(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) Alla cortese attenzione dell'Amministrazione.
Mi sento in dovere di segnalare questo breve racconto perché è assolutamente una perla che tutti gli appassionati di questo fandom, a mio parere, avrebbero piacere di leggere.
KillerKing è noto ormai in questo sito per essere uno scrittore di tutto rispetto: creativo, mai scontato, capace di veri e propri lampi di genio quando si tratta di escogitare un plot twist completamente inaspettato. Già il suo nome di per sé è garanzia di un'opera che merita di essere letta. Questa non fa eccezione.
La narrazione è magistrale: si snoda lungo un'asse temporale che dalla Seconda Guerra Mondiale passa direttamente ai giorni nostri, ma senza risentire dello stacco grazie alla cura con cui l'autore concatena i vari elementi, segno di un'intelaiatura della trama congegnata fin nei minimi dettagli; ogni personaggio prende verosimilmente vita in poche righe, bastevoli per farli subito apparire vividi nella mente del lettore e l'autore li esplora pur non lasciandosi andare ad analisi approfondite, è la storia che parla direttamente di loro tramite le azioni ed i pensieri; l'italiano si presenta fluido e impeccabile, la scrittura denota uno stile unico (cui si è abituati visionando altre sue opere), efficace, incisivo e accattivante, e la bravura nell'orchestrare le scene ci occhieggia da dietro l'angolo.
Vorrei infine spendere due parole su un aspetto molte volte trascurato e sacrificato in favore dell'intreccio narrativo, ovvero l'ambiente in cui si muovono i personaggi, in quanto è l'aspetto di KillerKing che ogni volta mi stupisce sempre più.
Il livello di dettaglio con cui descrive i luoghi è minuzioso, al limite del maniacale. Non si pensi che egli perda tempo in digressioni inutili, ogni frase è ben ponderata e necessaria, semplicemente è da ammirare anche il solo fatto che egli si renda conto di come questi siano elementi fondamentali per rendere una storia a tutto tondo, non un'inconsistente indicazione geografica che nulla porta a suo vantaggio. Capita ormai di vedere gli sfondi ridotti a meri orpelli in cui collocare le azioni svolte, non tanto per la loro preponderanza all'interno del racconto (che può essere più o meno significativa), ma proprio nel modo in cui vengono presentati, tali che ogni posto potrebbe trovarsi altrove. Diversamente avviene quando leggiamo questo autore e qui se ne trova la conferma, per esempio nella descrizione della tomba di Dante o dell'Abbazia. Se posso permettermi di riprendere le parole spese da un'altra ragazza nel recensire la storia, poiché secondo me è un paragone davvero azzeccato, ci troviamo di fronte ad un novello Emilio Salgari “che con una potente immaginazione riesce a costruire paesaggi veritieri e suggestivi anche solo leggendo” dei luoghi che poi rappresenta.
Altro pregio che vorrei segnalare è il taglio quasi cinematografico dato alla narrazione, tanto che appare quasi come una sceneggiatura in attesa di trasposizione.
Mi preme quindi che “L'eredità del poeta” venga inserita nelle Scelte, al di là della profonda stima che nutro verso lo scrittore, anche per rimpolpare una categoria scarna in cui quest'opera porterebbe sicuramente una ventata di novità.
Grazie |