Beating of your heart: His name is King, di Maelstromdawn
Totale: 9
- Sviluppo e trattazione del tema
Parto subito dal punto dolente, così via il dente via il dolore: l'utilizzo della citazione di partenza.
Mi rendo conto che avevo detto che potevate utilizzarla come più ritenevate giusto per non tappare la vostra creatività - cosa più che giusta, altrimenti mi sarei anche ritrovata con storie abbastanza uguali che cercavano in tutti i modi di essere fedeli il più possibile al tema di partenza -, però mi sarei comunque aspettata qualcosina in più oltre ad una semplice frase utilizzata per essere coerente con il momento scelto. Se si conta però che per la tua trama era di per sé un po' più difficile darle una vera e propria collocazione, forse quella di usarla come frase è stata la scelta migliore. Ciò non toglie che mi sarei aspettata qualcosina di più date le premesse, ecco.
Detto ciò, il tema è stato comunque seguito, poiché la storia, per quanto la citazione si presenti così com'è - con qualche piccola variazione per piegarla il più possibile ai fini della trama, ovviamente -, ruota in qualche modo intorno ad essa, dal sogno di vendetta di King quando ripensa al fratello morto che non ha mantenuto la parola data, alle frasi che lui stesso dice a Red prima di partire e che lui ricorda, aspettandolo fino alla fine.
Ogni elemento è ben calibrato e si capisce fin troppo bene che nulla è lasciato al caso, dando svariati spunti e facendo sì che ci si ritrovi ad immaginare ogni singola cosa ne minimo dettaglio, dalle più piccole azioni di Joe - il quale, pur non essendo un personaggio che viene descritto, ha una sua particolarità che spicca nel testo anche grazie alla stessa narrazione -, ai momenti in cui King se ne sta in veranda con una bottiglia di liquore in mano alla sottospecie di imitazione che fa Red tempo dopo la scomparsa di King stesso, e il riuscire a far immaginare la scena al lettore è una dote da non sottovalutare.
Per quel che riguarda i personaggi, ottima la scelta di trattare Joe come un narratore e basta, facendolo assistere a tutto senza dargli nemeno l'ombra di una battuta. In qualche modo l'ha reso il protagonista assoluto, più di Red e King, e questa cosa l'ho apprezzata davvero molto. Hai saputo trattare bene determinati momenti e anche i personaggi secondari - e quelli che vengono solo citati senza apparire realmente - hanno le proprie caratteristiche, le quali riescono a far capire che tipo di persona sia quella di cui stai parlando anche senza descriverla nel dettaglio.
Se dovessi scegliere il personaggio che più mi ha colpita, però, sceglierei sicuramente Red. Ha quella bizzarra ingenuità di cui molti giovani non sono caratterizzati più, e ha ben chiaro in mente cosa deve fare per quanto non sia esattamente un coraggioso pronto a rischiare la propria vita per nulla. Mi ha fatta una certa tenerezza quel suo attaccamento a King e il suo cercare un invisibile conforto nel parlare con Joe, per quanto fosse più mosso dai fumi dell'alcool che da vera e propria voglia di parlare del pistolero andato via dalla città; in un certo senso, la scena in cui blatera del proiettile lasciatogli da King come metafora dell'umanità è stata quasi toccante, di un certo sentimentalismo che non ti fa storcere il naso ma ti fa invece capire quanto una persona sia, in un modo o nell'altro, legata a qualcuno a cui ha voluto veramente bene.
Ammetto poi che la storia, almeno a tratti, mi ha persino vagamente ricordato la saga della Torre Nera di King - non so se mi sia venuto in mente per il nome del protagonista o per tutto quel parlare di fucili e affini, che mi hanno ricordato per l'appunto il pistolero della saga -, anche se la storia, con la trama di quei libri, c'entra ovviamente come il cavolo a merenda. È stata difatti una sensazione momentanea che nulla ha tolto alla tua storia, indubbiamente ben calibrata fra attimi di tensione - quella tensione che ti fa sudare la fronte fino a farti finalmente respirare dopo averti fatto trattenere il fiato, vuoi per il modo in cui ha giostrato il narratore che la narrativa stessa -, sentimentalismo non da diabete - e tu conosci molto bene la mia idea di sentimentalismo - e momenti filo-sarcastici che mi hanno fatta ghignare di gusto.
La passione che hai per il genere si vede tutta ed è stata ben sfruttata, e questa è sempre una cosa ottima quando si tratta di scrivere storie simili o che hanno comunque bisogno di una certa attenzione per risultare credibili. Brava.
- Sintassi, stile e grammatica
La grammatica, a parte qualche piccolo errore di distrazione, era perfetta e dimostrava che non hai nessuna lacuna per quanto concerne la lingua italiana, cosa fondamentale quando si tratta di dover scrivere una storia che mira a catturare l'attenzione del lettore. Non basta difatti una buona trama a far restare incollati allo schermo, ma anche un buon italiano e una conoscenza dei verbi, poiché anche l'occhio vuole giustamente la sua parte.
Ti elenco qualche piccola imprecisione, però, anche se non è nulla di così problematico; può essere sistemato tutto in un attimo e non è una cosa che ha inciso più di tanto sulla tua indubbia conoscenza della grammatica.
* caldo e secco -come tutti i giorni di quella caldissima estate- e quando > Errore che si ripete ogni qualvolta inserisci i trattini. Prima e dopo la frase, interna ed esterna ad essi, va lo spazio
* così alto che il banchiere -che di deserto ne sapeva quanto il fabbro Smith di fatture e investimenti- l’aveva > Idem come sopra. È l'ultima volta che lo segnalo, ma ti consiglio di sistemare anche i restanti
* Il suo nome era King, "King e basta" avrebbe poi risposto > Per rendere più armoniosa la frase, sostituirei la virgola con un punto e scriverei: Il suo nome era King. "King e basta", avrebbe poi risposto
* era stano > Ovvio errore di battitura, "strano"
* Per un attimo mi parve > Tenendo conto del tempo della narrazione, sarebbe più giusto "mi era parso"
In alcuni punti ho inoltre notato che hai sfruttato il narratore interno per far sì che raccontasse la storia prima al passato e poi al presente per quel che riguardava cose tuttora presenti in quel mondo che hai creato - non so se mi sono spiegata, spero vivamente di sì perché non saprei esattamente che termini usare -, anche se in alcuni passaggi anche il passato sarebbe stato perfetto.
Per il resto, lo stile era fluido e piacevole, con quel tocco di velata ironia in alcuni punti che non guasta ma.
- Parere personale
Ti è andata bene. Maledettamente bene. Mi spiego meglio, altrimenti così sembra una cosa campata per aria che non ha né capo né coda e potrebbe giustamente farti sollevare un sopracciglio per lo scetticismo.
Partiamo dal presupposto che di storie western non ne ho mai trovate - quelle di Tex non contano, per ora - e che io sono legata più ai classici western di un tempo che a tutto ciò che sta uscendo negli ultimi tempi - mi sono emozionata come una bambina a tutti quei riferimenti dei film di Sergio Leone e Clint Eastwood, e Per un pugno di dollari è di sicuro il mio preferito -, quindi il tuo azzardo, perché solo così posso chiamarlo, è stato di gran lunga premiato in apprezzamento anche per questo motivo. Hai trattato il genere western, che a me piace molto, e l'hai fatto in un modo quasi perfetto, dando vita ad una vera e propria città di quei tempi. Certo, magari avrei preferito qualcosa in più, ma nulla da togliere a ciò che hai consegnato, ovviamente.
Penso che tu adesso mi ucciderai per la sparata - ecco, restiamo in tema - che sto per fare, ma devo confessarti che ad un certo punto, durante la storia, ho cominciato a shippare King x Red per il modo in cui l'uno sembrava legato all'altro. Non necessariamente come Romace, ammettiamolo, ma come Bromance erano così dannatamente perfetti che per un attimo ho dimeticato che fosse una fanfiction e ti ho odiata.
Ciò detto, torniamo a noi.
Devo dire che un po' mi è anche dispiaciuto non poter leggere la storia con le note della canzone che hai caldamete consigliato, ma con il tablet non mi è stato per niente possibile e mi sno un po' arrangiata. Sta di fatto che in una decina di pagine hai creato un mondo, e mi sto dispiacendo sempre più di non aver accettato le long fiction, giacché anche questa sarebbe potuta rientrare nella categoria e non sarebbe stato affatto male. Complimenti. |