GIUDIZIO PER AVER PARTECIPATO AL «SUMMER CONTEST PER STORIE EDITE»
«IN THIS HOUSE WE'RE BORN. INTO THIS WORLD WE'RE THROWN» DI FRANDRA (WARHAMSTER)
C’era di nuovo Blackbird alla radio quando Trim si era chiuso in macchina, chissà quanto era passato da quella notte in Alabama.
Trim aveva le labbra viola, Lemony poteva vederle dal finestrino sporco. Batteva sul vetro, lo pregava di aprire. Era successo altre volte, ma non era mai stato così viola.
- Sviluppo della trama e dei personaggi
Storia particolare che si delinea in modo altrettanto bizzarro, oserei dire quasi confuso. Se da un lato ho apprezzato il volersi immedesimare con questo gruppo di hippie e il voler dunque descrivere il racconto secondo il loro punto di vista, fatto di menti annebbiate da acidi e succo di limone, dall'altro ho trovato come uno spezzare un po' il tono della storia l'inserimento di quelle frasi senza punteggiatura. Pur apprezzando il tuo voler dare un certo tono al racconto e renderlo unico nel suo genere con questi rapidi flashback di pensieri distorti, tipici di chi ha la mente ormai troppo annebbiata per capire realmente ciò che lo circonda, quelle stesse frasi hanno creato in me una sorta di piccolo snervamento dovuto al fatto che quando leggo non voglio interruzioni di alcuna sorta; ciò ha però fatto sì che riuscissi ad immedesimarmi meglio nel cervello confuso dei protagonisti, quindi l'effetto che si voleva dare alla storia si è rivelato in questo modo più che riuscito.
Quando ho cominciato a leggere, ho quasi avuto l'impressione iniziale di star leggendo qualcosa che avrei potuto trovare anche in un libro di King, quei momenti in cui si addentra nei pensieri dei protagonisti più impensabili e si cala nei loro panni, discutendo su cose che solo loro al momento possono comprendere e distendendo dinanzi agli occhi del lettore una sorta di breve confusione che subito comincia poi a prendere la propria forma; le prime righe della tua storia mi hanno dato proprio questa stessa sensazione, sensazione che è andata poi pian piano svanendo durante il corso della lettura per tornare nelle tue corde e nel tuo personale stile. Ma di questo ne parlerò in altra sede.
Ti sei inoltre calata nelle menti dei protagonisti e, pur senza descriverli una sola volta se non attraverso i loro pensieri confusi, hai fatto sì che venissero perfettamente delineati durante la lettura, instaurando dubbi, paure, incertezze e momenti di blanda tranquillità nell'immaginazione del lettore. Ci si ritrova letteralmente catapultati nel bel mezzo di mille pensieri che sembrano non avere né capo né coda, momenti e spaccati di vita quotidiana che hanno come protagonisti questi ragazzi ormai perduti, ma che a modo loro riescono a vivere la vita senza ripensamenti e senza troppi problemi, forse proprio a causa degli aghi e degli acidi di cui si fanno.
Dinanzi agli occhi si diramano a poco a poco le loro giornate e si ha in seguito un flashback in cui Lem racconta di come fosse la sua vita insieme a Trim quand'era ancora Tim, di come le cose fossero cambiate lentamente senza nemmeno che se ne accorgessero, e del modo in cui Tim stesso cambia a causa dell'arrivo di un altro uomo nella vita di sua madre, Scott; da quel momento in poi comincia il loro viaggio nel vuoto, la traversata verso l'ignoto e quel momento di terrore che Lem prova quando Trim sembra sul punto di non svegliarsi più e infine eccolo là, Moon, arrivato un po' come una protezione o un po' come una sventura, se vogliamo accostare il suo nome a quello della “blue moon” a cui si fa riferimento durante il testo.
Da questo momento in poi si comincia a vedere dapprima un piccolo barlume di luce, luce che sembra portare il lettore a credere ad un happy ending, ma poi questa luce svanisce pian piano e lascia posto alla parte finale della storia, in cui ci viene raccontato nel modo più terribile ciò che accade ad uno dei componenti di quel bizzarro gruppo: la morte di Trim. Morte che Lem vede come una migrazione, modo interessante e al contempo guscio per racchiudere il dolore che quella perdita ha lasciato non solo in lei, ma anche in Moon; Trim era il tutto, era l'anello mancante della catena, era loro e solo loro, e la sua morte ha fatto sì che i lembi di quel filo sottile che li univa si sfilacciassero del tutto, tanto da lasciare un vuoto negli animi di Lem e Moon. Ciò nonostante continuano a leccarsi le ferite a vicenda perché, aye, è quello il solo modo che conoscono per farlo.
- Sintassi, stile & grammatica
Prima di dire qualcosa su questo punto, ho letto nelle note se avessi inserito qualcosa che avrebbe potuto giustificare questo modo ddi scrivere la storia, ma non l'ho trovato da nessuna parte. Mi spiego meglio, altrimenti non si capisce bene dove io voglia arrivare: parlo del fatto che, ad ogni punto, tu abbia saltato il parafrago e sia andata a capo, cosa che non mi pare di aver visto così frequentemente in altri tuoi racconti. Magari, però, era un tuo modo per delineare maggiormente la confusione che si diramava nelle vene e nelle menti dei protagonisti, dunque te lo scrivo a puro scopo illustrativo proprio perché conosco il tuo stile descrittivo e il modo in cui caratterizzi i personaggi a cui dai vita.
Qui di seguito ti appunto comunque un paio di accorgimenti e di sviste, nulla di grave, ma sarebbero comunque da rivedere in quanto la punteggiatura stessa appare confusa come i pensieri dei protagonisti:
❒ C’è aria calda da tutte le parti, nella roulotte, fuori dal finestrino, nella sua testa. → “C’è aria calda da tutte le parti: nella roulotte, fuori dal finestrino, nella sua testa.”
❒ Lemony sente la schiena bruciare quando si sdraia sul tetto della roulotte, vede rosso dietro le palpebre, non sa da quanto non riapre gli occhi. → “Lemony sente la schiena bruciare quando si sdraia sul tetto della roulotte; vede rosso dietro le palpebre, non sa da quanto non riapre gli occhi.”
❒ le sigarette facevano esattamente lo stesso rumore, un orgasmo di foglie. → “le sigarette facevano esattamente lo stesso rumore: un orgasmo di foglie.”
❒ Forse non dovrebbe stare sotto tutto quel sole senza maglietta, si sente appiccicaticcia come le caramelle gommose di Trim, si ustionerà i capezzoli, ride perché le pare una cosa stupida. → “Forse non dovrebbe stare sotto tutto quel sole senza maglietta. Si sente appiccicaticcia come le caramelle gommose di Trim, si ustionerà i capezzoli; ride perché le pare una cosa stupida.”
❒ Moon è salito da lei, non lo vede ma lo sa → “Moon è salito da lei; non lo vede, ma lo sa”
❒ E Trim sorride e Lemony non lo vede ma lo sa, ché il sorriso di Trim è come un razzo, fischia e scoppia. → “E Trim sorride e Lemony non lo vede, ma lo sa ché il sorriso di Trim è come un razzo: fischia e scoppia.”
❒ come il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, Moon dice che sono tutte cazzate, ma le piacerebbe essere una colomba. → “come il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo; Moon dice che sono tutte cazzate, ma le piacerebbe essere una colomba.”
❒ Lui deve sempre dare la colpa a qualcosa, gli aghi, i soldi, il tempo, Moon. → “Lui deve sempre dare la colpa a qualcosa: gli aghi, i soldi, il tempo, Moon.”
❒ Moon scuote la testa e scalda il cucchiaio, non gli piace quando si parla di soldi, alla fine è lui l’unico che ne porta dentro qualcuno e può procurarseli come gli pare. → “Moon scuote la testa e scalda il cucchiaio. Non gli piace quando si parla di soldi, alla fine è lui l’unico che ne porta dentro qualcuno e può procurarseli come gli pare.”
❒ C’è una differenza sostanziale tra Moon e Trim, Lemony lo sa, di Moon si ricorda il prima, quando non c’era. → “C’è una differenza sostanziale tra Moon e Trim, Lemony lo sa: di Moon si ricorda il prima, quando non c’era.”
❒ Aveva i capelli lunghi e neri, c’era chi diceva che suo padre fosse mulatto, Lemony non l’aveva mai visto, il padre di Tim, però le piacevano i suoi capelli. → “Aveva i capelli lunghi e neri, c’era chi diceva che suo padre fosse mulatto. Lemony non l’aveva mai visto, il padre di Tim, però le piacevano i suoi capelli.”
❒ Lem glieli intrecciava, Tim fischiava, c’era profumo di biscotti, sua madre ne faceva di buonissimi, burrosi, fatti apposta per essere inzuppati nel latte. → “Lem glieli intrecciava, Tim fischiava. C’era profumo di biscotti: sua madre ne faceva di buonissimi, burrosi, fatti apposta per essere inzuppati nel latte.”
❒ Tim zoppicava sempre un po’, e a volte aveva la faccia viola, quando gli chiedeva timidamente che cos’avesse lui inventava le scuse più improbabili. → “Tim zoppicava sempre un po’, e a volte aveva la faccia viola; quando gli chiedeva timidamente che cos’avesse, lui inventava le scuse più improbabili.”
❒ Trim si era comprato una chitarra, strimpellava tutto il tempo pezzi dei Beatles, e Lem cantava, aveva una bella voce, piena e calda, da donna del sud. → “Trim si era comprato una chitarra e strimpellava tutto il tempo pezzi dei Beatles; Lem cantava: aveva una bella voce, piena e calda, da donna del sud.”
❒ Ora era lui a fare le trecce a Lemony, stavano da lei in salotto, la casetta era crollata l’anno prima, ascoltavano dischi degli Stones, ballavano, fumavano. → “Ora era lui a fare le trecce a Lemony: stavano da lei in salotto, la casetta era crollata l’anno prima; ascoltavano dischi degli Stones, ballavano, fumavano.”
❒ Erano partiti una mattina di ottobre, lui sui sedili dietro, suonava Blackbird e ne accendeva una dietro l’altra, Lem guidava, fumava e cantava → “Erano partiti una mattina di ottobre: lui, sui sedili dietro, suonava Blackbird e ne accendeva una dietro l’altra, Lem guidava, fumava e cantava”
❒ C’erano vetri dappertutto, e sangue sulla sua mano → “C’erano vetri dappertutto e sangue sulla sua mano”
❒ ma/ma/ma → Troppe ripetizioni in appena tre righe, cambierei o eliminerei
❒ Diceva che Lem avesse un bel culo, lei lo lasciava fare, da quando era lì Trim riusciva a chiudere gli occhi senza urlare, ogni tanto. → “Diceva che Lem aveva un bel culo, lei lo lasciava fare; da quando era lì, Trim riusciva a chiudere gli occhi senza urlare, ogni tanto.”
❒ Nessuno di loro dorme davvero, Trim lo sa, chiude gli occhi e si sveglia sempre più stanco. → “Nessuno di loro dorme davvero. Trim lo sa, chiude gli occhi e si sveglia sempre più stanco.”
❒ Ma Moon finge, è un attore nato, ha la meraviglia sotto la lingua, colori in gola, viaggi fra i capelli, Moon è una lentissima navicella spaziale, un alieno caraibico. → “Ma Moon finge. É un attore nato:, ha la meraviglia sotto la lingua, colori in gola, viaggi fra i capelli; Moon è una lentissima navicella spaziale, un alieno caraibico.”
❒ E, come le cose belle, a volte scompare, Trim sa che finirà per non tornare. → “E, come le cose belle, a volte scompare; Trim sa che finirà per non tornare.”
❒ Moon ha una sveglia verde e nera, un grosso e brutto insetto, la lascia suonare e sta on gli occhi chiusi → “Moon ha una sveglia verde e nera: un grosso e brutto insetto, la lascia suonare e sta con gli occhi chiusi”
❒ Ma quello di Moon non si sa, o forse è solo troppo difficile da dire, Lem dice che è una formula magica, dice un sacco di stronzate quando è fatta. → “Ma quello di Moon non si sa, o forse è solo troppo difficile da dire; Lem dice che è una formula magica. Dice un sacco di stronzate quando è fatta.”
❒ E Trim lascia che venga il sonno, quello triste, quello che gli ricorda Scott, e la cinghia attorno al collo, e i capelli tirati, e la bocca piena fino a strozzarlo, e il sangue che cola fino alle ginocchia, e le forbici nella sua testa, che tagliano, tagliano, tagliano, tutta la voglia di vivere, voglia di correre, voglia di Lem e Moon. → “E Trim lascia che venga il sonno, quello triste; quello che gli ricorda Scott e la cinghia attorno al collo, e i capelli tirati e la bocca piena fino a strozzarlo, e il sangue che cola fino alle ginocchia e le forbici nella sua testa, che tagliano, tagliano, tagliano tutta la voglia di vivere, voglia di correre, voglia di Lem e Moon.”
❒ E gli aghi, e quel che resta della meraviglia → “E gli aghi e quel che resta della meraviglia”
❒ Se ne ricorda, di quando non c’era niente di più importante di loro, e lui o Trim l’avrebbero sposata, e avrebbero avuto dei bambini, uno a testa almeno, e si fottessero gli altri, sarebbero stati felici e avrebbero dormito e Trim sarebbe guarito. → “Si ricorda di quando non c’era niente di più importante di loro, e lui o Trim l’avrebbero sposata e avrebbero avuto dei bambini - uno a testa, almeno -, e si fottessero gli altri; sarebbero stati felici e avrebbero dormito e Trim sarebbe guarito.”
- Parere personale
Non saprei esattamente come catalogare questa storia, sono sincera. Di sicuro è stata interessante dal punto di vista di innovazione stilistica, ed è stata la prima storia che ho letto sul movimento hippie perché, lo ammetto, non mi interessa granché e mai mi sarei immaginata nel leggere una storia su un gruppo di ragazzi ormai rovinati dagli acidi e dalla droga. Sono argomenti scottanti che vanno trattati con un certo modo, dunque tanto di cappello per essere riuscita a farlo senza cadere nel banale o risultare talmente pesante e apprensiva da sminuirne completamente il senso.
Ammetto che ormai, conoscendoti, un po' mi aspettavo che uno di loro morisse, e il fatto che fosse proprio Trim lo trovo azzeccato: dal mio punto di vista, è lui il protagonista principale in cui ruota la vicenda, è lui il collante degli altri due personaggi, è lui che fa sì che quel viaggio alla fine cominci e che porti a quella determinata conclusione.
Nonostante l'argomento non fosse uno dei miei prediletti, è stata comunque una piacevole lettura. |