Recensione contest Craving for… Myths, Legends and Folklore
Ottima rivisitazione del mito! La consegna Bring it back to life è perfettamente rispettata e la presenza del mito molto (molto) ben gestita; mi è piaciuto molto come hai incarnato, in modo naturale e per nulla forzato, buona parte del pantheon greco nei personaggi, primari e secondari (l’originalità della storia consiste principalmente in questa elaborata amalgama tra mito e presente).
Il titolo è semplice ma ben scelto. Non si tratta solo di un vago riferimento alla metamorfosi di Daphne, le foglie diventano un elemento rilevante nell’ultima fase del racconto: prima la ragazza, durante la fuga, le lancia addosso a Paul (gesto disperato che prefigura la trasformazione), poi il giovane sbriciola una foglia tra le dita, sperando che la fragranza che da essa si sprigiona possa riempire il vuoto lasciato dalla scomparsa della fanciulla (l’ironia di quest’ultima scena è molto sottile, perché in realtà lei è proprio lì in quella pianta, in quel profumo).
Trovo che la trama sia molto ben gestita e delineata; riprendi la traccia base del mito, ma te ne discosti con digressioni che permettono di conoscere meglio i personaggi, di contestualizzare la storia e di percepire l’evolversi dei sentimenti (o meglio l’approfondirsi della consapevolezza degli stessi negli interessati).
La personalità e la psiche dei personaggi sono costruite pian piano, attraverso pensieri ed impressioni, attraverso piccoli spaccati di vita quotidiana che permettono, nonostante l’apparente normalità, di collezionare le tessere che, come in un puzzle, andranno a formare i ritratti dei protagonisti.
Ho apprezzato molto il modo il cui emerge il loro lato umano (il rimorso, le insicurezze, i dubbi…).
Inizialmente Paul sembra un galletto superficiale ed egocentrico, mentre Eros appare come il povero ragazzino ignorato da tutti, poi però la situazione si capovolge: dietro al primo scorgiamo un ragazzo che si è rifugiato nell’apparenza per sfuggire alla sofferenza e rincorrere la felicita (Apollo matura nel corso della storia, rendendosi conto che ciò non può renderlo davvero felice); mentre scopriamo che il secondo nasconde un cuore nero, pieno d’odio e rancore. La storia tira fuori il meglio di Paul e il peggio di Eros.
Il personaggio di Diane è, relativamente, poco presente ma molto importante; è stata un’ottima idea inserirla, perché la sua perspicacia offre molti contributi al racconto.
Se l’amore di Apollo evolve in modo tutto sommato “naturale”, invece il comportamento di Daphne è evidentemente irrazionale e frutto dell’incantesimo. La concezione che la ragazza ha del giovane si modifica nel corso del racconto, sembra quasi che alla fine lei possa cedere, innamorandosi a sua volta, ma non accadrà perché quel timore irrazionale è troppo radicato nel suo animo.
La storia scorre che è un piacere. Sei riuscita a rendere molto bene l’atmosfera di un liceo contemporaneo, gestendo il linguaggio in modo molto equilibrato: si sente che sono ragazzini, ma non per questo il registro è basso (o eccessivamente gergale, né tantomeno volgare).
Dal punto di vista grammaticale non ho trovato niente di particolarmente degno di nota. A parte questa frase: Che poi non capisco cosa ci trovi in me, o come mai tutt’a un tratto gli sia venuta questa voglia di uscire con me… (1) personalmente avrei inserito un punto interrogativo (perché, in fondo, è una domanda, un dubbio), inoltre (2) non capisco quale funzione abbia quel ‘che’ iniziale e sinceramente mi sembra errato (sarà forse un refuso influenzato dalle costruzioni precedenti?). Ci sono poi un paio di refusi (l’intevallo intervallo; no? e il cuore mi batteva serve la maiuscola a inizio frase) e di ripetute imprecisioni relative alla punteggiatura: i puntini di sospensione sono sempre tre e generalmente vanno seguiti da uno spazio; per gli incisi i trattini brevi sono scorretti, occorre usare quelli lunghi.
La storia mi è piaciuta veramente molto, l’ho letta tutta d’un fiato. Complimenti!
frav |