Posso affermare con tutta la spontaneità possibile che ho la grande fortuna di avere ancora tre dei quattro nonni e quello materno mi ha lasciato prematuramente quando avevo solo sei anni e mezzo.
So che non c'entra molto, ognuno ha la propria storia e tu con questa fic introspettiva hai voluto aprirci una parte del tuo cuore e di questo te ne sono grato perché ho potuto emozionarmi e sentire qualcosa di vero nel mio cuore.
Semplicemente ho scelto di parlare più o meno a fondo anche io perché mi sento capito da queste parole e da alcuni gesti e mi ci sono rivisto, nella mia quotidianità di allora e in quelli che sono stati i momenti con lui.
Ho sentito un'empatia crescente proprio perché so cosa vedere una creatura così angelica e buona, rispettata in casa passare da accompagnatore nelle passeggiate di primavera ad una salma su un letto d'ospedale che non aveva espressione alcuna e non poteva superare quella battaglia.
Lui non mi raccontava favole ma mi faceva sedere anche accanto a lui (cosa che non faceva con gli altri vuoi perché non lo facevano vuoi per timore) e sfogliavano i libri di ricette della nonna, mi sentiva leggere, gli raccontavo delle mie scorribande a scuola e con gli amici: era interessato.
Posso dire che ho avuto un'infanzia in famiglia molto serena e innocente nel vero senso della parola e di questo ne sono lieto e riconoscente ancora oggi perché penso che sia importante per una solidità del futuro e nell'adolescenza in sé.
In ogni caso, quello che voglio dire è che questa storia è altamente introspettiva sopratutto per i ricordi, qui immortali e privi di qualsiasi difetto perché parla una bambina che stima quella persona così adulta e che prende quasi come modello (anche se magari non ci pensa minimamente in quegli anni) la propria nonna, che funge da seconda mamma, da confidente, da vera amica.
Lo stile è ampiamente narrativo e riesce con le parole giuste a penetrare le ossa di chi legge e a lasciare un'emozione potente e dalla forte realtà; più si va avanti più tutto è descrittivo e forte, anche perché rappresenta una battaglia e una consapevolezza già matura e consapevole fin da un'età infantile, certo bassa ma non sinonimo e fonte di stupidità.
Chi l'ha detto che i bambini vedono il puro e la bontà ma non anche quello che poi è sinonimo di malinconia e tristezza nel lontano futuro del mondo adulto?
Il contatto fisico e ciò che riguarda il senso del tatto è molto importante per i piccini perché si comprende l'importanza di quello che si può decidere di scegliere ed afferrare in determinati momenti e in certi casi afferrare.
Non so se quello che sto per dire è vero ma secondo me dai ancora importanza al contatto fisico e non è testimoniato solo da questa triste perdita ma sono cose che comunque si ricercano per via del sentimentalismo che traspare fuori in futuro e con gli anni a venire (e il momento della prima comunione ne è il triste primo passo).
Ma seduta dello psicologo a parte, Sinceramente leggere questi passaggi mi ha dato modo di ricordare e di vedere come la spontaneità e la bellezza di aprirsi sia più forte di chi detesta, odia e non vuole coccolare ed affezionarsi ai sentimenti perché i ricordi ci danno modo di onorare le nostre e le vite altrui, di imparare e crescere, potendo vivere in tranquillità e in serenità, senza avere troppi pensieri in grado di limitarci.
Questi ultimi infatti qui sono tutti compatti e sopratutto contigui, raccontano un pezzetto di te e rendono giustizia e pace alla figura di quella nonna che come altri, tifa da lassù (o da qualsiasi altra parte sia ora) per te e per il tuo sorriso.
Io spero che nelle più piccole cose tu possa sentirti fiera del percorso che hai fatto e che immergendoti nella natura possa sentirla accanto, anche nei momenti più bui e senti l'acqua alla gola: lei saprà sempre tornare a ricordarti questo, nella sua spontaneità e genuinità della donna che sicuramente era.
La metto tra le ricordate perché merita, merita davvero!
Un abbraccio e buona Pasqua se festeggi,
Watashiwa |