Nor, ho colto il forte e ormai inspiegabile amore che lo lega al danese, ma c'era anche quella piccola nota di SuNor che non ho potuto ignorare. Quando lui si pone la domanda su chi dei due ami (ovvero qui: “ma amare e odiare una persona (era Mathias o era Berwald?)”), mi sono dolorosamente esaltata immaginandolo diviso tra i due uomini e chiedo perdono alla serietà della tua storia, ma ogni tanto mi parte il neurone da fangirl. Ma tu lo sai.
Detto ciò, aspetto con molta ansia il Trattato di Kiel, perché questo tuo Svezia mi ha incuriosito tanto e mi piacerebbe da morire leggere ancora di lui e dei suoi tormenti, vederlo interagire con Nor, scoprire fino a che punto possono riavvicinarsi, trovare anche un briciolo di felicità (serenità sarebbe già qualcosa, mi illudo?) insieme. Non insieme insieme, cioè, non romanticamente, ma proprio uno accanto all'altro, non so se mi spiego. <3
Menzione d'onore per il finale, dove Nor finalmente (ps. ma quanto è figo con l'arco? Scusa, non c'entrava, ma d'altra parte era figo anche Sve prima di sferrare il colpo mortale °-°) tira fuori qualcosa ed ammette di non stare bene. Da una parte mi è spiaciuto per Dan, il cui cuore sprofonda, ma che si aspettava?
E niente, potrei andare avanti ore e rischierei di ripetermi, quindi concludo la mia recensione con un'altra immagine bella e triste che hai scritto, ovvero quella in cui Dan, una volta ricevuta la spada, ci vede riflesso nella lama un bambino con gli occhioni blu e il sorriso allegro.
È qualcosa che mi spezza il cuore, vedere come tutti loro vivano in funzione di un passato che non può tornare! Ma tutti: Sve che torna alla radura e pensa al fratello, Ice che corre sotto la piogga, Nor che vede un mondo ideale oltre lo specchio, Dan che ammette chiaramente che è bello “tornare un po' al passato”. Nessuno di loro riesce ad andare avanti o ad accettare il presente e questo mi fa venire voglia di vederli abbracciarsi e piangere e mandarsi in culo, ma diamine.
Sono (erano ç*ç) una bella famiglia e l'angst ci sta ammazzando tutti i sentimenti, brava bestia pannosa. </3
|