Recensioni per
The Man Who Loved Too Much
di SAranel
(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) |
Sono completamente annientata. Questo è un capolavoro e, se non fosse per i nomi e certe caratteristiche, potrebbe benissimo essere una storia originale. Da pubblicare immediatamente ovunque. Ti spezza, ti distrugge, ti fa piangere e tremare, ti scava dentro e ti sconquassa lasciandoti confusa, addolorata e allo stesso tempo completamente conquistata. E tu dici che ti vergogni? Non dirlo mai più capito? *manda tanto amore, tutta commossa* |
"Tutti amiamo le tragedie. A scuola ti costringono a immedesimarti in personaggi Shakesperiani destinati a una fine atroce, infiocchettano le loro storie con fronzoli romantici e chiacchiere sulle buone intenzioni di ognuno, sugli obiettivi da loro raggiunti, sui mezzi utilizzati per arrivarvi. Descrivono Romeo come ebbro di vero amore, lui che sino al giorno prima di conoscere Giulietta bramava il cuore di un’altra fanciulla, e giustificano il gesto della sua innamorata, pronta a morire per un quasi sconosciuto solo per non sposarne un altro. |
Questa storia è così minuziosa nei particolari, così ricca di riflessioni e di considerazioni, così complessa e piena nella sua ipotassi da sembrare che non si svolga affatto nella realtà, ma solo e unicamente nella testa di Sherlock. L'atmosfera è surreale, serrata e febbrile come sarebbe nei pensieri di un tossicodipendente e chissà che John stesso non sia una semplice proiezione mentale: il finale aperto di questa fanfiction lascia numerosissime possibilità in sospeso. |
(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) |
Sara amore mio.... |
Oh Mamma. |
Lascia tutto in sospeso. Lascia tutto in sospeso, cristallizzato, non sai come finisce, non sai chi è l'uomo che John rimpiange (un ex-commilitone, migliore amico, amore) e non sai cosa diventerà Sherlock, che probabilmente vi somiglia. Non sai nulla, non puoi fare nulla, sei intrappolato nella mente di Sherlock da alcune spiegazioni che lui non ti sa dare, che non ti può offrire, poiché non riesce ad uscire dalla simulazione dell'analisi. John è pazzo, ma non vive in un mondo di mezogna e illusioni, solo nella ricerca disperata di chi sta aspettando. È come se venisse da un'altra epoca, come se avesse quell'antico richiamo fraterno, passato e sopito, che si risveglia piano nelle nostre memorie come un bambino troppo assonnato. Non credo di essere in grado di recensire una meraviglia introspettiva come questa, che ha toccato limiti e li ha sfondati là dove credevo che i confini fossero infiniti, ha sfiorato e toccato argomenti che non avrei saputo immaginare, sfidando la realtà e il sogno in un duello di carta e inchiostro, di parole e lacrime, e tragedia, ma non la classica tragedia, una tragedia che spazia nelle unità di fine e di spazio, e tempo, e azione, ogni cosa trascende questa storia e la rende assolutamente unica. La poesia di cui le parole sono intrise, goccia per goccia, è una dolorosa pioggia di dolore che si riversa sul lettore poco a poco, nel seppellirlo quasi ignaro nelle cupe tenebre dal quale sarà avvolto, per poi rimanere ad ansimare nel sospiro dell'attesa che la fiamma si spenga per sempre o si rianimi accesa come una fenice pronta a rinascere dalle stesse ceneri. |
Una sola parola: meravigliosa. Non incantevole perche non lo è, solo meravigliosa. Amo l'introspezione di Sherlock in ogni suo passo, quando contempla la rovina della sua vita Che lntercede l'ineluttabile incedere verso la morte, in un circolo perpetuo di vizi e tutto quel sentimento platonico verso quel pazzo che è diventato John. E John che dipinge, che sta zjtto ma non subisce, non subisce perché è perso in un suo mondo, un mondo completamente diverso dal nostro, uno che non potremmo mai capire del tutto. E Sherlok strafatto di coca che sa già la sua fine ma non naufraga perché esistono uno in funzione dell'altro, sa già come sarà ritrovato, sa che i suoi fingono di non vederlo, sa che non ha speranza. È bello il rapporto con Le strade, tutta la autocommiseraziobe, il clima di nebbia che ho letto solo in un'altra FIc di un altro famdom di una coppia che ormai non mi piace più, ed è così triste, un lento trascinarsi nell'onda, la frase sulla loro tragedia che è una delle più veritiere e che questa settimana scriverò ovunque. C'era la pazzia dell'aver perso l'amore e del barricarso dietro un velo, qui fatto di disegni. Ma se Sherlock è li, chi è l'uomo nel disegno? Chi John ama più di tutto se stesso? Sono troppo intrigata, voglio il continuo. È un capolavoro Scusa, sono una frana, avevo recensito l'altro capitolo -.-" adesso vado a leggerlo e poi rimedio xD
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