GIUDIZIO PER AVER PARTECIPATO AL «SUMMER CONTEST PER STORIE EDITE»
«REPLICA» DI TOMOCCHAN
E tenendo conto che aveva pure donato parte del suo sangue al giovane vampiro, si sentiva decisamente fragile, sia sul piano fisico che su quello emotivo. Avrebbe dovuto affrontare la realtà, da lì a poco.
Avrebbe trovato il ragazzo ad attenderlo?
- Sviluppo della trama e dei personaggi
Il problema, quando si presentano storie facente parti di una serie, è il rischio che si corre nel non approfondire i protagonisti quel tanto che basta per farli conoscere come si conviene anche a chi della serie non sa nulla, e mi spiace ammettere che per quel che riguarda il tuo racconto ho avuto proprio quella stessa sensazione. Non sono riuscita a calarmi del tutto nei panni dei personaggi poiché mi mancavano un bel paio di sfumature che li caratterizzavano, e alcune cose che avrei voluto conoscere sono state lasciate a metà proprio perché si trattava di una storia facente parte di qualcosa di molto più grande.
Ciò nonostante, non ho comunque avuto problemi a comprendere la storia se vista come a sé stante, poiché hai saputo giostrare la cosa e renderla comprensibile anche per quel che riguardava persone che non avevano idea di come si sarebbero dovuti svolgere i fatti; trattandosi poi di una what if della storia principale, la cosa diventa ancor più facile per quel che riguarda il delinare la trama della one-shot stessa.
Passiamo, però, al lato dolente della cosa: la trama stessa. Devo dirti che non mi è sembrata molto originale, e non solo per la storia del vampiro che si innamora dell'umano e che pensa poi di trasformarlo a propria volta per passare l'eternità insieme; nay, quello è l'aspetto secondario del racconto, poiché ho colto un paio di riferimenti ad un'altra trama e a tratti mi ha ricordato il rapporto tra due personaggi della scrittrice Anne Rice, sia per il modo in cui si approcciavano l'un l'altro sia per la stesura della storia stessa, quell'atmosfera un po' gothic che caratterizza proprio i suoi romanzi.
Hai sì inserito qualcosa di tuo, amalgamanando punti focali che spesso e volentieri caratterizzano le storie di vampiri, ma non sono riuscita a togliermi del tutto quella sensazione di qualcosa di già letto, quindi su questo punto di vista non me la sono sentita di dare un voto complessivo abbastanza alto per quel che riguardava il fattore dell'originalità e dello sviluppo della trama. Proprio quest'ultima, inoltre, è statica, ruota solo su quei due protagonisti e, per quanto capisca che fosse volutamente incentrata su di loro, la rende un po' piatta e senza una vera e propria svolta che possa dar vita ad un colpo di scena.
Ho inoltre trovato Niklas il classico stereotipo di uke, lasciami passare il termine. Un po' imbarazzato, in balia del suo mentore, con quei momenti di vergogna che lo caratterizzano quando riceve qualche carezza o sente pronunciare il suo nome con tono sensuale... uno di quei personaggi che mi fanno un po' storcere il naso in alcuni momenti, se proprio devo essere sincera. Fino a quando non si parlava dello stretto rapporto che aveva con Stoyàn, si poteva ancora sopportare e risultava anche un personaggio piacevole, però poi ha cominciato a perdere un po' di interesse e si è come accartocciato su se stesso. Magari è soltando una mia impressione, però mi sembrava giusto dirlo.
Un'altra cosa che ho notato, è che ti sei lasciata un po' prendere dalla fretta quando si è arrivati alla scena di sesso. Scrivere una lemon non è facile, ancor meno se si tratta di vampiri, visto che sono esseri non-morti. Forse avresti dovuto soffermarti un po' di più su quest'aspetto, giacché un'erezione necessita di sangue che affluisce nella struttura cavernosa del pene, ed essendo loro dei vampiri, beh... mancano proprio dell'elemento fondamentale che possa fare in modo che si innalzi per compiere l'atto sessuale. A meno che non si siano nutriti entrambi in precedenza di abbastanza sangue che ancora scorre nel loro corpo - e per abbastanza non intendo una sola persona, ma almeno due -, trovo questa scena da rivedere parecchio. Ho trovato dunque la scena di sesso un po' il classico cliché, una descrizione senza il soffermarsi del tutto sul gioco sensuale che essa avrebbe potuto regalare al lettore; questo ha fatto sì di abbassare un po' il livello generale della determinata scena, rendendola troppo meccanica e poco invogliante.
Altro punto a sfavore della trama è stato l'inserimento di quello che chiamo “Fattore dell'amante perduto”. La scusa del somigliare all'amante è stata così tante volte abusata che ormai stanca, quindi scegliere qualche altra cosa che avrebbe potuto giustificare perché Stoyàn abbia scelto proprio lui tra tutti quei morti in battaglia, e ciò ha avuto ripercussioni anche nel personaggio di Niklas, che si sente giustamente usato e pensa ad andarsene per non essere più scambiato per una replica. Nonostante tutto, però, resta, per motivi che solo lui può comprendere in un momento come quello.
Per quanto ci fosse quella sensazione di già visto, non è stata una lettura spiacevole.
- Sintassi, stile & grammatica
Lo stile non è male ed è pulito, oserei dire forse troppo, ma mi soffermerei di più sullo “Show, don't tell” per rendere meno meccaniche le azioni, così da descrivere di riflesso in modo molto più fluido e piacevole. In alcuni momenti sembrava che tu volessi descriverci fotogramma per fotogramma, però il risultato, specialmente quando hai cominciato a parlare della scena col pescatore, è stato troppo meccanico, quasi ti stessi soffermando su una lista della spesa senza incorporare un po' di passione nella descrizione.
Trovo inoltre che vai spesso a capo quando non è necessario e che tu infarcisca la storia di parole che si potrebbero omettere con tranquillità, quasi volessi riempirla e scrivere più parole, ma ti assicuro che ai fini della trama non è per niente necessario e anche una piccola manciata di parole riesce a dare lo stesso effetto di una frase ridondante che alla lunga annoia il lettore. Qui di seguito ti appunto qualcosa:
❒ Stoyán chiuse a forza gli occhi → Così suona un po' male. Cambierei in un più gradevole “chiuse gli occhi con forza”
❒ anche quella…
Perché lui era un vampiro → Salirei la frase senza problemi, mettendo la minuscola poiché è il seguito dell'altra
❒ Era passato almeno un secolo, da quando → Si può tranquillamente omettere la virgola
❒ Ma non era stupido. → Anche questa è una frase che può salire di una riga, e sarebbe consigliabile non cominciare con una negazione
❒ E un dì, ci sarebbe → Virgola da omettere senza problemi, frase che può salire di un rigo
❒ da una barca di un pescatore, e lo aiutavano → Anche qui ometterei la virgola, e credo che quel “di un pescatore” sia un qualcosa di più; se scaricano pesce, mi sembra ovvio che la barca appartenga ad un pescatore o comunque a qualcuno che lo fa per lavoro
❒ che andando avanti con gli anni, i suoi → “che, andando avanti con gli anni, i suoi”
❒ ma sinceramente, avrebbe → “ma, sinceramente, avrebbe”
❒ Voltò lo sguardo verso l’uomo sull’imbarcazione, che aveva appena passato a Stoyán l’ultima cesta → Questa frase la rivedrei e cercherei di sistemarla, perché con quella virgola sembra che sia stata l'imbarcazione a passare la cesta. Potresti anche omettere la parola “imbarcazione” o spostarla
❒ e in caso, bloccarlo. → “e, in caso, bloccarlo”
❒ “Mantieni la calma, non puoi uccidere anche lui, pensa a qualcosa che possa distrarti, pensa ai pesci Niklas, pensa…” → Giacché ci sono tutte quelle virgole, sistemerei la frase “Mantieni la calma, non puoi uccidere anche lui; pensa a qualcosa che possa distrarti: pensa ai pesci, Niklas, pensa…”, senza ovviamente dimenticare il vocativo
❒ sussurrò il corvino → Eviterei i termini da “parrucchiere”. Te lo segno una sola volta, ma vale anche per tutti gli altri presenti nel testo
❒ al mercato a breve → Potresti tranquillamente omettere “a breve”
❒ e nonostante ci fosse freddo, → “e, nonostante facesse freddo,”
❒ scorrergli → Trovo che “corrergli” abbia una musicalità migliore, in qesto contesto
❒ cantare qualcosa sottovoce, qualche ballata, → Giacché dapprima non specifichi e poi parli di qualche ballata, unirei i due pezzi e trasformerei la cosa in un semplice “cantare qualche ballata sottovoce”, rendendo più fluida anche l'intera frase successiva
❒ riaprendo/riaprirle → Dato che questi due termini sono vicini, cambierei o l'uno o l'altro per non fare ripetizione
❒ Stoyán sorrise, dandogli una pacca sulla schiena, invitandolo a prendere un paio di ceste, per poter andare al mercato. → La renderei più leggibile in questo modo: “Stoyán sorrise e gli diede una pacca sulla schiena, invitandolo a prendere un paio di ceste per poter andare al mercato.”
❒ loro/loro → Come sopra: ometterei una per non far ripetizione
❒ Sua/Sua/Sua → Non è necessario che tu lo ripeta sempre; trattandosi di Nikòas come soggetto, trovo superfluo dire di continuo “la sua vita”, “la sua trasformazione”, “Il suo violino” ecc
❒ la aveva → “l'aveva”
❒ con melodie malinconiche e che avevano → Eliminerei la “e”
❒ o eri un genio, e facevi dei concerti grandiosi → Senza virgola
❒ quale è → “Qual è”, poiché suona malissimo da leggere un “quale è”
❒ che sembrava così infantile ora. → “che ora sembrava”
❒ L’uomo dai lunghi capelli neri sorrise → Giacché successivamente scrivi “zazzera scura”, eliminerei senza tanti problemi quel “lunghi capelli neri”, sostutuendolo o non scrivendolo affatto
❒ Rise appena lui, → “Rise” basta e avanza
❒ Stai calmo Niklas → “Stai calmo, Niklas,”
❒ La testa gli girava un po’, e si sentiva in bilico → “La testa gli girava un po’ e si sentiva in bilico”
❒ per quel dolore al fianco, sentiva → “per quel dolore al fianco; sentiva”
❒ Bevi ora, da lui → Per renderla fluida, ometterei “ora” e toglierei la virgola
❒ la luce nel sole → “la luce del sole”
❒ Lŭzhliv → Questa parola non la segno come errore, bensì perché non ne capisco la sua presenza. Visto che La frase precedente è un “Lasciami”, se traduci con “Errato” non ha molto senso. Magari un “No”, oppure “Niente da fare” avrebbe dato più il senso di risposta.
❒ Quindi non volava lasciarlo. → “Voleva”
❒ la sua compagnia quindi… ? → “la sua compagnia, quindi…?”
❒ e te… → “e tu...”
❒ schiudendo le labbra per poterlo far entrare e incontrare → “schiudendo le labbra per farlo entrare ecc”
❒ quella apnea → “quell'apnea”. Questo punto, però, mi ha fatta sollevare un attimo un sopracciglio. Sono entrambi vampiri, no? Un vampiro ha davvero bisogno di aria nei polmoni per poter vivere? Non ne sono del tutto sicura
❒ perché nonostante lo volesse → “perché, nonostante lo volesse,”
❒ chinandosi su di lui, per potergli baciare → Ometterei la virgola
❒ a avvolgere → “ad avvolgere”
❒ perché a conti fatti → “perché, a conti fatti,”
❒ Beve un po’ da me → Suppongo sia un “bevi”
❒ Una volta, finito, → Senza la prima virgola
❒ Sputò, con un tono disgustato → La virgola va tolta
❒ Perché alla fine, lui → Anche qui la virgola non ci deve stare
❒ Scandì, a fatica → Senza la virgola
❒ Un borbottio, quasi scocciato, gli arrivò alle orecchie → Rivedrei questa frase per renderla più leggera
- Parere personale
Mi tolgo subito il dente: quando si tratta di racconti che parlano di vampiri, spesso e volentieri sono tentata di non accettarli per paura di ricevere dei polpettoni stile Twilight, quindi ti lascio immaginare il mio scetticismo iniziale. Non è stato fortunatamente il caso di questa tua storia, per quanto si sentisse poco il fattore sovrannaturale e molto più quello “romantico”, se vogliamo metterla in questo modo.
Hai fatto progredire poco a poco la parte vampiresca di Niklas e questo da un lato è stato un bene, mentre dall'altro ha reso poco amalgamata la cosa, facendo perdere un po' il senso di gotico e vampiresco che sembrava aver assunto all'inizio la storia per il modo in cui l'avevi trattata; ciò ha fatto sì che un po' calasse il mio gusto nel leggerla, ma nulla che altri non potrebbero apprezzare, poiché si tratta semplicemente di gusti personali, per l'appunto.
Come detto in precedenza, però, la trama mi aveva ricordato qualcosa di già letto e già visto, e proprio per tale motivo non ho potuto parlare di vero e proprio gradimento personale. Certo, la storia era bella e scritta bene, ma c'era sempre quel qualcosa che mi rimandava ai libri della Rice e non sono riuscita a godermela come avrei desiderato fare. |