Recensioni per
Il pane dell'altro ieri
di Mattimeus

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
26/08/13, ore 14:56
Cap. 2:

I brividi.
Mi sono venuti i brividi alla fine del capitolo.
Probabilmente ho apprezzato di piu` questo di quello precedente perché l’ho compreso meglio e l’ho sentito “più vicino”.
La prima cosa che mi e` venuta in mente mentre leggevo e` stata:
Cosa puoi provare se tuo figlio entrasse in seminario? O anche, nel mio caso, se un mio amico o mio fratello entrasse in seminario non saprei cosa pensare.
Non ne sarei felice, sicuramente.
Sentirei che quella persona mi viene “rubata” da qualcuno di più grande di me e non lo potrei sopportare.
Però come succede alla donna alla fine viene accettata la scelta e si inizia ad amare.
Non e` pero` questo il fulcro della storia (sono solo elucubrazioni del mio cervello malato).
Quando ho letto: ”Eppure, nonostante tutto, quella era la prima volta da anni che sua madre insisteva per preparargli la valigia.” Mi ha colto l’angoscia del sapere che sarebbe stata l’ultima volta in cui si sarebbero visti e infatti e` stato così.
Nonostante pero` la madre sapesse che si stava avvicinando quel momento non ha voluto dirlo al figlio e lui ha fatto lo stesso con la madre.
"Per questo non ci fu bisogno di parole per quell'addio. Era un po' come ciascuno, per l'altro, stesse morendo in quel momento."
E` straziante questo pensiero. E` straziante pensare che si arriva ad un certo punto in cui non servono parole per capire quello che succederà, tanto che alla fine non si puo` nascondere.
E` coraggioso da parte della madre affrontarlo a testa alta pero`, non e` da tutti riuscire a fare una cosa del genere.
Mi e` particolarmente piaciuto il finale, che non si sofferma su come sia morta ma solo sul fatto che quella notizia abbia impiegato tanto ad arrivare alle orecchie del figlio.
Ultima cosa… Teo, vuoi farti prete?!?!

Recensore Veterano
26/08/13, ore 14:38
Cap. 1:

Come avevo preannunciato…….
Eccomi qua!
E` particolare come storia, quasi strana.
Insomma ti lascia un po’ di amaro in bocca quando la finisci.
La zingara sarà realmente un essere umano o un gargoyle di pietra?
O sono semplicemente i nostri occhi che non vedono il disagio che ci sta vicino pensando che esista solo molto lontano?
Il fatto che poi alla fine sia proprio questa creatura a caricare uno degli ultimi pacchi sul container, per poi tornare a fondersi nella roccia lascia un po’ di disagio di fondo, non so come spiegarmi.
Probabilmente io non ho capito un fico secco della storia, ma anche il fatto io ci abbia pensato per qualche minuto significa che mi e` piaciuta, nonostante tutto :)

Recensore Junior
15/08/13, ore 11:32
Cap. 2:

Devo ammettere di non aver ben capito lo scopo di questo racconto breve. Se il punto focale era la morte della donna, non riesco a comprendere per quale motivo sia stata trattata in modo così sbrigativo, come se fosse un evento trascurabile o quantomeno privo di effettivo riscontro nel reale. Ho apprezzato molto il richiamo a inizio e fine del racconto della stessa sentenza sul tempo del viaggio e mi complimento per la scelta di un tema così significativo. Tuttavia, non riesco a comprendere quale fosse l'intento poetico delle scelte stilistiche. Ho letto dall'introduzione che alcune sono storie vere. Ma intendi verosimili o vere nel senso che tu hai raccolto direttamente testimonianze di queste persone?

Recensore Junior
12/08/13, ore 10:35
Cap. 1:

Beh, non so con che faccia io mi stia rifacendo viva dopo tanto tempo, ma mi sono tornate per caso sott'occhio le tue storie e le tue poesie questa mattina e ho trovato davvero tantissime cose nuove.
Prima di iniziare a dirti cosa ne penso di questo lavoro nel particolare, vorrei che tu sapessi che sono davvero felice di vedere che hai continuato a scrivere e pubblicare con i ritmi di un tempo. Hai un incredibile talento e sarebbe un peccato indescrivibile se per qualche ragione tu dovessi decidere di smettere di scrivere. Il fatto che tu abbia portato avanti i tuoi progetti con questa continuità mi dà un notevole sollievo.
Al di là di questo, trovo questo racconto davvero significativo. Per essere una breve pillola, lascia al lettore un grande senso di impotenza e confusione da sembrare un'opera molto più estesa ed elaborata. Tra tutto, sono stata molto colpita dalla faccenda della porta sinistra. Leggendo della porticina sinistra, sin dall'inizio, si viene naturalmente colti da una sorta di sensazione profetica secondo la quale tutto ciò che si sta leggendo deve essere profondamente sbagliato. Ma come? In una chiesa, culturalmente tramite tra l'umano e lo spirituale, tra l'alto e il basso, si deve entrare dal lato sinistro? Lo stesso, diabolico, lato sinistro tanto demonizzato dalla cultura cristiana? Il lato sinistro che nella tradizione indicava il mondo terreno con tutti i suoi peccati? E poi le contraddizioni arrivano, inevitabili, e si capisce come niente in queste righe sia lasciato al caso e come tutte le premesse vadano a incontrarsi in un finale che- come tutti i tuoi- non è mai scontato ma sempre coerente.
Grazie per esserci ancora come e meglio di un tempo.