Recensioni per
Bugiardo
di fiammah_grace

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
19/11/13, ore 10:02
Cap. 1:

Ciao Fiammah^^
Era da un po' di tempo che volevo leggere una delle tue storie. Ho aspettato l'occasione giusta, scegliendo tra le tue opere quella su cui a prima vista avrei potuto spenderci qualche parola. E' stato un modo sia per cimentarmi in qualcosa che io adoro, ovvero commentare, sia per consacrare un giorno importante. Diciamo che ho unito l'utile al dilettevole.
Purtroppo per questo brano -come per gli altri- io non conosco l'ambientazione, nel senso che non sono pratica del gioco. Quindi i miei pensieri deficiteranno di quella componente basilare per l'esaustiva comprensione di una FanFic basata su un videogame/film/libro/etc... Componente che spiega i prodromi, le cause, gli sviluppi, gli eventi assodati. Cercherò di fare del mio meglio, esprimendo le sensazioni e le riflessioni che il tuo testo ha suscitato in me (magari incapperò in errori madornali, frutto della presunzione. In tal caso, scusami).
Pur non avendo le dovute conoscenze in materia di Shadow Hearts Covenant, da lettrice posso dirti che la one-shot mi è molto piaciuta. Al di là del fatto di come i due personaggi si siano mossi all'interno delle vicende, io vi posso ravvisare un piccolo mondo dentro l'universo di tale game.
Temi, modi di essere, concetti, sono assai riconoscibili ed analizzabili singolarmente, a partire dallo studio dei due personaggi principali.
Ma prima di passare agli “argomenti caldi” del tuo scritto, vorrei soffermarmi un attimo sulla sua forma.
Il testo scorre bene. Tutti i periodi sono stati formati correttamente e non ho riscontrato errori di alcun tipo. I vocaboli scelti sono perfetti per proiettare il lettore all'interno della narrazione, inviandogli messaggi precisi ed inconfondibili. Non ho nulla da obbiettare.
Giusti gli escamotages stilistici che permettono di riconoscere il panorama, i punti di vista dei protagonisti, le parole fondamentali.
Complimenti, perchè non ho staccato gli occhi dal pc fino alla fine del racconto. Mi ha molto interessato seppur le mie manifeste tare cognitive.

Il brano è da dividere in tre parti principali, tutte connesse tra loro dalla presenza, anche solo aleggiante, di Nicolai Conrad. Io le titolerei così: fantasmi del presente, sogno, fine del sogno (ritorno alla realtà).
Nella prima, troviamo Karin a scontrarsi con i propri dubbi dopo un evento ben preciso, ovvero la morte del cardinale.
Mi è piaciuto particolarmente come hai reso l'atmosfera che impregna la giovane e le vicinanze della giovane. C'è la solitudine, elemento essenziale per chi è preda dei propri rivolgimenti interiori. Ci sono i pensieri sconnessi, propri di chi è in balìa di riflessioni che sono capibili solo da chi le formula. Ci sono gli scatti di umore e i mutamenti di posizione del corpo: tristezza, rabbia, disillusione, malinconia, amarezza, accompagnati dall'inquietudine dei gesti della ragazza.
Ti faccio i miei complimenti, Fiammah. Ho adorato questo scorcio, in quanto dietro le singole espressioni, le singole movenze, c'è molto, ma molto altro.
Il lettore non riesce subito a focalizzare bene il panorama completo cui Karin si riferisce. Si trova davanti a piccoli spezzoni, frasi rotte, accenni, ma ancora non ha ben chiaro il contesto. Sa solamente che la protagonista è più turbata di quanto voglia far credere. Ma soprattutto (e questa è stata una sensazione che mi ha personalmente perseguitata fin dalle prime righe) ha il dubbio che Karin voglia permanere sulle proprie posizioni in quanto non accetta una verità che non vuole riconoscere.
Ella si illude di avere ragione. Si illude che la sua sia stata l'unica scelta giusta. Si illude che lei fosse completamente dalla parte del bene. Si illude che la morte di Nicolai non abbia significato nulla per lei perchè...
Perchè lui era un “bugiardo”.
Questa è la parola chiave di tutto il brano, oltre ad esserne giustamente il titolo (perfetto :D).
L'essere stato menzognero da parte del ragazzo può essere la risposta che spazza via qualsiasi remora. La rossa può essere in pace con sé stessa finchè ha la certezza che ogni cosa proveniente dal giovane (parole, espressioni facciali, atteggiamenti, etc) sia stato il prodotto dell'inganno.
Tuttavia sono troppi i dubbi che la attanagliano, troppi i particolari cui aggrapparsi per trovare una spiegazione, una risposta alle proprie domande.

Era fin troppo ovvio. Lui aveva visto in lei la preda facile.
La “donna” sola e malinconica che i suoi occhi avrebbero potuto far avvicinare a sé. Tuttavia…perché? Quale tornaconto avrebbe mai avuto nell’averla dalla sua parte?
Cosa aveva visto Nicolai in lei?

Rimane comunque il fatto che lui l'ha invocata in punto di morte. Penso che sia questo il tarlo che più fa vacillare la protagonista. Proprio nell'ultima ora, lui si ancora a lei quasi fosse la sua unica speranza di vita.
Perchè per un verso forse Karin è stata per Nicolai il bagliore di luce nella sua esistenza grigia e cupa. Di questo però ne parlerò più tardi.

Comunque la ragazza replica alle proprie turbe nell'unica maniera che conosce, ovvero etichettando il russo con appellativi che non ammettono replica. E' una sorta di auto difesa quella che lei imbastisce, un chiudersi a riccio, perchè in cuor suo sa che le apparenze possono ingannare, ma soprattutto che la verità non può essere una ed unica. La ragione non è a senso unico.

Da qui in poi parte la rievocazione del sogno che ha alimentato il malessere di Karin.
Da quel che ho potuto intendere, tu hai collocato il prodotto dell'immaginazione della giovane in un luogo già presente nel gioco originale, o meglio in un luogo importantissimo, legato ai due personaggi. Penso che con questo tu abbia doppio scopo: sia far immaginare al lettore una scena ben precisa, rievocandogli immagini distinte ed un'ambientazione conosciuta, sia sottolineare la funzione del sogno stesso. Cioè... sognando la chiesa di Domremy, pare quasi che la rossa si voglia dare una seconda possibilità, una seconda chance per chiudere i conti con il passato. Forse in cuor proprio sperava che le cose accadute nel mondo reale avessero preso piega differente. Così non è avvenuto, per cui l'immaginazione può rappresentare un modo per far sì che gli eventi, seppur fittizi, si svolgano diversamente. Come si vedrà alla fine, però, anche in questa maniera le cose non possono cambiare, poiché Karin rimane sempre della sua stessa idea, anche se minata da maggiori dubbi.
Le cose non possono cambiare. Chi è nell'oscurità rimarrà per sempre nell'oscurità.. sembra che tali concetti vengano sottolineati o comunque anticipati dal sole morente che accompagna la ragazza fino all'interno dell'edificio. Il buio che avvolge il cielo nel momento in cui cala la notte può essere accomunato al buio dell'anima di Nicolai. Eppure, all'inizio del sogno, chi fa entrare un po' di luce dentro la chiesa è proprio la rossa, fatto che mi conferma un pensiero già accennato precedentemente.

Comunque, tornando al sogno in generale, mi è molto piaciuto come avviene questo incontro-scontro, dove tante tematiche e tanti problemi emergono prepotentemente.
Analizzerò questo pezzo sia dal punto di vista della donna, che da quello dell'uomo. Credo non si possa fare diversamente, date le riflessioni che suscitano sia l'una che l'altro.
Allora, sulla giovane, la prima cosa che mi ha colpito e che mi ha fatto riflettere è stata la sua ferma volontà di obbedire al cardinale di non guardarlo in viso. Lei accondiscende volentieri alla sua richiesta e la mantiene fin quasi alla fine perchè le fa comodo anche a lei.
Lei ha paura di guardare in volto il Conrad, non per un fatto estetico, ovviamente, ma perchè non è sicura nei confronti dei propri sentimenti e delle proprie reazioni.
Per intenderci... se ella odiasse e basta il russo, non concorrerebbero nel suo comportamento alcune sfumature che fanno propendere in tutt'altra direzione.
Lei non vuole vedere il suo sembiante perchè ha timore delle risposte che vi troverebbe sopra... o forse... ha il timore di cadere soggiogata al potere di quegli occhi verdi.
Dal punto di vista di Nicolai, invece, la sua richiesta penso si possa tradurla in questo modo: lui non vuole che ella gli scorga il viso non tanto per quello che lei potrebbe leggerci, quanto per evitare che lui veda i suoi “terribili” occhi che lo hanno ammaliato, ossessionato. Toccato nell'anima.
Anche il cardinale ha paura. Paura di crollare nuovamente davanti a quell'elemento (gli occhi di Karin), che gli ha sconvolto la vita. Occhi veri, occhi che sono andati al di là delle apparenze, che hanno raggiunto il “vero” Conrad. Occhi umani, quando lui nella sua vita ha conosciuto molto poco il concetto di “umanità”.

Di seguito si trovano tantissime tematiche che caratterizzano una villainxheroine ed i suoi singoli componenti, cosa di cui non posso che esserne felice data la mia manifesta predilizione nei riguardi di tal tipo di coppia: odio, amore, malvagità, sindrome della crocerossina, solitudine, forza “lucifera”, etc... Tutti elementi che spiegherò debitamente.
Nel frattempo mi soffermo sulla figura di Nicolai, che a mio dire hai delineato in maniera magistrale ed hai permesso di comprenderla appieno anche a chi, come me, non ha dimestichezza della storia originale.
In lui ho rintracciato molti tratti del villain corrotto e corroso. Per esempio, il suo produrre ed incubare odio causati dalla vita che ha condotto o che è stato costretto a condurre.
Chi viene emarginato o “gode” di una posizione “privilegiata” rispetto agli altri che lo porta a vivere in solitudine, spesso e volentieri forgia una serie di sentimenti negativi. Chi conosce solo odio, malvagità, distruzione, inganno, è ovvio che non possa esprimere positività. Inoltre, chi di solito ha sùbito un grosso smacco o una grossa delusione (per Nicolai l'essere osteggiato, per un altro personaggio -tusaichi- l'essere stato creato), tende a proclamare una guerra contro gli altri e contro il mondo. Molti si proclamano dio in terra o tentano di conseguire più potere possibile, altri si prefissano uno scopo altrettanto malato, ovvero attuare una vendetta sporca di sangue senza tener conto dei mezzi e delle conseguenze (come nel caso di Nicolai). Ed il suo mezzo malato è stato quello di stringere un patto con il diavolo (Astaroth), credendo di avere il coltello dalla parte del manico. Purtroppo però l'uomo è passibile di manie di grandezza, di illusioni che lo vedono come un super-uomo, capace di dominare la natura e gli elementi, quando invece non è così. Per il Conrad è stato lo stesso, dato che il suo progetto gli si è rivolto contro. Siglare un'alleanza col dio dell'odio gli ha dato sì la parvenza di raggiungere i suoi scopi, ma ha anche fomentato il suo “lato oscuro”, aumentando l'odio, la rabbia, la crudeltà, tutti sentimenti che a lungo andare consumano il corpo e l'anima. Questi poi sono andati ad aggiungersi alla corazza che egli stesso si è creato. Per sopravvivere egli si era creato un'immagine di sé stesso menzognera, ingannevole, proprio per evitare di essere ferito, colpito. Mentire agli altri, lusingarli per i propri scopi, ammaliarli per far sì che facessero quel che voleva lui, sono solo alcuni degli strumenti che il Conrad si è servito per stare al mondo, per ergere una barriera che lo tenesse al sicuro.
Quindi, per lui trovare una persona che andava oltre le proprie apparenze (nonché la rossa) lo ha destabilizzato nel profondo. Karin gli ha portato in qualche modo quella luce di cui lui ha deficitato per tutta la sua esistenza, provocandogli sensazioni sia di repulsione che di attrazione.
Infatti, e lo dice chiaramente nel testo, tale capacità della ragazza lo irritava e gli piaceva allo stesso tempo. Gli piaceva anche perchè colmava quella solitudine terribile di cui egli ha sofferto.
Mancanza di affetto, di legami, di calore, di contatto umano, la solitudine stessa, sono tutti tratti ascrivibili ad un villain che vuole ergersi al di sopra degli altri. Un villain che però rimane sempre e comunque un uomo con tante debolezze e bisogni umani.
Non è un caso che difatti Nicolai tenti di stabilire un contatto con la ragazza attraverso una carezza su una guancia. Un gesto che può avere molteplici letture.
Il Conrad comunque è portatore di “valori” estremizzati e quindi fa sorgere nel lettore il dubbio se sia capace oppure no di amare genuinamente.
Se da un lato egli è la personificazione dell'odio amplificato, della negatività in generale, dall'altra il rischio è che tale esasperazione venga applicata anche alla sfera positiva è molto alta.
L' “amore” che egli prova per la rossa cammina lungo una linea di confine molto labile tra l'ossessione, semplice infatuazione, sentimento puro.
Lungo tutto il dialogo è molto presente il primo elemento, quello dell'ossessione. E l'ossessione porta a vedere la faccia distorta dell'amore. Quello a senso unico. Quello del voler dare ad ogni costo, anche se la persona dall'altra parte non è d'accordo. Quello che ti porta ad urlare il sentimento con rabbia e non più come una dolce melodia come in realtà dovrebbe essere. Quello che ti fa credere che basti dire “ti amo” per testimoniare all'altro cosa si prova (solo a parole). Quello che ti innesca il subdolo e pericolosissimo ragionamento di “se non mia, di nessun altro.”.
E' in base a quest'ultimo pensiero che Nicolai porta le mani al collo della rossa, lei che non vuole accettare i suoi sentimenti ed anzi li disprezza.
Il russo risponde agli eventi che non vanno come egli vorrebbe nell'unico modo che conosce, ossia con la violenza.
Ma accade l'imprevisto. Un imprevisto che riporta Karin nella dimensione che l'ha scombussolata e che le fa alzare gli occhi fino ad incontrare quelli del russo.
Questi, ormai avvolto dalla morte, sembra aver dimenticato i propri propositi assassini. Sono le iridi della giovane a destabilizzarlo e a proiettarlo in uno piccolo spazio destinato solo a loro due. Uno spazio in cui non c'è ossessione. Uno spazio in cui io ho scorto l'amore non ossessivo...
Nuovamente ad un passo dalla morte, egli ritrova per un attimo la propria dimensione umana grazie alla ragazza...
Luogotenente, gli occhi che mi rivolgi sono crudeli.

Sono “occhi crudeli” quelli di cui la ragazza lo degna. Ella è sconvolta dalla vista del volto dell'uomo macchiato di sangue; il volto che la perseguita da sveglia o nel sonno; il volto che le ricorda di aver commesso in verità un errore madornale. Ma c'è di più. Ella in quel momento lo sta guardando con umanità. Lo sta osservando andando come al solito al di là delle apparenze, lo sta osservando come se egli fosse un uomo, non un demone da evitare, né tanto meno un fantoccio alimentato dall'odio o dispensatore di false lusinghe.
Sono occhi crudeli perchè veri. Occhi che provano anche pietà. Occhi che dimostrano che persona è Karin. Gli occhi che hanno fatto “innamorare” Nicolai e gli hanno dato l'illusione di potersi riscattare.
Probabilmente il russo ha visto in quelle iridi quello che la rossa nega a voce.
Nonostante ella gli dii del bugiardo, del mistificatore, etc, etc... è attratta in qualche modo da lui, dal vero Conrad, dal Conrad nascosto, quello buono, quello che è stato seppellito in qualche parte del suo cuore sotto macigni di malvagità. Sfortunatamente però l'atteggiamento adottato dal cardinale l'ha portata inevitabilmente sulla via del rifiuto e a rinnegare un sentimento che è sbagliato. Perchè non si può amare chi è bugiardo, chi ti ha mentito, chi ti sfrutta per i propri scopi.

Questo è un pezzo che sinceramente ho adorato. Fa venire un bel groppo alla gola, davvero.
Soprattutto alla luce di quel che avviene dopo, di quel bacio che non trova la sua realizzazione, ma di cui tutti e due sono consapevoli e desiderosi.
In proposito mi ha molto colpito questa frase:
Gemette, disorientata da quella vicinanza, accecata dal fascino e dall’incanto che Nicolai continuava a destare, nonostante lei sapesse chi fosse...

Ancora una volta la mente razionale di Karin mette un muro tra ragione e sentimento. Ella sta per concedersi quel bacio con Nicolai perchè sotto il potere del suo fascino, lei crede.
Ed invece è proprio perchè lei sa chi è lui che si sta per abbandonare a tale contatto, non per il fascino, né per uno strano incantesimo. Lei lo vuole. Punto.

Ma quasi come a sotto intendere un forte simbolismo, a questo punto il sogno si interrompe, lasciando in sospeso il bacio. Un simbolismo che sta a sottolineare sia il limbo in cui Karin vivrà per sempre (credere o non credere al sentimento di Nicolai/dubbi corrosivi/rimpianti), sia il fatto che quel che è accaduto l'ha voluto lei.
Qui mi riallaccio al discorso della “sindrome da crocerossina”, che personalmente accosto a molti pairing “villainxheroine”, ovverosia: il pensiero della ragazza di turno di poter aiutare e cambiare l'amato antagonista.
Questo è una tematica che secondo me può essere accostata alla NicolaixKarin, anche se con le dovute limitazioni.
A partire per esempio dalla volontà di aiutare il Conrad da parte della giovane. Secondo una mia opinione, uno dei tarli, uno dei dubbi che la tormentano è proprio quello di non essere riuscita a fare niente per il ragazzo.
Il fatto che lui l'abbia nominata in punto di morte è una prova tangibile che lui le stava chiedendo aiuto. Ma non è il solo momento in cui è riconoscibile tale elemento.
Nella dichiarazione d'amore egli dice di amarla e vorrebbe che lei se ne andasse via con lui. Anche qui io vedo una richiesta disperata da parte del biondo.
Una richiesta che cade apparentemente nel vuoto... Questo perchè la rossa credeva che lui stesse mentendo, che lui non si sarebbe mai redento, che la sua fosse tutta una finzione.
Ma nonostante tutto ella vacilla.
Vacilla perchè sa di aver perso un'occasione. Sa di non essersi comportata come in realtà avrebbe dovuto fare. Sa di aver sbagliato. Sa che non gli sarà data una seconda possibilità per poter rimediare...

A quel punto lei non trattenne più le lacrime. In cuor suo ancora ripensava a lui mentre si avvicinava alle sue labbra. Si chiedeva come mai si fosse svegliata solo in quel momento. Si chiedeva perché fosse sempre stato così.

Tuttavia il suo io razionale erge il solito muro, tagliando la testa al toro. E come un cane che si morde la coda, ella riduce il tutto rinfacciando a Nicolai il suo essere ingannatore.
Ma è solo un modo per ingannare sé stessa. E' stata lei stessa la fautrice della propria sventura.

In conclusione, anche la figura di Karin mi è piaciuta molto. E' una ragazza forte, risoluta, molto razionale e quadrata. Una ragazza che col suo modo di fare esprime anche delle debolezze umane.
Per la sua diffidenza, il suo essere guardinga nei confronti di chi si è dimostrato menzognero, rischia però di non essere elastica di fronte ai vari scenari in cui è immersa. E le decisioni che prende di conseguenza possono avere delle ripercussioni nel futuro.
Altra caratteristica è la cocciutaggine, o meglio, il rimanere arroccata sulla propria cecità per non soffrire ulteriormente.

Bene... spero di essere riuscita ad esprimere sia l'entusiasmo con cui ho letto questa one-shot, sia le mie riflessioni, seppur mancanti di quella componente cui ho accennato all'inizio.
Brava, Fiammah, complimenti ancora! Finalmente ho potuto constatare la tua bravura nello scrivere e le tue capacità di far filtrare attraverso di essa concetti profondi ed adulti.

A presto!
A.