Va bene, oggi ti sto perseguitando! Lo ammetto!
Ma non posso ignorare il richiamo di Dumas! Non posso proprio fisicamente!
Ho sentito la canzone dalla quale hai tratto l'ispirazione per il titolo: nonostante, come hai sottolineato tu stessa, non siano molto somiglianti come tema, anch'io noto il collegamento tra il lasciar andare di Avril Lavigne e quello di Aramis. Non si parlerà d'amore, è vero, ma non sono forse i ricordi che creano i migliori legami affettivi? ;)
Passando al testo: io amo i Tre moschettieri in generale, ma ancora di più Aramis! Tra tutti, lo vedo come il personaggio più complesso della vicenda: è un prete che combatte, che uccide, ma non smette di farlo per vigliaccheria o altro: no! Decide di restare al fianco dei suoi compagni, degli uomini che l'hanno sostenuto e cui ha dato sostegno. Trasmette, a mio parere, degli ideali meravigliosi.
Pur avendolo trasportato in un tempo più avanzato rispetto a quello della narrazione di Dumas, credo che tu sia riuscita a mantenerlo IC per quanto riguarda i suoi ricordi, ma non ho difficoltà a vederlo così in vecchiaia: rimane un uomo - un gentiluomo, anzi - che non può - e non vuole - dimenticare le sue avventure, i suoi anni migliori, risultando ancora combattuto interiormente. E' bellissimo, questo aspetto: è come se, per lui, la battaglia non fosse mai finita. Mentre i suoi amici hanno trovato, potremmo dire, pace nella morte, lui sembra destinato a non deporre mai la spada, di cui continua ad accarezzare il fodero.
Un'altra cosa che ho apprezzato tantissimo è stata la contrapposizione tra i due paragrafi, delineata dalla diversa funzione dell'inchiostro: all'inizio è un qualcosa di elegante, perché non sono subentrati i ricordi e la malinconia; poi, diventa una macchia, una macchia scura come il suo umore. In fondo, è un uomo che sta aspettando di morire, che nega nonostante la sua consapevolezza.
"Ma neghi, perché negare è più semplice, perché ammetterlo equivarrebbe a dire addio al gentiluomo, ad affermare di fronte a te stesso e a Dio le tue colpe." è una frase stupenda, sia per il riferimento a Dio - termine e tema pregnante in tutta la saga, e a maggior ragione per lui -, sia per come hai sottilmente denigrato il concetto di gentiluomo, fatto di apparenze.
Ogni parola è inserita benissimo, magistralmente. Il tuo stile, lo sai già, mi piace tantissimo e lo trovo perfetto per questo testo!
Infine, tutti i riferimenti sparsi qui e là - ti ringrazio, anzi, per averli precisati nelle note, altrimenti me ne sarei sicuramente persi alcuni per strada! - fanno di questa OS un piccolo scrigno, cassaforte di tutta la trilogia.
Davvero, complimenti infiniti! :*
Bacioni, cara, e alla prossima!
Julie_Julia |