Io ho l'impressione che questa storia mi ucciderà. Seriamente parlando, ieri sera, volevo scrivere, ma... una volta che ho finito di scrivere, ho pensato che non fosse niente di che. Ho come l'impressione che, oltre ad avere il blocco, ho l'ansia da prestazione e ciò è dato da tutte le emozioni che Clock riesce a donarmi, e non riesco a sentire del tutto quello che scrivo io. Quindi sappi che per colpa tuah ho l'ansia da prestazioneh! :P Non è vero, ma è un modo per dirti che amo quello che scrivi. U///U
Detto ciò, comincio a recensire questo capitolo completamente pieno di... di... di tutto. Ma andiamo con ordine.
Mi piace come lei arrivi, sparata, a rompere alla receptionist in un comportamento umano. E come Peety si senti invece un inetto perché non riesce a fare nulla, non riesce a farsi valere. Ma loro due sono diversi, lui ha visto, a differenza di Katniss. I suoi sentimenti, quel groviglio indistinto nel petto, è a un livello diverso da quello di Katniss perché ha fatto tutto il possibile per aiutarla quando poteva, ed ora non ha la forza di fare più nulla.
E mi piace molto il fatto che, mentre osserva la sua forza, veda i fiori intorno a lei a farle da cornice. Perché Peeta sarà sempre un artista. Sempre e comunque, ed ha quell'occhio che vede... tutto.
Ora, io fangirlo animatamente. Lo sai perché. Io amo la scena del “Bevi”. Chissà perché, eh?! Ma non lo sanno gli altri, chi... magari, passerà a leggere le recensioni. Quindi, ecco... Allora... è difficile scrivere quando dentro di te hai tante emozioni contrastanti, sai? Anyway. Io la vedo, a Katniss. Con l'aria truce, le guance un po' più colorite del solito per la corsa, per le urla riservate alla receptionist, per la rabbia di essere ignorata. E la vedo, con il braccio testo, mentre tende la lattina a Peeta, preoccupata – senza volerlo davvero – nel vederlo così. E scatta in lei quell'istinto materno, quell'istinto che le dice che deve aiutarlo perché è giusto. E vedo anche Peeta, con gli occhi stanchi, gonfi, che non riesce a mettere in linea un pensiero di senso compiuto, troppo disorientato e distrutto da tutto ciò che è successo, da tutto ciò che ha visto, dalla preoccupazione per Madge.
E sospira, la nostra Katniss, cercando di far trasparire l'irritazione che, invece, non ha. Perché lei è così, fa tanto la scontrosa, ma è la prima che ama aiutare chi vuole bene. Aiutare le persone che, nella sua testa – ma soprattutto nel suo cuore – sono importati. E, zitta – zitta, lei ama il fatto che lui sia talmente fuori di testa dall'ansia e dalla preoccupazione perché così può prendersi cura di lui. Per lei, è anche un modo di concentrarsi su altro, invece che sul fatto che la ignorino e non vogliano dirle nulla di Madge.
E durante tutte le frasi, si sente come Peeta sia fuori di sé, da non accorgersi veramente che la ragazza per la quale ha un cotta, quella stessa ragazza con la quale ha litigato soltanto ore prima, la ragazza per la quale guardava il cellulare ogni due minuti in attesa di essere richiamato per quel caffè, ora è lì che lo sfiora, che lo aiuta. Che è presenta e che si preoccupa per lui. Ma è giusto così. È così vero e reale il suo comportamento. Il non accorgersi di nulla, non vedere nulla se non la preoccupazione ed il senso di essere dentro una bolla, con i pensieri che si accavallano gli uni sugli altri, senza riuscire davvero a metterli in linea. Infatti, non ti sei mai soffermata su ciò che prova, o ciò che sente scrivendolo. Ma descrivi ciò che i suoi occhi gonfi e stanchi vedono in quel momento. Katniss che tende il braccio, con la lattina in mano, Katniss che lo sfiora, mettendogli la lattina tra le mani, il freddo del metallo contro il suo palmo che gli dona un po' di benessere.
Ed il momento dopo, quando Katniss lo aiuta a portarsi la lattina alla bocca è il momento in cui scatta qualcosa. Il sentimento di come, per una volta, qualcuno gli stia vicino, aiutandolo. Ma anche in questo pezzo, le sue sensazioni sono assolutamente ingarbugliate, non nette, ma confuse. Perché si sente benissimo e malissimo. Perché Katniss lo sta aiutando e penso che si sarebbe sentito felicissimo anche se ci fosse stata, ad esempio, la madre ad aiutarlo a stare un po' meglio, ma allo stesso tempo si sente male per come stia pesando alla ragazza perché non dovrebbe. Peeta dovrebbe essere abbastanza forte da riuscire a rimanere insieme e non farsi prendere dall'ansia, perché non è giusto che lei – la ragazza per la quale ha una cotta, ma rimane comunque un'estranea – si stia prendendo cura di lui. E tutto questo groviglio di filo spinato, di pensieri, e di sensazioni contrastanti, di preoccupazione ed ansia lo fanno scattare ulteriormente, dando l'input al corpo che non riesce a controllare, facendo tornare prepotente in sé tutto la sofferenza che prova, il non sentirsi bene, non sentirsi forte, non avere la forza di fermarsi e di rimanere in piedi. Io lo vedo, Peeta, con lo sguardo sulla lattina, con i pensieri assolutamente fuori di sé, che non riesce a controllare il suo stesso corpo che comincia a tremare e singhiozzare. Io lo vedo che il suo petto, le sue spalle, tremano, cercando di contenersi, ma fa soltanto sì che il tremore si accentua, che i singhiozzi non riescano a rimanere dentro di lui.
Il suo grazie ed il suo mi dispiace balbettato è qualcosa di magnifico, ma mai come l'inconscio di Katniss che la porta ad accarezzarlo. Ogni volta che leggo quella frase, il mio stomaco fa le capriole e mi ritrovo a trattenere il fiato. Perché lei è preoccupatissima per lui, e non riesce a fermarsi. Perché lei è così e l'amo quando fa uscire il suo inconscio che la porta ad essere una cuoricina. ♥ E la carezza di Katniss, fa un male fisico anche a me. È una scena spettacolare. Complimentih.
Vogliamo parlare di Katniss che lo conforta? “Va tutto bene, non preoccuparti.” E lo fa senza pensarci. Perché, se ci si pensa, Katniss potrebbe ignorarlo totalmente. Perché è vero che lui l'ha chiamata, ma lei avrebbe potuto rimanere in disparte, fregandosene di lui, invece è lì. Davanti a lui, ad aiutarlo, a confortarlo, a volerlo fare stare meglio. Perché Peeta, in Katniss, smuove sempre qualcosa e ne abbiamo avuto un assaggio quando lui le chiede un caffè. Lei non vuole, eppure accetta. Lo vediamo quando litigano, quando Katniss pensa che lui non debba guardarla con quegli occhi. Lei si sente in colpa per come si era comportata, perché Peeta la smuove. Sempre.
Ed è un'immagine bellissima vedere come Katniss continui a confortarlo mentre beve, senza lasciarlo mai. Lui ha bisogno di lei e Katniss non riesce ad allontanarsene. Sarebbe semplice fregarsene e andare via, lontana da lui e da quegli occhi che la smuovono, ma per Katniss è più semplice essere lì con lui. Perché è la sua natura, e lo fa senza nemmeno rendersene conto davvero. Per lei è naturale il suo comportamento. Non potrebbe fare diversamente. Non con Peeta.
E Peeta continua ad essere completamente sotto sopra, continua a descrivere, senza riuscire a mettere a fuoco le sue sensazioni, le sue emozioni. Dentro la sua bolla che lo tiene lontano da sensazioni e pensieri lineari. Sente talmente tanto, talmente tanta confusione che non riesce a capire nulla. Ancora. E lo vediamo continuare a descrivere, a lasciarsi guidare da lei, come una persona che ha preso dei calmati. Il suo corpo si è protetto facendolo allontanare da se stesso.
Ed è bellissimo come lui riesca a rendersi conto della stretta di Katniss, dalla sua mano intrecciata alla sua, vigorosa e salda, ma che oltre non senta. È troppo fuori di sé per poter provare qualsiasi altra cosa. E vediamo come sono antipodi, loro due. Uno che si lascia andare, in pieno stile Peeta che riesce a piangere, che soffre e non lo nasconde. E l'altra che invece si chiude, cercando di mandare in profondità tutto ciò che sente, con il suo istinto di sopravvivenza che fa capolino, con il suo istinto materno. Si sofferma ad aiutare lui anche per non pensare lei. Perché è più semplice. Anche se, ovviamente, non lo fa solo per quello. Ma anche perché – come ho detto prima – è una cosa naturale. Perché non vuole che Peeta stia male, anche se ancora non l'ha realizzato.
E Katniss gli tenne la testa per tutto il tempo. Dava di stomaco e singhiozzava, e lei gli scostava i ricci dalla fronte, mormorando rassicurazioni. Copio solo questo pezzo perché non posso copiare anche quello precedente essendo lungo, ma sappi che ho amato tutta la descrizione di Peeta sul lavandino che dà di stomaco, dopo aver visto lo stato pietoso in cui è. Come ho amato il pezzo che ho copiato. Hai scritto qualcosa di fantastico nella sua intera crudezza. È fantastico. Davvero. Perché Peeta vomita, ma il lettore sente lo stomaco contorcersi insieme a lui. E Katniss rimane lì, nella sua testardaggine di voler essere presente per lui, di volerlo aiutare, di non avere la forza di lasciarlo da solo. È qualcosa di così bello, cuoreh. ♥ E mi mancano le parole per poter scrivere un pensiero davvero lineare. Mi sento un po' come Peeta, con un ammasso di pensieri in testa senza riuscirne a darne un senso, scusa. Ma ho amato questo pezzo, come tutto, del resto.
E quando finisce, quando Peeta non ha più nulla da rimettere, lei continua a rimanere lì, a cercare di tenerlo in piedi, come può. Di volerlo far stare un pochino meglio, di aiutarlo, di stargli accanto. Dio, quanto li amo. Sono perfetti anche in questa situazione, sono perfetti insieme perché sono così complementari l'uno per l'altra. Sono fantastici. Bellissimi anche così. E, nascosto in queste righe, c'è tutto un grande riferimento che non nomino, ma che tu sai. Gli altri lettori ci devono arrivare da soli u.u Ed è fantastico, è... bellissimo. Sono ripetitiva, scusami. XD E Peeta, dopo averla ascoltata, non può far altro se non alzarsi. Per lei. Perché gliel'ha chiesto e lui vuole andarle incontro, aiutarla come può in questo momento. Perché lei lo sta aiutando tantissimo, riuscendo a calmarlo, un po' e quindi non può fare a mano di cercare di darle retta, di seguire le sue istruzioni perché lei sa cosa fare, perché vuole stargli vicino. E non c'è niente di opportunistico in tutto ciò, non c'è l'amore, il volere far ciò che dice perché così, poi, possa succedere qualcosa tra di loro. Questo pezzo è fantastico anche perché non ci sono sentimenti di mezzo, non del tutto, non c'è attrazione, non c'è amore, ci sono soltanto due diciassettenni che tentano di stare su, di non cadere, di farsi forza.
E tutta la descrizione successiva, Katniss che lo lava è un'immagine così dolce, ma al contempo così triste vista la situazione, che ti fa attorcigliare lo stomaco in una morsa. Sono perfetti, ma quanto li amo? T0T
E vediamo come l'acqua, e le dita di Katniss sul suo viso, atte a lavarlo dallo sporco e dal sangue, riescano a riportarlo un po' alla realtà, come se fosse un palliativo al dolore che Peeta prova. Katniss è la sua medicina, in questo momento, che l'aiuta a rimanere a galla in quel mare di emozioni che prova.
Come vediamo anche la sua confusione nel vederla lì per lui, nel vederla aiutarlo. Perché è normale chiedersi – soprattutto quando sei un ragazzo che ha avuto una vita in cui nessuno avesse premura per lui – perché una ragazza, con la quale hai litigato solo ore prima, ora sia lì a sussurrargli parole per farlo stare un po' meglio, a lavare il suo dolore ed il sangue, preoccupata per lui. Ed è qui che Debbina muoreh.
E... arriviamo al punto di vista di Katniss. Ho difficoltà ad iniziare a parlarne, troppo intontita – ancora – dal punto di vista precedente. :'D Ma vediamo subito come, la prima cosa a cui pensa Katniss, che vede, sono proprio gli occhi di Peeta che stanno lasciando quella patina di ottundimento e di come il suo sguardo, in modo del tutto incomprensibile per il cervello di Katniss, riescano comunque a scavarle dentro qualcosa. Qualsiasi cosa. La vediamo, infatti, osservare quegli occhi e pensare la padre, ad uno dei periodi belli della sua vita, quando Katniss era ancora innocente. La vediamo osservare le ciglia di Peeta, e sentire la sua confusione. Il suo non capire perché le facciano quell'effetto.
...le irradiò una sensazione di calore dal centro del petto alla radice dei capelli. Io qui fangirlo come una spudorata. Lo sai? Sì che lo sai. Il suo rendersi conto della loro vicinanza, il calore. Quel calore. Mi ricorda tantissimo due scene della saga: la parata e la beach scene. Perché qui, come nella trilogia, lei sente il calore senza riuscire a rendersi conto di cosa significhi realmente. Perché è una babbuina. Ma è l'inizio di tutto, il suo corpo, il suo cuore, il suo inconscio, non riescono a nascondersi dietro la razionalizzazione che non dovrebbe, potrebbe e che è stupido provare tutto quello. E la Katniss conscia ritrova la via della ragione, facendola scattare all'indietro, allontanandosi dal pericolo. Ma c'è qualcosa di nuovo e di troppo forte che, invece, la fa scattare ancora una volta. Perché non puoi nasconderti dietro la ragione, perché le sensazioni non si possono bloccare totalmente, anche se ci si prova. Anche se la situazione non è delle migliori, non si può fermare qualcosa di così grande. E lo riprova il fatto che Katniss stia uscendo di testa con i suoi pensieri. Cosa mi ha fatto rotolare e, anche in questo caso, anche se scritto in modo diverso, mi ha ricordato tantissimo la trilogia quando Katniss deve ripetersi cosa deve e non deve fare.
E non si può nascondere un sorriso divertito per la reazione di Katniss quando il nostro cuoricino Peeta cerca di togliersi il maglione. Non si può nascondere il cuore che batte frenetico nel petto – il mio e quello di Katniss – quando Peeta si blocca, continuandola ad osservare dallo specchio, mentre ci si immagina Katniss bloccata, a guardarlo.
Una striscia di peluria biondissima, che percorreva il centro dei suoi addominali fino a perdersi nel cinto dei jeans, scintillava nella luce artificiale. E qui mi hai persa. Hai perso me, hai perso Katniss, e sono sicura al cento per cento che hai perso te stessa. Come si fa? Dico, io. Come si fa? Muoroh.
A parte il fatto che è una scena così ben scritta e emozionante che non si può far a meno di sentirsi lì con loro, immobili, con gli occhi sgranati come Peeta ad osservare la scena, a guardare Katniss, e poi Peeta, poi di nuovo Katniss, poi la peluria bionda. E poi... E poi... *debbina va a prendere un po' di carta assorbente e si asciuga la bava*
Ed è fantastico il dialogo successivo, il “Mi si stanno addormentando le braccia, ho la t-shirt” - “Allora va bene”. Muoroh again. Katniss mi fa morire che non riesce a contenersi, che gli ormoni (ricordo che lei sia una diciassettenne) la spingono a sentire qualcosa che, secondo lei, non dovrebbe, quando invece è normale provare attrazione – perché è quella prova – per un bel ragazzo come Peeta.
Qui, o faccio un fangirlamento ossessivo compulsivo, o vado di riassunto smorto. Propendo per la seconda. La descrizione di lui, mentre si spoglia, è qualcosa di bellissimo. Hai descritto tutto in modo così perfetto, lui, lei le è super imbarazzata e vorrebbe scappare, ma al contempo rimane lì senza perdersi nulla di quel che vede, senza riuscire a staccargli gli occhi di dosso come se fosse un magnete. Morirò. Sì. Morirò.
E leggo e rileggo questo pezzo, morendo dentro, un po' alla volta. Ed è bellissimo come lei pensi che lui la renda stupida, quando invece ha l'abilità di farla diventare una ragazza normale con i suoi istinti.
Prima l’aveva accudito, sfidando il suo stesso disgusto, senza scappare inorridita dal vomito e dal sangue. Gli aveva addirittura tenuto la testa! Poi l’aveva perfino insaponato…
E le era sembrato così giusto – dio, così giusto – essere lì con lui, in quel momento. Era stato catartico vederlo tornare alla luce sotto il sudiciume, come se lavando via le sue lacrime e il sangue di Madge fosse riuscita a lavare via il suo stesso dolore. L’aveva fatta sentire necessaria.
E le era piaciuto. È lungo, ma devo copiarlo tutto perché è un pezzo così bello, così forte, così tutto che merita una menzione d'onore. Perché qui abbiamo Katniss in tutto il suo splendore. Perché lei ha il ribrezzo verso chi sta male, non le piace vedere il sangue, il dolore, il vomito. Lei scappa quando – nella trilogia – ci sono malati sul tavolo di casa. Ma non con Peeta. Perché non può. Non con lui. Come nella trilogia stessa, lei combatte il suo stesso disgusto e, quando li fanno uscire dall'arena, non riesce a scappare dalla porta chiusa, dietro la quale c'è Peeta. Piange, urla, lo chiama, e batte contro la stessa porta, volendo correre da lui anche se è malato, se il sangue fuoriesce dalla sua gamba. Dioh, sono tutta un fremito. Ed hai scritto qualcosa di straordinario. Ma vediamo anche un'altra parte di Katniss, quella che deve essere necessaria che deve sentire che lui abbia bisogno di lei.
la sua vita era una tale palude di guano che non aveva nessuna voglia di trascinarci dentro anche lui. Questo è un altro pezzo di vitale importanza, secondo me. Un altro pezzo nel quale è il suo inconscio a parlare. Perché lei non pensa di non volere altre persone da proteggere e difendere, non pensa che le sue spalle siano già troppo cariche. Pensa che non vuole trascinarlo con lei vista la sua situazione completamente difficile. Non vuole dargli dispiacere, sofferenza. Perché sa che trascinandolo con lei, avvicinarlo a lei, lo farebbe soltanto soffrire. E non vuole vederlo soffrire, non vuole essere lei a farlo soffrire, a vederlo distrutto per lei e con lei. Perché non sarebbe giusto, perché lo ama e non vuole essere lei la sua distruzione.
E vediamo come arrivi comunque alla conclusione che lei vuole uscire con lui. Lei vuole avvicinarsi a lui, perché ne è attratta in maniera sorprendente, ma al contempo non può per i motivi sovraesposti.
Ed il capitolo finisce con lei che non vuole essere odiata da lui, con la paura che potrebbe accadere. È cuoreh. E la capisco perfettamente. Sono pensieri così realistici e giusti che, in fondo, la stimo e provo tanta pena per lei che non può addentrarsi in un rapporto per ciò che dovrà vivere.
Gattina bellah, il capitolo è splendido ed è un susseguirsi di realismo, emozioni e sensazioni eccezionali. Hai un modo di scrivere emozionante che ti porta ad immaginare tutto, a voler leggere subito il seguito. E sei bravissima. Davvero. ♥ E grazie per scrivere questa bellezza dove ogni scena è un qualcosa in più, dove ogni capitolo è migliore del precedente, dove l'introspezione e la psicologia sono ben spiegati e descritti in maniera eccelsa.
E grazie. Grazie per la dedica. Per la tua bontà. ♥ La Pepsi è un'idea tua, comunque, io avevo solo buttato là l'idea di lei che lo vuole idratare perché lei lo farebbe e mi sembrava molto IC :3 E' tutto merito tuo, tesoro. Tuttoh. Tuttah la bellezza di questa storia, le emozioni, davvero... grazieh!
Io te la cedo volentieri la corona, tesoro. E l'ho detto, l'ho ridetto, e lo dico a tuttih, senza nasconderlo. Io sono una persona che fangirla tantissimo, che sente tutte le emozioni di questo mondo, ma piango poco. Pochissimo. Penso che abbia pianto soltanto leggendo un libro. UNO. E durante i telefilm o film piango soltanto quando muoiono gli animali perché per me gli animali sono il mio punto debole. Ma tu sei l'unica che riesce ad emozionarmi tanto da farmi piangere davvero in quasi tutti i capitoli, in una maniera che nemmeno io capisco. È normale, quindi che voglia cederti la mia corona. ♥ Hai il dono di riuscire ad emozionare, ed anche tanto. Sei fantastica.
Ti voglio tanto, tanto, tanto bene anche io. ♥ Lo saih. E sei davvero splendida e grazie per tutto l'aiuto che mi dai. ♥ Grazieh a te, per tuttoh. Non devi ringraziare me. E ti ringrazio tantissimo anche per questa fantastica dedica. Piangoh T0T
Grazie. E complimenti. ♥ Non smettere mai di scrivere. ♥
Bacioni
Deb (Recensione modificata il 08/05/2014 - 01:21 pm) |