Ehi Bet, ciao Bet. Guarda cosa sto facendo, Bet. Guarda quanto ti devo amare per recensire qualcosa che non mi piace, la cui coppia non mi attira nemmeno un po'. Adorami, Bet.
Ma ehi, mi sto perdendo in chiacchiere inutili. Per prima cosa diciamoci che, oggettivamente, a dispetto di quello che io personalmente possa pensare, è una fottuta meraviglia. Una meraviglia di quelle che ti catturano, una meraviglia di quelle che ti lasciano un sorriso, una meraviglia che ti fa rabbrividire di gioia per ogni frase- non ho letto granché di tuo (mi bastano le role, oy) ma tra il poco che ho sfogliato credo che questa sia una delle tue migliori. Hai descritto perfettamente i loro sentimenti, le loro emozioni, ti sei immedesimata in loro e hai trasformato due ragazzini che in Hetalia vengono spesso ignorati in due amanti adulti e consapevoli, che si ritrovano di fronte alla loro prima esperienza ed ovviamente possiedono i dubbi e le poche capacità che questo comporta. E, cosa più importante, non ti sei solo posta nei loro panni, ma hai piazzato noi lettori nella loro condizione di ragazzini inesperti, dote che non è da tutti e che è veramente apprezzabile.
Detto questo: la prosa è perfetta come solo tu (mlmlml) sai fare, hai un linguaggio sveglio e sai che amo tantissimo come scrivi, l'unica pecca è di cosa scrivi. Hai un lessico ampio e sai usare le parole che ti saltano in mente, non poni paroloni dove sai di non poterli aggiungere e hai un modo efficace per narrare i tuoi personaggi. Innanzitutto tu non scrivi, tu vivi direttamente le situazioni- e le fai vivere a me, a me che non piacciono questi personaggi, a me che non mi sento emotivamente coinvolta da questa coppia. Non è la perfezione?
... ma.
Leggendo, scorrendo le parole, ad un primo sguardo e ad una prima letta non cogli nulla che, diciamo, non vada; rileggendo lo scritto, tu lettore, cercando di emozionarti come hai fatto la prima volta, scorgi allora queste ripetizioni che - ahimè - non ti suonano granché bene nel contesto perfetto ed ideologico in cui sono state poste. Per fare un esempio, alla frase "un cioccolatino ripieno di fragole, rosse e dolci e deliziose. Era bellissima, era pura ed era sempre e solo sua, in eterno, come il cioccolato" rimane molto impressa la parola cioccolat(ino)o, e non dico che suona male risentire l'eco di un vocabolo non così comune scritto due volte, ma quasi; in "un uomo che stava imparando a giocare come tale. Victoria era sua, Venere deliziosa, e non sapeva come averla, non sapeva cosa fare, non sapeva— non era pronto a diventare uomo, non era pronto a giocare come tale" la locuzione giocare come tale, non essendo una frase comunissima, si nota subito quando ripetuta; in "delle membra perfette. Sorrise. Si disse di non avere più paura, perché il suo sorriso era perfetto" hai ripetuto in un lasso di parole troppo breve perfette/o, e a quanto sembra non pareva una scelta stilistica, solo una (per così dire) dimenticanza dettata dallo scriver di getto (e sicuramente dal non essere una perfezionista compulsiva xoxo). Ti consiglio di rileggerlo una, due volte, e di trovare un sinonimo a quelle parole che potrebbero essere state riscritte troppo spesso, anche se ehi, è solo un consiglio e sei liberissima di scegliere cosa fare o non.
Per il resto hai una grammatica elaborata, una consapevolezza fantastica delle parole nel senso più stretto del termine, e sappi che voglio leggere qualcosa che mi sappia coinvolgere più di una SeaWy, donna. Ah, e— "Divenne uomo come la notte divenne giorno, divenne uomo e l'amò più d'ogni altra cosa." il tuo saper concludere le fic (come anche le risposte alle role) è spettacolare, poiché dona ciò che deve, pone i puntini sulle i, i trattini nelle t, nelle e e nelle effe e, per parlare di questa frase specifica, lascia nel cuore il sorriso dettato dalla gioia per la felicità di qualcun altro, qualcuno che - seppur non esista - tu sai rendere così reale che ti emoziona la sua emozione.
Lasciami essere fiera di te.
E sappi pure che voglio una storia dedicata solo a me, qualcosa di meraviglioso e che amerò.
Fottiti stronza.
Frì. |
