L'avevo letta a suo tempo, probabilmente quando le tue storie sui Placebo mi avevano incuriosito tanto da andare a sbirciare in mezzo a tutti i tuoi altri racconti. Non so perché ho deciso di recensire, non so perché lo faccio adesso: in questi giorni mi è tornata in mente. Ho ripensato a questo stile così ricco e fluido, che mi fa pensare a una persona che ha troppe cose da dire e finisce per gettarle per iscritto solo dopo tanto tempo che si astiene dal farlo. Non c'entra, ma quando l'anno scorso io ho avuto il fantomatico "blocco dello scrittore" e sono tornata a scrivere dopo mesi, avevo ancora le idee confuse, non sapevo ordinarle e tantomeno sarei riuscita a farlo con le emozioni, eppure avevo deciso di scrivere, di liberarmi di alcune ansie... E tutto questo breve racconto mi ricorda quello. Si nota bene, almeno ai miei occhi, che quando hai deciso di scrivere queste righe non scrivevi da parecchio - lo dico io che non so assolutamente niente e che non voglio affatto sembrare sfacciata dicendo come la penso XD |
Ho cercato di riflettere sul titolo di questa storia e di trovare un nesso con la storia stessa, ma non so se ci sia riuscita o meno. Forse non è poi così importante. Non so dire perchè questa storia mi sia piaciuta, non poso dire di essermici riconosciuta, però c'è uno strato di disperazione, di "tiriamola avanti così, che è meglio di niente", di vita che dovrebbe essere altra, ecco, c'è questo strato che forse accomuna tutte le storie, bene o male, di tutti, sempre, ovunque. Forse è la vita stessa che è insoddisfazione, che poi diventa disperazione. Sinceramente non lo so. Forse siamo noi che amiamo stare lì sul bordo del baratro a spingerci un po' più in là con la testa e pregare di cadere ma continuare a cercare l'equilibrio. Cioè, forse siamo noi che preferiamo, che vogliamo, che dobbiamo, ecco, complicarci la vita E' un bisogno, io lo so, io lo sento, sempre. Pulsa, quasi come fosse una vena sconosciuta. Ecco. Questa storia segue il flusso del sangue in quella vena. E' quel sangue che ti fa scoppiare la testa quando sei sdraiata nel letto e guardi con gli occhi spalancati (o chiusi, è indifferente, tanto è buio) e ritornando alla mente parole, facce, momenti, voci, odori e nulla ha senso o meglio tutto prende senso nello stesso verso, il verso della disperazione. Capisci cosa intendo, vero? Quando tutta la vita sembra essere sempre stata votata a quel momento, a quel dolore, a quell'angoscia. Questa storia è quel sentimento, è quell'angoscia. Ed è per questo che mi è piaciuta, è per questo che mi sono soffermata a scrivere questo flusso insensato: perchè il peso di quest'angoscia è uguale per tutti. Il ripetersi monotono e assordante di domande e risposte sempre uguali, sempre più serrate, da toglierti il respiro. |
Stupenda on-shot(nn so se si scrive così ^^''''')
Meravigliosa *^*
Piacere sn dayana :3
Non vedo l'ora di leggere altre tue opere ;)
Sciau e a presto XD
Ciau ciau
Daya
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Mi ha dato i brividi, e devo ammetterlo, un certo pizzicore dietro pizzi gli occhi. Bellissima, sul serio. È stato meraviglioso leggerti stesa sul divano appena tornata da scuola, quindi grazie di questo piccolo momento di bellezza. Fra le preferite, assolutamente. |
E così capita che ti svegli una domenica mattina, sei stesa nel letto in mezzo al piumino arrotolato e fissi un soffitto che non vedi nella penombra, non pensando davvero a niente, pregustando il fatto che oggi è domenica e non hai nessun dannatissimo impegno. E poi fai una cosa che non fai mai. Non aspetti neanche di esserti alzata per collegarti a internet. Afferri il cellulare dal comodino e apri efp da lì. Stai aspettando due storie, è vero, ma non c'è un reale motivo di avere così fretta. Né qualcosa che ti faccia pensare che debbano esserci. |