Ciao bagasha *lo dice in modo affettuoso*
ti odio dal profondo del mio essere (?) perché ho pianto anche io come i veri uomini (?) con questa tua fan fiction e sono davvero felice di averla letta, perché temo che non possa essere paragonata a nulla, se non al sentimento stesso che, a mia volta, ho tentato di imprimere invano in un capitolo, da qualche parte nel fandom.
Sospiro, mentre scrivo questa recensione e sono felice nel farlo, perché sebbene sia struggente la pagina del diario di Gojyo, so perfettamente quanto mi abbia fatto bene leggerla in questo momento, ricordando le cose belle e quella luce che mai si spenge in fondo al tunnel che è la vita.
La sua adolescenza, la sua grande forza di volontà, il turbinio nel quale è caduto, rialzandosi, mi commuove dentro l’anima, tendendola verso direzioni sconfinate e facendomi quasi sorridere come fa lui, confidandosi col diario in memoria del fratello perduto che, ritrovato, quasi l’ha fatto infartare (?) – perdonami il termine, ma temo che non ne esistano di diversi, data anche la sua espressione allibita, dopo averlo visto nel gruppo di Ko.
Hai usato delle parole bellissime e io non trovo modo di descrivere quanto letto, mi auguro solo che verrà apprezzata per quello che è: un’OS senza pretese che si sposa magicamente alla fan fiction che hai in corso e che non vedo l’ora di leggere per straziarmi ancora un po’ il cuore.
Sorrido e mi viene da piangere, perché l’affetto del rosso nei confronti di Dokugakuji è infinito, come quello di un vero fratello – seppure loro non fossero tali del tutto a causa delle madri diverse.
Ottimo lavoro.
Alla prossima,
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