...e poi ti capitano sotto gli occhi piccole perle come queste, e ti si risolleva la giornata nonostante l'influenza galoppante e la totale assenza di ispirazione. Non so che dire: mi hai spazzata via. Non c'è parola fuori posto, non c'è frase in cui il ritmo del racconto si spezzi. Le pause allineate a destra scandiscono il testo con una puntualità pressoché perfetta, un sincrono con le frasi della narrazione, allineate. Sinestesia – leggi la parte introspettiva su Kaoru e ti si formano davanti agli occhi le immagini a colori. Grigio, la cenere. Rosso, Kyoto che brucia fra le fiamme della guerra civile. Kaoru è un sfumatura senza origine. Lo assocerei al bianco. Non al bianco banale dell'innocenza, perché è tutt'altro che puro. Il bianco della luce non ancora scissa dal prisma, semmai, quella che contiene in sé tutte le lunghezze d'onda e tutta la pericolosità dell'anticolore. Tutta l'incertezza che annega in quello sguardo maschile, di ronin, che si posa su di lui (lei?) e lo trascina via come l'onda.

E' andata dritta nei preferiti e ci rimarrà. Punto e fine. E spero davvero che ti farai prendere ancora dall'ispirazione -w-.

I miei più vivi complimenti: stavolta ti sei superata.

Kei