Recensioni per
You want a martyr?
di Maya89

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
03/09/13, ore 21:06

Questa storia ha partecipato al "10 songs contest" indetto da Frandra sul forum di EFP

Grammatica e sintassi:
La grammatica non presenta problemi di alcuna sorta. Vi è soltanto un errore di battitura qui “Mi dai chiesto di perdonarti e ho finto.” dove, com’è comprensibile, il dai era hai.

Lessico:
Il lessico è nel complesso buono, d’impatto ed essenziale, per nulla aulico, ma coerente con se stesso. Si adatta bene tanto alla vicenda narrata quanto al personaggio narrante, che non necessita di perdersi in inutili poeticismi ma va direttamente alla carne viva della situazione, così nel lessico, come nella storia.
Quella che hai fatto, un lessico così terra terra, che sfrutta la forza del “volgare”, è una scelta coraggiosa, che non sempre paga in una drabble, tuttavia, il fatto che tu sia rimasta aderente a questa tua decisione ha regalato l’effetto che penso tu stessi cercando contribuendo anche a dare più spessore ad un personaggio che aveva già a disposizione un numero molto esiguo di parole per emergere e per cui ogni singolo dettaglio risulta essenziale.
Stile:
Lo stile che hai scelto di utilizzare è sicuramente tipico delle drabble, periodi brevi e incisivi che abbozzano con chiarezza una storia concentrandosi principalmente sulle emozioni. Se questa modalità di scrittura non spicca per innovazione va però detto che richiede una certa padronanza nell’utilizzo, non è infatti facile delineare una trama che possa reggersi saldamente in piedi e trovo che tu ci sia riuscita molto bene.
Altra scelta pericolosa è stato l’utilizzo dell’anafora, figura retorica che troppo spesso si trasforma in un’arma a doppio taglio, ma anche qui ne sei uscita egregiamente, evitando l’effetto “lista della spesa” e fornendo un elenco di frustrazioni che fa assaggiare al lettore la rabbia crescente della protagonista.
Tutto questo ci porta alla frase finale, che spezza lo schema delle precedenti, fatto sottolineato dalla doppia spaziatura; questo cambiamento di “modus operandi” mette ancor più in risalto l’importanza di questa conclusione che fa da chiave di volta di tutta la drabble.
Non trovo alcun appunto negativo da fare allo stile utilizzato, è conforme alla tipologia che hai scelto, s adatta al contenuto ed è sufficientemente evocativo, il fatto che manchi di innovazione non va ad intaccarne la qualità.

Trama:
in un momento in cui tutti i telegiornali ci bombardano di notizie allarmanti circa violenza sulle donne nella tua storia è proprio un’esponente del cosiddetto “gentil sesso” a prendere la via delle armi; scelta sempre biasimabile, quella della violenza, eppure nuova, perché per una volta non è la donna a subire ma è lei ad impugnare il coltello, in senso letterale, è questa sua truce vendetta, così cruda per essere femminile (le statistiche parlano chiaro, le donne preferiscono vie più sottili, come il veleno) ad essere una ventata d’aria fresca in un panorama tanto letterario quanto di cronaca che vede, terribilmente spesso, la femmina come vittima.
La seconda osservazione che suggerisce la trama di questa breve storia è quella sulla lucida follia della protagonista, il suo fingersi remissiva e docile al fine di castigare un compagno che l’ha ferita più e più volte, in poche righe sei riuscita – volente o nolente – ad instillare nel lettore il dubbio che questo suo macchinare non sia del tutto sano. La sua è quindi una rabbia vendicativa ma elegante, forse un po’ insana, ma d’impatto e quasi – ma soltanto quasi – in grado di suscitare empatia.
La scansione degli eventi si presenta serrata e concisa, ma chiara, si ha la sensazione di precipitare l’evoluzione della psiche del personaggio, la sua caduta in un il cono dantesco dell’inferno per arrivare ad una conclusione feroce di grande impatto. Bello, per l’appunto, anche il finale, cattivo al punto giusto, con quel senso di rivincita che maschera l’orrore  e che non ti fa chiedere che ne sarà di lei dopo questo gesto, dopo questa rivincita dal prezzo forse un po’ troppo alto, ma condivisibile, almeno in parte
L’unica piccola pecca, ma che in una storia di questa dimensioni ha il suo peso, riguarda questo passaggio che non risulta propriamente chiaro “Mi hai dato l’opportunità.” Di quale opportunità stai parlando? Lui si è forse messo a sua completa disposizione per farsi pugnalare? Si può dire che il suo comportamento le abbia dato la forza mentale per affrontare un passo come l’omicidio, ma dire “l’opportunità” non rende ben chiara la faccenda.

Caratterizzazione dei personaggi:
Caratterizzare in maniera esaustiva un personaggio è complesso in un libro intero, figuriamoci, eppure sei riuscita a dirci quel tanto che basta per  poter apprezzare appieno la storia, che comunque non è cosa facile. La protagonista appare come una donna esasperata, logorata dalla rabbia e quindi pericolosa; il personaggio maschile, invece, traspare di riflesso, si ottiene conoscendo ciò che ha fatto alla protagonista, un espediente intelligente – magari non pensato, ma comunque molto valido – anche se in fondo la visione che ne abbiamo è quella della narratrice e dunque sfalsata.

Utilizzo della canzone:
Utilizzo della canzone è stato molto particolare, lontano dalla trama originaria, ma perfettamente in linea con il messaggio di riscatto che trasmette il testo. Ho trovato molto appropriata la citazione iniziale, calzante in toto con la storia, e che fa da ottima introduzione a ciò che attende il lettore.
Hai espresso giusto equilibrio fra rabbia, frustrazione e desiderio di reagire che viene descritto nel pezzo che hai scelto.

Originalità:
Soffermandosi puramente al livello stilistico, l’innovazione in questa storia è pressoché nulla, le costruzioni che hai usato sono piuttosto comuni, soprattutto nell’ambito delle drabble, e decisamente già viste.
Anche la situazione è già vista, un rapporto travagliato e ossessivo, soffocante, da cui la protagonista vuole fuggire. Il vero plot twist però non si fa attendere, con svolta finale non da poco, un omicidio, che decisamente non ci si aspetta.
Decisamente ottima e molto molto apprezzabile è anche l’ironia macabra della frase finale, anche questa del tutto inattesa.

Opinione personale:
Una menzione speciale va all’introduzione, splendida, potrebbe essere una frase di Bill (Kill Bill), e credimi, questo il più grande compromesso che io possa fare.
Ho molto apprezzato anche l’interpretazione che hai dato della canzone, molto diversa da quanto potessi aspettarmi.