Settima Classificata
La decisione del Re
di Vodia
Grammatica: 14.3/15
La grammatica va bene, non ho riscontrato errori ortografici o sintattici. L’unico problema sono alcune virgole che spezzano il legame sintattico all’interno di alcune frasi.
Di seguito, gli errori trovati:
della SUA donna, oltretutto?! → -0.1 Ci vuole la maiuscola
La prima volta, che le aveva fatto la corte, lo aveva respinto → -0.2 Entrambe le virgole sono fuori posto: la prima rende la relativa un’esplicativa mentre in realtà è una ristrettiva; la secondo, nel momento che la prima non sussiste, va a porsi tra soggetto e verbo
e reagì applicando la legge, ancora più severamente di prima. → -0.2 anche qui la virgola va tolta, per un discorso molto simile a quello di sopra. La legge, la marina, l’applicava anche prima, ma adesso lo fa in modo più severo.
già è quasi un miracolo, che sia riuscita a dilazionarlo tanto → -0.2 come sopra
Stile: 14/20
Lo stile è scarno e molto semplice, lo trovo poco espressivo per dei capitoli lunghi quanto a delle drabble e per una storia che si risolve in tre brevissime scene, quattro se consideriamo che l’ultima parte si divide in due momenti distinti.
La punteggiatura è assolutamente da rivedere. Abusi dei due punti, li inserisci ovunque in maniera molto arbitraria. Lo stesso posso dire dei capoversi: quasi ogni frase è separata dalle altre, anche quando è lo stesso personaggio a parlare. Tutto questo rende la lettura, e di conseguenza il tono e il ritmo con cui il lettore legge, disconnessa, a scatti, troppo lenta. Devi tener conto che la punteggiatura in una storia è come un maestro d’orchestra: è lei a dire al lettore con quale ritmo e con quali pause leggere uno scritto.
Il lessico è curato, semplice, con qualche termine più importante che comunque lo arricchisce.
Le frasi sono lineari, più o meno lunghe, e non riescono a graffiare, a incidere in così poche righe tutte le complesse emozioni, i giochi di sentimenti, i conflitti e la profondità delle scene. Hanno più o meno tutte la stessa struttura, non usi costrutti particolari, non inventi. La lettura scorre insipida, quasi immota.
I dialoghi invece tengono la scena, sono serrati nella seconda parte, e questo conferisce una distinzione ulteriore ai tre capitoli. Manca invece una più curata introspezione, mentre le sequenze narrative sono del tutto assenti; sarebbero state utili, anche solo per creare atmosfera.
La scelta di usare un narratore differente per l’ultima drabble ha dato un’ulteriore nota di versatilità, ma ho riscontrato un problema nell’ultimo. Il narratore onnipresente che utilizzi nei primi due capitoli è ben gestito, si muove molto bene tra i due personaggi, senza creare confusione di focalizzazione. Nel terzo capitolo, invece, ho notato un diverso stile iniziale, che molto mi ha ricordato l’introduzione alle puntate dell’anime, e che si distacca totalmente da tutto il resto. Inoltre la prima persona narrante non è sfruttata al meglio. Sarà un limite mio, ma non mi trovo d’accordo con quel “Non ho più forze… addio” per esprimere l’ultimo pensiero di una persona morente e sfinita. La prima persona ha toni differenti, non è omogenea ed è poco espressiva per essere espressione di un narratore interno.
Le tematiche sono appena accennate, eppure il messaggio arriva ben chiaro e definito, questo proprio grazie ai dialoghi che si concentrano sul cuore della situazione: Gol D. Roger deve costituirsi, ormai gli sono addosso, e con questa mossa vuole provare a salvare almeno la sua famiglia. Vengono chiamati in causa, quindi, temi quali, l’amore, la fiducia, il rispetto, la lealtà, lo spirito di sacrificio e anche una certa dose di coraggio.
Originalità, Ambientazione e Trama: 10/15
Non ho riscontrato un elemento prettamente originale. La storia si limita a ricalcare le vicende precedente e del momento della nascita di Ace. Hai creato un missing moment che comunque riempie un vuoto, dando un’interpretazione piuttosto lineare, ma in linea con la storia conosciuta.
L’ambientazione, invece, è del tutto assente. Non si ha mai una concreta possibilità di immaginarsi i luoghi in cui si trovano. Anche la porta, unico elemento della scenografia, è solo una porta: non un colore, non una forma, non un dettaglio. Sarebbe bastato un piccolo accenno che aiutasse la sfera visiva. In questo modo, nessuno dei cinque sensi è davvero stimolato, e la storia risulta vuota, poco coinvolgente.
Il contesto è chiaro, hai avuto molta cura di rispettare il canon del fandom (per quello che posso valutare con le mie poche conoscenze). L’incipit del primo capitolo è diretto, inizia in medias res, e questo riesce a creare aspettativa e a colpire il lettore; la sospensione finale poi, e il piccolo vuoto tra il primo e il secondo capitolo, sfumano perfettamente il primo in un buon cliffhanger e il secondo di nuovo in un altro medias res che fa effetto. La conclusione del secondo capitolo è triste e densa del dolore che prova il personaggio.
Il terzo capitolo è un mondo a sé e funge da epilogo. Distante un po’ di tempo rispetto agli altri due, inizia con un tono quasi formale e si conclude con l’esaudire il desiderio del re.
I generi drammatico e triste sono ben trattati: c’è il dramma di Rouge che si vede dover affrontare da sola una destino e un breve futuro duro, senza l’uomo che ama, la felicità strappata di mano nel momento di maggior orgoglio e unione; e la tristezza per le sorti eroiche e degne di rispetto del re dei pirati. L’introspezione è blanda, non scende mai veramente nell’intimo dei personaggi e si limita a presentare le loro reazioni.
Titolo, Introduzione e impaginazione: 4.5/10
Il titolo è perfetto: ha forza, incisività, mette in risalto la determinazione e l’irremovibilità del re dei pirati. I tre sottotitoli sono più semplici. La brevità è un vantaggio che ben si accosta alla brevità dei capitoli. Ho trovato il primo forse un po’ decentrato dal cuore del capitolo, mentre gli altri due sono più attinenti con il contenuto.
L’introduzione, mi dispiace dirlo, è totalmente assente. Non attira per niente l’attenzione del lettore, non presenta la trama, ma fa l’errore di spiegare la parte più tecnica dell’opera. È impersonale, si limita a dare un contesto e nulla più.
Anche l’impaginazione ha diverse mancanze: non c’è il testo giustificato, mancano i rientri nei capoversi. Soprattutto non ho ben capito la scelta di usare uno sfondo nero, in cui tra l’altro hai scordato di inserire l’ultima frase del secondo capitolo. L’ho vista solo in un secondo momento e con molta difficoltà.
Caratterizzazione dei personaggi: 18/20
Essendo personaggi di un fandom, più che la loro caratterizzazione è mio compito valutarne l’IC.
Ho trovato molto IC il personaggio di Gol D. Roger. In poche parole, ma soprattutto grazie alla forza della sua decisione e delle sue parole, sei riuscita a delineare un intero personaggio. Mi manca sempre l’aspetto visivo, che nel suo caso avrebbe marcato molto bene anche l’effetto che lui ha sugli altri. Per il resto, hai evidenziato molto bene la sua purezza di spirito. È un pirata, sì, ma se ha il rispetto di un uomo della Marina un motivo dev’esserci. Roger ha la stessa purezza di spirito di cappello di paglia. Lui è pronto a sacrificarsi per le persone che ama, ha piena fiducia in un uomo che gli è stato per la maggior parte del tempo avversario; ha una fiducia incondizionata verso le fedeltà degli uomini; ma è anche un uomo irremovibile, che affronta con innocenza e determinazione gli eventi, senza mai piegarsi, senza mai farsi sconfiggere nello spirito. Emblematica è la sua risata, che sono felice tu abbia accennato nel primo capitolo. Ho apprezzato molto la leggerezza e l’umanità con cui si appresta ad affrontare l’amante. In questo vedo anche il desiderio di non volerle infliggere un simile dolore, e di conseguenza mostri anche il suo senso al dovere. È un uomo d’un pezzo, il re dei pirati, che si fa rispettare prima di tutto come uomo che come pirata spietato.
Di Portogues Rouge risaltano sia l’amore profondo, sia la solidità con cui affronta il suo destino. Nella puntata che ho visto e ricordo, la ricordo inamovibile come una statua, con lo sguardo duro, ma una dolcezza nel modo in cui protegge il suo bambino. Qui, forse per mancanza di spazio, quella personalità, quella forza non riescono a trasparire del tutto. Il personaggio è, sì, ben caratterizzato, ma manca di potenza, soprattutto nella terza parte, dove il narratore non è riuscito a valorizzarla, a essere pertinente con il suo personaggio. La forza di Rouge viene espressa sia dalle parole di Roger, che la ama la rispetta e in un certo qual modo la teme, sia dal modo in cui lascia anche il suo uomo, dopo un primo tentativo di persuaderlo.
In quel “Dentro di lei, tuttavia, qualcosa si era spezzato.” è racchiusa quell’aura che io ho percepito nell’anime. È una donna che muore un po’ insieme al pirata, che vive solo per amore del suo bambino. È una donna che sa nascondere il dolore, che sa porsi degli obiettivi, sa concentrarsi; eppure c’è anche debolezza in lei, anche se non so se posso considerarla tale, vista l’unicità della sua gravidanza.
Nel terzo capitolo, dalla parte di mezzo, si riesce a percepire la sua dolcezza, il suo amore e il suo orgoglio.
Gradimento personale: 2.5/5
Avrei voluto di più. Non ho mai avuto la costanza per seguire questo anime, eppure ci sono alcuni personaggi, alcune storyline che non ho potuto fare a meno di approfondire. Quella della famiglia di Ace è una di queste. Mi aspettavo un’atmosfera più curata, dei toni più coinvolgenti, un conflitto più approfondito. Invece è stato tutto molto veloce e breve, e nella sua brevità non mi ha saputo conquistarmi del tutto. Sicuramente hai fatto un buon lavoro di caratterizzazione, e ho apprezzato la cura dell’IC dei personaggi. A modo mio mi ha soddisfatto anche l’incastro perfetto del missing moment, ma avrei decisamente evitato l’avvertimento tematiche delicate, perché porta molto fuori strada. A mancarmi, per i miei gusti, soprattutto è stato la stimolazione sensoriale. Non mi piace essere “accecata” quando leggo, ho bisogno di punti cardinali visivi prima di tutto, e poi degli altri. È importante creare una giusta atmosfera. La cosa che però ho apprezzato è stata l’espressività dei dialoghi. Forse stilisticamente li avrei gestiti in maniera differente, ma nella loro importanza mi hanno assolutamente colpito. Sono il punto forte.
Punto Categoria: 2/5
Per quanto riguarda i punti della categoria, non te li ho assegnati tutti perché l’elemento di persuasione non è sviluppato fino in fondo. C’è un conflitto, questo sì, e ci sono due personaggi che remano nella direzione opposta per cercare di convincere l’altro a desistere, a cambiare idea, o nel caso di Rouge di capire. Ma la categoria richiedeva un processo più lungo, più estenuante, che avrebbe dovuto far risaltante la perseveranza e la pazienza nel perseguire l’intento di persuasione. Ho comunque apprezzato l’elemento di determinazione.
I punti bonus non posso assegnarli perché l’elemento eros è nettamente assente.
Punteggio: 65.3/90 |