Dunque, dunque, dunque.
Dal momento che - tempo permettendo - questa non sarà che la prima di una lunga serie di mie recensioni, ritengo obbligatorio fare una breve premessa: stavo spulciando pigramente la sezione Noir e tra le balle di fieno, le ragnatele e le storielle mediocri dall'aria pretenziosa... cosa mi capita? Finalmente qualcosa di nuovo, grazie al cielo. E no, la storia in questione, chiaramente, non è quella che sto recensendo adesso. Come ogni rara volta in cui qualcosa su EFP mi colpisce, ho dato un'ulteriore spulciata anche all'intera pagina autore. E meraviglia delle meraviglie: non una, non due, ma un'intera serie di storie che -diciamocelo- con EFP non hanno niente da spartire. Ho preso nota per un paio di queste ma, pur con i miei dilatatissimi tempi, credo che man mano passerò a sbirciarle una per una con la calma necessaria, perché meritano. Tutto questo preambolo infinito, in sunto, vuole significare: ma tu, su EFP tra le ragazzine, cosa diamine ci fai? :D
Entrando nel merito della storia e passando invece alla recensione vera e propria, mi dilungherò poco. Purtroppo stasera il poco tempo non mi permette di andare oltre il prologo, ma posso dirti che non leggevo di una genialità simile di EFP davvero da tempo. Tralasciando l'indiscutibile originalità della storia, la cosa che ho apprezzato maggiormente, e che tuttora mi ha lasciato un vago sorriso, è nel tuo stile. Leggero, estremamente diretto, un po' fiabesco e un po' grottesco, carico di quell'ironia vagamente tagliente che a tratti ha qualcosa di Gaiman.
Proseguirò con piacere e mi prenderò il tempo necessario a commentarti ogni singolo capitolo; abbi solo pazienza per i miei tempi. Come ho già ampiamente anticipato, non sono esattamente una scheggia con le letture.
Alla prossima! :D |