Occhio alle interpunzioni. Ne hai usate troppe dove non serve e ne hai omessa una (virgoletta) laddove serviva.

La storia č carina, ambientata _ credo_ nel Medioevo, quando le donne venivano bruciate al rogo come fattucchiere solo perché conoscevano le arti mediche. Credo di aver letto due libri che trattavano di fanciulle esperte in unguenti miracolosi, ma nessuna delle due per fortuna e nonostante abbiano rischiato č mai finita al patibolo. Scorrevole anche la stesura del testo, un po' malinconica ma vista la situazione ci sta.
Consiglio un paio di letture per approfondire questo argomento (chissā, magari diventi una scrittrice di romanzi medievaleggianti!):
Ann Lawrence, Le nebbie di Ravenswood
Walter Scott, Ivanhoe.
Bye.

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Lo sforzo di utilizzare un linguaggio consono al tempo in cui si svolge l'azione è lodevole, purtroppo però rende la scrittura meno fluida. Poi, vabè, io sono un'amante delle parole semplici e limpide, ma questo è gusto personale. Comunque una via di mezzo tra le due cose forse sarebbe stata più immediatamente apprezzabile. Mi è piaciuto comunque come tu sia riuscito a immedesimarti nei pensieri di una giovane donna, ingiustamente condannata e anche come hai descritto il momento di solidarietà fra le due donne. L'ultima frase è un piccolo capolavoro :) Un abbraccio Psyche

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