Recensioni per
Di vetri infranti e attimi rubati
di Mary Black
Ciao! |
E adesso recensisco la Tom/Helena! Sai che era una coppia a cui non avevo mai ma dico davvero mai pensato, in otto anni passati a bazzicare fanfiction? Però mi hai convinto, o forse, per meglio dire, mi ha catturato il modo in cui la scrivi tu. Mi piace l'idea che Tom sia attratto da lei perchè lei è corrotta, disincantata, sconfitta, impossibile da possedere (e Tom vuole corrompere, incantare, sconfiggere, possedere- è il suo modo di rapportarsi agli altri rifugiandosi dietro l'immagine di Voldemort). E lei non può fare a meno di sentirsi attaccata a Tom perchè lui non solo la CAPISCE (anche e soprattutto nei suoi lati peggiori), ma addirittura si mostra, nel suo modo morboso, sbagliato e ossessivo, interessato a lei, dopo secoli e secoli in cui mille studenti diversi sono passati considerandola come parte dell'arredamento, donandole la stessa attenzione che si dona a una vecchia sedia, o a un tubo che perde. Dopo anni passati a non-vivere e non-essere in un limbo in cui Helena è morta senza poter ne rivedere i propri morti ne semplicemente cessare di essere, è tra i vivi ma non può toccarli ne essere toccata da loro, un sedicenne sociopatico che nota il suo marciume tra le unghie è la prima persona a riconoscerle un briciolo di umanità, anche se negativa, imperfetta. |
So che l'hanno già scritto in molti, ma mi piace davvero il modo in cui caratterizzi Gellert. Il tuo Gellert ha in se qualcosa di svagato, è pericolo ma anche giocoso e distratto, sognante. È canon, perchè le uniche due descrizioni che ci vengono date di Gellert da giovane nel settimo libro di Harry Potter lo presentano in modo opposto a Tom Riddle, evidenziando il fatto che sia un giovane *ridente*. Eppure mi piace come hai evidenziato in questo squarcio il fatto che, nonostante l'aria gioiosa di Gellert, si intuisce sotto la superficie che c'è qualcosa di *sbagliato* in lui. Essere carismatici e affascinanti non ha mai reso nessuno meno pericoloso, anzi- e il confine tra idealismo e fanatismo è pericolosamente sottile, soprattutto a diciassette anni. E Albus lo sa, Albus ha capito, Albus sospetta...eppure fa finta di nulla. |
Dire che sono in ritardo è dire poco, mi consola solo sapere che già sai quanto ho amato questa drabble. |
Terribile, ma così dannatamente reale. La violenza domestica è un tarlo subdolo capace di rosicchiare la tua sicurezza, il tuo cuore, la tua autostima, la tua libertà pezzetto per pezzetto. Ci si scivola dentro per svariati motivi che chi non sa non comprende fino in fondo. Ti ingloba nel suo miele appiccicoso per poi soffocarti. Scambi la gelosia per amore, le parole dure per reale interesse, gli schiaffi per disperazione e quando apri gli occhi può già essere troppo tardi. La violenza soffoca la responsabilità nei confronti dei figli, il loro diritto ad un'infanzia felice. Spesso sono proprio i bambini ad aprirti gli occhi e a farti scappare. il loro piccolo tentativo di frapporsi tra te il mostro a risvegliarti dall'incubo. Terribili le tue parole, ma così crudelmente vere. |
Wow...io adoro questa canzone dei subsonica, la voce di Samuel che si arrampica in volute di fumo, la musica che ti avvolge e ti porta lontano, ma vicino ai tuoi vizi segreti...di solito mi suscita pensieri legati ad amanti voraci, ma il suo inserimento in un contesto così torvo ci sta benissimo. Mi piace da morire il tuo modo di descrivere gli stati d'animo dei personaggi. Poche parole che descrivono una storia lunga mille pagine. Ho percepito chiaramente lo sconvolgimento di Rose e il rimpianto di Scorpius...ma sarà stato veramente sincero? |
Credo sia andata veramente così... un bambino nato nell'inganno, nel tradimento. Una donna disperatamente sfortunata che tentò di elevarsi dalla storpia vita a cui l'avevano condannata. Come poteva quel bambino riscattare una vita di stenti? Provo immensa pietà. |
Sono anche qui, te l'avevo annunciato che la mia è una lettura "a tappeto". x) |
Prima recensione premio del contest "Citazioni in cerca d'autore (Oscar edition)!" |
TERZA CLASSIFICATA: Mary Black |
Ciao Mary! |
Ehilà, sono venuta a recensire questa drabble per dirti i miei pensieri contorti e come sono arrivati a Tonks 😂😂 |
ciao, Mary! ecco una di quelle che non ha capito, ahahahaha! |
Ciao Mary! |
Valutazione del contest Sfida alle 100 parole – V edizione
Concludendo, il punteggio in questa voce è 9.5/10 a causa dell’unico momento meno efficace rintracciato, per il resto posso solo farti i complimenti per lo stile e il lessico utilizzati. Come sempre, bravissima! Titolo: 4/5 Il titolo scelto per la tua storia, “Di desideri e visioni”, ne richiama sicuramente il contenuto e in particolare la trama narrata nel passato del racconto attraverso quei dialoghi estremamente caratterizzanti per la drabble. C’è difatti la contrapposizione tra i desideri dei due giovani maghi e le visioni che hanno del futuro: e mentre Gellert sembra crogiolarsi in visioni fatte di trionfi e potere, Albus sembra percepire il buio in cui sono immersi e dubitare che il caos possa mescolarsi con la pace. Su questo sfondo si sviluppa il presente del racconto, dove sia i desideri che le visioni sono esplosi e ai due, e a Gellert soprattutto, non resta che vivere una realtà disillusa che li conduce su strade diverse. Per questi motivi, trovo che sia un titolo buonissimo per la tua storia. Il motivo per cui il punteggio non è superiore a 4/5 è che il titolo non riesce ad anticipare l’atmosfera della storia, a primo impatto non dà l’idea di essere legato a un racconto drammatico – un fattore che trovo penalizzante perché il titolo potrebbe non attrarre l’attenzione di lettori interessati al genere e all’atmosfera della tua drabble. A parte questo dettaglio, però, il tuo è un buon titolo, perché coerente alla trama della storia e non scontato nell’associare il più comune “desideri” al quasi inedito “visioni”. Utilizzo del prompt: 10/10 Sono stata a lungo indecisa sul punteggio da assegnare in questa voce, perché valutare questo prompt è complesso quasi quanto svilupparlo. “Figli del caos” è tutto e niente, è un attributo – condanna o valore? – o un’idea, ma non un concetto né un qualcosa di materiale cui ispirarsi. L’ho scelto per Gellert (e di riflesso per Albus) nella convinzione che solo un titolo così enigmatico e irrisolto potesse associarsi a lui. E tu sei riuscita a capire questo, a cogliere la prospettiva giusta, e allora hai intrecciato prompt e caratterizzazione e trama, mettendo in scena il caos e i suoi figli, dando risalto al figlio prediletto – quel Grindelwald destinato a sradicare tutto al proprio passaggio. “Figli del caos”, nella trama della drabble, è ciò che sono Gellert e Albus e in contemporanea ciò che Albus si illude di non essere: mentre nel passato del racconto i due dibattono su caos e pace, nel presente del racconto il caos stravolge tutto e tutti con la morte di Ariana (in quel “Era mia sorella” riecheggia “Siamo, Albus. Insieme”) – e vi ho letto una condanna in questo amaro alternarsi: i figli del caos non possono camuffarsi da figli della pace, il Caos li troverà sempre e li costringerà a vivere secondo le proprie leggi. Sei stata davvero molto brava, il prompt non è solo filo conduttore della storia, è anche l’elemento indispensabile per coglierne il significato più profondo legato all’introspezione dei personaggi. 10/10! Caratterizzazione e IC dei personaggi: 10/10 A popolare la tua breve sono tre personaggi, due dei quali sono tra i più complessi della saga a mio avviso: Gellert, Albus e Aberforth. Quella di Aberforth è una brevissima comparsa, per di più indiretta, ma la sua presenza è indispensabile alla contestualizzazione e a rafforzare la caratterizzazione del protagonista: il fatto che lui sia lì, accasciato sulla sorella, comunica al lettore che siamo nel giorno della morte di Ariana e riesce a riprodurre in maniera efficace il dolore acuto che di lì in avanti albergherà in Aberforth. Quanto alla caratterizzazione di Gellert, le sue parole prive di pietà riescono a porre in evidenza tutto l’astio che nutre nei confronti del fratello di Albus – fattore decisamente IC. Passando ad Albus, abbiamo l’altro grande protagonista di questa storia, la sua caratterizzazione è vivida malgrado il punto di vista di Gellert. Trovo che sia stata molto abile con lui: nel passato del racconto ho rivisto il ragazzo che scrive a Gellert le parole rinvenute da Harry nel libro di Rita – un ragazzo che s’illude di essere nel giusto, di essere l’ago della bilancia, che forse teme l’irruenza di Gellert, la sua spregiudicata follia e il suo fascino incantatore, ma che non riesce a sottrarsi alla sua malia –, mentre nel presente del racconto ho intravisto il principio del Silente che siamo stati abituati a conoscere durante la saga, con gli occhi furiosi che annunciano fine e l’addio nelle uniche parole che pronuncia. Nulla da dire su questa caratterizzazione! Arrivando al protagonista, come sempre accade quando leggo del tuo Gellert, ho l’impressione di avere dinanzi il personaggio creato dalla Rowling. Spietato, spregiudicato, “al di là del bene e del male”, un figlio del caos che non chiederà mai il permesso né il perdono per le sue azioni, che non riesce proprio a capire che la morte di Ariana ha cambiato tutto (“Questo non conta, non conta niente!”, e l’ho immaginato rabbioso e impotente, con lo sguardo accesso dall’ira per la stoltezza di Albus). Nel passato del racconto riesce a emergere anche l’amore che nutre per Albus (un amore che io immagino figlio dell’intelletto e dell’ambizione), perché è addirittura “tenero” – sottolineo il virgolettato, spero tu capisca ciò che intendo! – nel persuadere Albus che insieme possono avere tutto, che gli donerà anche la pace che tanto desidera; un frangente in cui riesce a emergere anche il lato più adulatore e seduttore di Gellert, che non ha remore a usare espressioni come “amore mio” – a riguardo, trovo che quel passaggio possa essere interpretato in due modi, a seconda della visione che si ha della coppia: o un amore reale o un amore artefatto usato al solo scopo di persuadere Albus. Inoltre e in ultima analisi, il Gellert della tua storia è impenitente come deve esserlo stato il giovane Gellert della saga: per lui, Ariana è ed era sacrificabile, i suoi sogni di gloria no, lui e Albus no (“Noi siamo tutto”) – il suo è un egoismo che non ammette eccezioni, senza possibilità di pentimento, che lo porterà a fuggire via quando capirà che il sodalizio con Albus è finito per sempre. Una caratterizzazione perfetta, non ho proprio nessun appunto da farti. Anche qui, quindi, 10/10. Totale: 43.5/45 |