Recensioni per
She's a Waterfall.
di Part of the Masterplan

Questa storia ha ottenuto 49 recensioni.
Positive : 49
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
09/06/15, ore 17:24

La premessa è questa che leggerai, sarà una recensione terribilmente lunga e sconclusionata.
Però ecco, sono arrivata qui dopo aver fatto tutta una tirata con "You sing, you shout" e adesso la sensazione che ho è tipo quella che mi assale al mattino quando allungo la mano verso il comodino e non trovo quel fottuto telefono, la cui sveglia mi manda al manicomio.
Tu hai seminato una soundtrack nella mia testa durante questi cinquanta e più capitoli ed ora, a questo stop, non smette di suonare. Tutte le canzoni insieme, tra l'altro -il che è vagamente stressante-.
Scherzi a parte, che devo dire? Come posso parlare di Sally senza scendere nel banale? Io e Sally sembriamo separate dalla nascita, a dirla tutta. Abbiamo così tante situazioni in comune, così tanti comportamenti simili, così tanto amore per quella musica e quella band e quell'uomo lì, - si, proprio quello, Lui- che qualche volta mi si è aggrovigliato lo stomaco a leggere di lei.
La sua evoluzione è stata esattamente come doveva essere. Una strada dritta, qualche scarto di lato, un paio di discese vertiginose e un paio di salite così ripide e pesanti che sono stata sollevata di sentire il suo sospiro alla fine. Serve anche questo, dicono. Serve mettere le mani nel fango e sporcarsi, rotolarcisi dentro, piangere e bestemmiare, ma serve. Serve a vivere. Serve a fingere di tagliare fili per crearne di nuovi che, guarda un pò, ti portano esattamente da dove sei partito.
Credo, presuntuosamente e follemente, che Sally non esista senza Noel e viceversa. E' sempre un uragano leggerli insieme, è sempre così incredibilmente intenso quello che condividono che spesso mi sono domandata se questa Sally non esista davvero, appesa alle dita di quell'uomo così burbero e grande e spaventato e strafottente.
Passare l'inferno con loro è stato meno brutto di quello che avevo messo in conto. E' stato possibile, se non altro. Hanno ballato sotto la tempesta,prima insieme, vicini e poi soli, lontani, così lontani... e poi, passato il fracasso, eccoli di nuovo qui, insieme. Una chitarra, il fumo della Benson, uno sguardo, il brontolio del mare. Non credo avresti potuto scegliere ambientazione migliore di quella per far incontrare di nuovo Sally e Noel. Credo che il mare, per due come loro, sia la metafora perfetta. 
Vorrei essere più precisa, riuscire a spiegarti in una linea retta quello che, capitolo dopo capitolo, sono riuscita a percepire grazie a questa tua storia, ma a me, personalmente, sono sempre piacute le cose un pò caotiche, specialmente se parliamo di sentimenti e allora temo che dovrai beccartela così questa cascata di parole con poco senso compiuto.
Ma i complimenti, beh quelli sono capace di metterli in fila, si! E mi complimento con te per tante cose: la prima è quello di aver costruito un personaggio possibile, vero. Una donna così forte e nello stesso tempo così fragile che potrebbe tranquillamente essere una di noi. Una ragazza, dopotutto. Solo una ragazza. Come lo erano Noel e Liam. E Guigs e Bonhead. Un gruppo di ragazzi, una manciata di quelli come noi, afferrati e sparati così in alto da perdere la bussola per un pò. Ho molto apprezzato il tono di queste riflessioni, quando Sally le fa. Un pò cinica, un pò comprensiva, un pò menefreghista. Se ne esce spesso con questa finta scrollata di spalle, come a non voler vedere davvero dove quella supernova potrebbe schiantarsi, se non frenano un pò. Ecco, di tutti, quello è stato il capitolo più difficile da digerire. Il male. Già.
Il punto è che finchè li vedi in sella, non è che badi molto a tutti i barili di alcool che ingurgitano e alle pasticche e alle strisce di coca. Non ci fai caso, no. Sembrano i giusti petali di quel fiore chiamato successo. Ma lì, su quel letto, vederli lottare contro i loro stessi demoni, vicini, eppure così incredibilmente soli, mi ha fatto fisicamente male. Ed ho amato l'intervento di Kate come non mai. Kate che è entrate con un passo leggero, all'inizio, per poi esplodere come la gran donna che è in quel capitolo. Per non parlare di Jackie che, se possibile, completa un cerchio che sarebbe molto diverso e molto meno bello di quanto non sia, se non ci fosse. 
Ho adorato il modo in cui hai avvicinato la yankee e la mancuniana, lo ammetto. Un caso raro dove spigoli e rientranze si incastrano così semplicemente e perfettamente da non aver niente da appuntare.
E poi Noel. Noel che la ama, che ne ha paura, che la rincorre e poi scappa e poi torna e poi si arrabbia in una parabola che, credo, faccia più male a lui di quanto non faccia a Sally (i due capitoli di "I hitched a ride" mi sono stati molto utili a completare questo pensiero).
Il punto è che uno ha sempre questa erronea idea di considerarlo sicuro di se, ma in fondo è sempre quello stesso ragazzo che, sdraiato in un letto, tenendo la sua Sally tra le braccia ha confessato di sentirsi debole. Che è lei a renderlo così. E a ben guardarlo, in questa storia, l'ho visto forte solo nel capitolo scorso, quando ha buttato fuori in quel suo modo buffo e scostante, le scuse che tutti aspettavamo.
Che devo dirti, infine?
Mi hai fatto compagnia per giorni, mi hai cullata, strattonata, fatta sognare, fatta ridere, sospirare, quasi piangere. Mi hai resa viva come fanno certe belle canzoni (e sono sicura di aver con te più di un titolo di comune!).
E ti ringrazio per questa splendida storia, augurandomi che tu decida di portarla ancora avanti a raccontarci di Noel e Sally come se fossimo parte della loro storia.
Grazie.
Jam

Recensore Veterano
09/04/15, ore 19:05

Io ti ho aspettata tanto ma tanto, tanto. Perché ogni capitolo di Sally (lo so, ci sono altri personaggi e soprattutto c'è Noel, ma io a Sally voglio bene come fosse mia sorella, mi dispiace), mi lascia dentro una marea. Sì, proprio così: una marea. Di emozioni. Di pensieri. Di dubbi. Sally mi fa porre domande, il che, calcolando quante io me ne ponga già da sola è piuttosto preoccupante :D
Ho amato questo capitolo profondamente per diversi motivi: sì, indubbiamente c'è il rapporto continuo e costante tra Noel e Sally che continuerà finché questi due non saranno sottoterra e forse anche dopo; c'è il loro costante cercarsi e rifugiarsi l'uno nell'altra per sentirsi al sicuro che mi fa rabbrividire, perché finora a me è successo con una sola persona e conto di tenermela stretta ancora per moltissimo tempo; ma soprattutto, in questo capitolo c'è New York e quel fatto brutto, brutto che è successo quattordici anni fa. Ero una ragazzina quando, sgomenta, guardavo crollare le Torri come fossero di polistirolo.
Dieci anni dopo, quindi nel 2011, sono stata a New York per la prima volta e ho sentito sulla mia pelle quella profonda ferita che pulsa ancora nel cuore di Manhattan. Anche io come Liam ho sempre amato la grandezza imponente di NY, le mille possibilità che offre, l'accoglienza che dà l'America a chiunque decida di sceglierla come casa. E ti assicuro che quattordici anni fa, come i dieci e poi i seguenti undici e dodici, mi sono sentita parte di quel dolore anche se non era mio fino in fondo e attraverso le tue parole ho rivissuto non soltanto quei momenti ma tutto quello che ho provato io stando davanti alle fontane con i nomi delle vittime il primo anno, davanti alla Freedom Tower a metà il secondo e in mezzo a tre grattacieli nuovi il terzo.
La capacità di alzare la testa fa parte del Masterplan degli americani, dopotutto.
Per quanto riguarda la tua impeccabile scrittura, ancora una volta, mi hai buttato a capofitto in un turbine di sensazioni che, indubbiamente, mi rendono viva, ma che forse fanno anche un po' male (ma che mi fa bene provare, te lo assicuro).
Sei incredibile, sul serio, e io ti ringrazio per quello che mi regali ogni volta che apro un tuo capitolo di questi due folli che io amo pazzamente.
Spero davvero di leggerti ancora presto e intanto ti mando un abbraccio.

Cin

Recensore Junior
06/04/15, ore 22:21

Cara Part of the Masterplan

Come ti avevo promesso, eccomi arrivata anche qui. Mi scuso per l’imperdonabile ritardo, ma le lezioni all’Università e lo studio mi rubano la maggior parte del tempo, mi è stato quasi impossibile tirar via la faccia dai libri. Sono venuta a fare un salto qui non appena è stato possibile, e alla fine ce l’ho fatta. Meglio tardi che mai, forse, e spero di riuscire a tirar fuori qualcosa di dignitoso.
Preferisco andare per ordine, anche stavolta, nel tentativo di evitare il rischio di dimenticare qualcosa o di non dare la giusta rilevanza agli elementi che mi hanno colpita in particolar modo.

Come posso, iniziando questa recensione, non parlare immediatamente di Sally? Sally a San Francisco, Sally che cerca di ricostruire la sua vita dalle macerie in cui era stata ridotta poco tempo prima; una Sally che guarda il mondo dal suo ufficio personale nella sede del leggendario Rolling Stone, e che non riesce a non guardare al passato con rabbia. È a questa ragione, probabilmente, che dobbiamo i suoi tentativi di rivisitarlo, di renderlo meno doloroso, di rinchiuderlo in un cassetto remoto di cui vorrebbe distruggere la chiave. Ma non servirebbe a niente: se tutte le copie andassero perse, lei si ritroverebbe inchiodata di fronte ad esso, intenzionata a scassinarlo. Il passato torna sempre a trovarci, lo vogliamo o no: non basta non bere più Yorkshire Tea, cambiare sigarette, seppellire i ricordi che ci mozzano il respiro; trova il modo di riemergere, e spesso non ci rendiamo conto che siamo stati proprio noi a cercarlo.
Ed eccolo qui, un primo incontro con il passato, arrivato in un pacco postale dall’Inghilterra insieme a Standing on the Shoulder of Giants, che grida in faccia alla nostra Sally, con quanta più forza possibile, ciò che lei stessa è e che non può rinnegare. Mi sono ridotta con le lacrime agli occhi leggendo le sue riflessioni, e mi sono sentita come se fossi lì con lei, proprio accanto, pronta a stringerle la mano e a farle forza, a ricordarle che tutto ciò di cui ha bisogno è esattamente dentro di lei. Deve solamente trovare il modo di recuperarlo.
“Sono ciò che sono, in qualunque angolo del mondo”. Mezz’ora di brividi irrefrenabili su e giù per la schiena, dopo aver letto questa frase. Frase in cui si racchiude l’essenza di questa donna meravigliosa, cui mi sono tanto affezionata da poter dire di essere costantemente fiera di lei, in ogni istante. La sua è una bellezza complessa e poetica, spesso drammatica, ricca di sfumature da scoprire e analizzare, di cui sarebbe impossibile stancarsi. Sally ci sbatte in faccia la sua presenza attraverso ogni gesto, ogni pensiero, ogni singola parola, dandoci l’illusione di conoscerla ormai a fondo, prima di farci render conto – ancora una volta – dell’assurdità della nostra convinzione.

Mi sembra più che necessario, arrivate a questo punto, aprire una piccola parentesi e spendere qualche parola per un’altra tua splendida creatura, già conosciuta in You sing, you shout, you turn the world around e che, in questo sequel, è riuscita a farsi amare sin dal primo capitolo: sto parlando di Jackie, l’altra metà della mela, senza la quale, probabilmente, la nostra cara mancuniana non avrebbe trovato la forza di ricominciare da capo.
È l’amica perfetta, in ogni sua sfaccettatura: è colei che sa dare la scossa, che sa offrire conforto; colei che sprona a riflettere o ti costringe ad agire, a seconda della circostanza; è il supporto emotivo necessario, nonché motivazionale, e ha quasi dell’incredibile che lei riesca ad assolvere tutti questi compiti in maniera a tratti impeccabile. Il rapporto che lega queste due meraviglie è unico e speciale, ed è come se il Masterplan – facendole incontrare proprio nel periodo in cui tutto sembrava sul punto di crollare – avesse voluto salvare Sally, regalandole un appiglio, un punto fermo su cui contare.
Jackie è certezza, è stabilità, è rassicurazione. Jackie sa di casa, da una parte e dall’altra del mondo.   

Dopo aver chiuso la parentesi, mi sembra giusto andare dritti al sodo, a quello che non può essere altro se non il punto di svolta, nonché un nuovo faccia a faccia con l’onnipresente passato di cui, ormai è chiaro, è impensabile potersi liberare: parliamo di un Wembley che reclama i suoi ultimi istanti di gloria prima di essere demolito, di una Londra che chiede di essere raggiunta, di una certa band originaria di Manchester che ha tutto, tranne che intenzione di lasciare andar via una donna che ha significato e continua a significare ogni cosa.
Una svolta che aveva iniziato a prendere forma in occasione della presentazione del libro di Jackie, e che non può che affermarsi nello stesso luogo in cui, diversi anni prima, tutto aveva avuto inizio: sotto un palco, in compagnia di una macchina fotografica, fedele amica di sempre. Di fronte ad un uomo che è stato salvezza e distruzione, Paradiso e Inferno, e che la vita non si rassegna a tenerlo distante da lei.
Nulla, se non le parole da te utilizzate con tanta maestria, avrebbe potuto descrivere la bellezza di quegli istanti e la loro intensità, procurandomi un colpo al cuore su quello splendore di Don’t Look Back in Anger, che tanto significa per noi e tanto significa per Sally, forse più di quanto si riesca a gestire senza sentirsi sopraffatti e spogliati di qualsiasi protezione.
“Non è un peccato essere Sally, stanotte. È la cosa più bella che potrei chiedere di essere”. È la cosa più bella che ognuno di noi potrebbe chiedere di essere. Sally deve essere orgogliosa di se stessa, del suo coraggio, della forza che ha dovuto tirar fuori per attraversare la tormenta nel bel mezzo della quale era stata spinta. Non ci si stanca mai di Sally, così come lei non deve mai stancarsi di guardarsi allo specchio e ringraziare la splendida donna che è diventata per non aver mai mollato veramente.
Una donna che, alla soglia dei fatidici trent’anni, si ritrova catapultata a Ibiza senza neanche averlo chiesto, senza sapere che proprio qui, in un’isola del Mediterraneo, trascinata da quelle due meraviglie di nome Kate e Jackie e con un boccale di Guinness in mano, il Masterplan avrebbe rimesso insieme i pezzi del puzzle. È qui, per me, che il tempo si ferma: Sally e Noel, che sono ancora la stessa cosa; Noel e Sally, che si estraniano dal mondo in un modo che è tutto loro, prima di rifugiarsi in un’altra dimensione, inaccessibile a qualsiasi altro. Lo splendore in uno sguardo, la perfezione in quelle parole: è come se tutto, dopo anni, avesse trovato e assunto un senso che è a tratti diverso, mentre per altri rimane sempre lo stesso.
La tua bravura, anche stavolta, merita di essere esaltata senza riserve: hai descritto degli istanti di immateriale ma tangibile bellezza, rendendo giustizia a quell’intensità commovente e – è necessario dirlo – destabilizzante che da sempre la fa da padrona quando si parla di due anime come le loro, al cui fascino tormentato non si riesce mai a rimanere immuni. Quando leggo di loro, è come se tutto attorno a me svanisse, perdesse forma e significato, mentre le emozioni mi travolgono e mi suscitano quei brividi e quelle lacrime per le quali – mi sembra giusto ribadirlo anche in questa recensione – posso solo ringraziarti.

E, a proposito di emozioni e lacrime, non posso non soffermarmi su quest’ultimo capitolo. Non posso proprio, sebbene trovare le parole mi risulti terribilmente difficile. Non è semplice commentare un evento tanto scombussolante che, disgraziatamente, ha segnato la nostra storia, e lo è ancor meno quando bisogna trattarlo come scrittori, immedesimandosi nel punto di vista dei protagonisti. Credo sia anche per questa ragione che meriti il doppio dei complimenti, dato il carico fortemente emotivo che avrai dovuto gestire in questa circostanza.
“Guardare” l’orrore dell’11 settembre attraverso gli occhi di Sally mi ha fatto vivere quell’angoscia che, puntualmente, si ripresenta ogni anno, lo stesso maledetto giorno: abbiamo una Sally che non solo sente il dolore sulla propria pelle, ma che deve consolare quello, immensamente più grande, di una Jackie che da un momento all’altro vede sgretolarsi la certezza di un’America invincibile, indistruttibile, inarrivabile, che guarda il resto del mondo dalla vertiginosa altezza della sua grandezza. Un’America che adesso è indifesa, ferita, e che soprattutto ha paura di ciò che potrebbe accadere dopo.
E in questa desolazione, neanche a dirlo, Sally può trovare conforto in una sola persona, la stessa che non se n’è mai andata, e che mai la abbandonerà per davvero. Sta proprio qui, gran parte della perfezione.

È così che, per adesso, voglio concludere. Sì, credo di averti annoiata abbastanza, e spero di poter scrivere qualcosa di più sensato, la prossima volta. Voglio solamente ripeterti, ancora una volta, quanto tu sia meravigliosamente eccezionale in quello che fai, e devi esserne orgogliosa.
Le tue parole sono capaci di farmi versare fiumi di lacrime a ogni singolo capitolo, e il fatto che io – già di mio – sia abbastanza emotiva e sentimentale non è una giustificazione. È tutto merito tuo, ed è necessario che tu lo sappia.

Detto ciò, posso liberarti dalla mia tediosa presenza – puoi esultare, non mi offendo –, ma solo fino al prossimo capitolo. :) Nel frattempo, continuerò a sbirciare sul tuo blog in attesa di qualche nuovo, splendido pezzo. Non esistono parole adatte a commentare tanta bellezza.

Un abbraccio,

Jules

Nuovo recensore
05/04/15, ore 22:55

Rieccoci finalmente!
Ho letto nelle risposte alle altre recensioni che hai avuto la fortuna di incontrare Noel, sono davvero felicissima per te :) Mi chiedevo soltanto: non so se sei mai stata ad altri concerti di Noel o degli Oasis o anche dei Beady Eye, ma comunque ora è più semplice scrivere della loro realtà? Adesso che hai potuto vedere Noel negli occhi, è più semplice scrivere di lui attraverso Sally? Così, solo per sapere, mi incuriosisce molto questa cosa ahahah
Comunque. Quando ho letto che finalmente la storia era stata aggiornata non ci potevo credere. Avevo davvero bisogno di rituffarmi nella testa incasinata di Sally! Il capitolo è molto intimo e introspettivo, ma allo stesso tempoglobale perchè non è limitato alle conoscenze dei madferit e nemmemo ai semplici lettori della tua storia. Chiunque può condivere il concetto di casa e il senso di appartenenza non solo ad un luogo ma in particolare ad una persona con la quale si ha una forte connessione. Trovo nuovamente meravigliosi i dialoghi tra Sally e Noel, seppur divisi da una cornetta e dal mondo. Il legame che riesci a descrivere tra questi due è di una dolcezza e indissolubilità indescrivibili.
Di nuovo complimenti, a presto spero!
(Recensione modificata il 05/04/2015 - 10:56 pm)

Nuovo recensore
04/04/15, ore 11:12

Ciao Part of the Masterplan,

non avevo più speranza di vedere un aggiornamento su questa storia, e quando l’ho visto ero al settimo cielo!
Ogni volta che rileggo You sing, you shout, you turn the world around, mi fa sentire come se stessi tornando a casa. Come in questo capitolo, quando Sally ha risentito al telefono la voce di Noel.
Sei sempre bravissima a coniugare emozioni, avvenimenti e la storia degli Oasis; racconti la routine di tutti i giorni come se avesse qualcosa di avventuroso, doveroso appunto di essere scritto e letto.
Spero davvero che la tua bravura possa avere il giusto merito prima o poi, sei una di quelle autrici di cui leggerei tutto, proprio come il repertorio di Noel e degli Oasis. Ma ora basta con i complimenti, sennò divento troppo mielosa… ;)

Questo capitolo è un po’ malinconico, d’altronde descrive un momento triste e scioccante della storia dell’uomo; in fondo a tutto questo orrore però, ci ho trovato dell’amore. L’amore che lega (e credo legherà per sempre?) Sally al suo Noel, e viceversa.
Spero di leggere il continuo, prima o dopo, quando ti verrà la giusta ispirazione :)
Giulia

Recensore Junior
03/04/15, ore 15:28

Era una giornata di merda (scusa il francesismo) e poi hai aggiornato, part of masterplan hai reso la mia giornata migliore e poi a parte il fatto che: HAI AGGIORNATO😍😍 s'inchina umilmete. Tu non immagini quante volte avrei voluto scriverti un messaggio in privata per chiederti cosa ti fosse accaduto, ma ho preferito lasciare che l'amore che provo nei confronti della tua storia ti arrivasse da lontano e non da una me pedante. Hai sentito il nuovo cd di the chief? Alcune canzoni sono davvero belle, anche il remake di revolution song anche se non sono paragonabili a don't look back in anger, alcune hanno la musicalità di alcune canzoni degli oasis i famosi quattro accordi di noelie ahahah, sia come sia, the dying of the light secondo me è molto bella (ascoltala se non l'hai ancora fatto). Ora dopo questa sequela di informazioni, che avrei voluto sciorinarti in questi ultimi mesi, passiamo alla recensione del capitolo. Come può essere definito un capitolo che mi ha commosso talmente tanto da farmi piangere? Beh assolutamente straziante, questo è sicuro, così emozionante da renderti parte integrante di una tragedia, che ci investe ancora e alla quale non possiamo tenerci lontani che non si può ignorare, non possiamo ignorare di essere cittadini del mondo, di essere esseri umani e di compartecipare al dolore di una carneficina senza senso. Ed è vero casa non è un luogo, ma una persona, ed è giusto che sally abbia bisogno di casa, perché puoi vivere ovunque ma avere una casa in un altro persona. Cara mia part of masterplan, mi hai fatto emozionare, riflettere e capire che nonstante il dolore che una casa può infliggerti sarà sempre casa.

Nuovo recensore
03/04/15, ore 09:04

Sei tornata. Sally è tornata. Non sai da quanto aspettavo. La tua storia è così vera, Sally è così vera da far male. Sei una grande autrice, lo dico davvero.
Grazie...e spero che non mi farai più aspettare così tanto...

Nuovo recensore
25/12/14, ore 17:00

Part of the Masterplan, sei incredibile.
Ho letto tutto il ciclo della storia di Sally, inevitabilmente intrecciata alle turbolente avventure dei fratelli Gallagher, e non saprei cosa dirti se non farti i complimenti. Andando avanti con il racconto sentivo la necessità di farti sapere quanto questa storia e questi personaggi mi fossero entrati dentro, come mai mi era capitato. Io non leggo fanfiction. Detesto leggere da un computer o da un telefono e, ad ogni modo, tutte le volte che iniziavo una storia mancava sempre qualcosa, l'interesse si affievoliva e non riuscivo a finire neanche il primo capitolo. Poi una sera ero terribilmente annoiata e l'unica cosa che avrebbe catturato il mio interesse sarebbe stata una bella lettura. E avevo questo ritornello degli Oasis che mi martellava la testa. Così mi sono detta 'proviamo, perchè no?'. Per puro caso apro 'You sing, you shout, you turn the world around', sicura ancor prima di iniziare che non avrei letto oltre il primo capitolo. Perciò a questo punto, dopo essermi letta tutti e 42 i capitoli e le storie seguenti, devo farti questi benedetti complimenti. Come hai fatto a tenermi incollata al pc, al telefono, per tutto il viaggio? Non me lo spiego per il 'solo' amore sconfinato che provo per gli Oasis. C'è qualcosa nella perfetta combinazione di personaggi, intrecci e introspezioni che ha reso la tua storia unica. Sally è così viva attraverso le tue parole, dimentico spesso il fatto che sia un personaggio immaginario e quando lo realizzo faccio fatica a crederci. "E' una maledizione essere inclini all'introspezione", ha detto Sally una volta. Eppure leggere la sua mente è stato per me come immergersi in un mondo nuovo e, allo stesso tempo, ritrovare me stessa nei suoi pensieri, nei suoi dubbi, nelle perplessità, nella crescita interiore. Per non parlare di Noel, Liam e dell'intera storia degli Oasis, rappresentata con un realismo tale da farmi chiedere se non fossi stata veramente lì con loro per potercelo raccontare. Il ripercorrere passo passo la vita della band dalle origini, con tutti i relativi aneddoti, è stato davvero interessante e, come ho appena detto, così realistico che la tua storia sembra un libro fotografico senza fotografie, un CD che si può ascoltare anche in silenzio.
Non credo di poter ritrovare qualcosa di simile nel mondo delle fanfiction. Proprio questa parola, 'fanfiction', è una limitazione per ciò che hai scritto fino ad ora. Potrei dare un'occhiata alle altre storie che hai pubblicato, ma non sono sicura di poterlo fare subito. Forse sono ancora troppo presa da Sally per potermi innamorare di un altro racconto. Ma date le tue doti di scrittura potrei cercare di riprendermi alla svelta.
Ti ringrazio per questo pezzo di vita che, magicamente, sei riuscita a trascrivere a parole. Da Sally che bussa ripetutamente a casa Gallgher alla fine degli anni 80, con Noel seduto sul letto in cerca delle parole giuste per prometterle che loro due, Sally e Noel, Noel e Sally, vivranno per sempre, al 2001, con due adulti innamorati che forse un giorno avranno il coraggio di confessarsi. Da un gruppo di ragazzacci di Burnage che si esibivano nei garage al pienone negli stadi. Da Manchester a San Francisco. Dall'inizio alla fine, io sono con Sally. Qualunque dovesse essere il suo epilologo.
Ormai mi sembra di conoscerti, Parti of the Masterplan. E' come se stessi scrivendo una mail ad un'amica. Sarei felicissima se leggessi questa recensione. Non so neanche perchè. Ma ti sento vicina.          
(Recensione modificata il 25/12/2014 - 11:48 pm)

Recensore Junior
16/11/14, ore 20:20

Ciao, carissima :) Eccomi finalmente a recensire questa serie sui miei amatissimi Oasis, e scusami se ci ho messo tanto! Ho finito di leggerla poco tempo dopo la mia recensione a 505, ma fra Università e impegni personali non avevo ancora trovato il tempo di scrivere qualcosa. Allora, prima di iniziare con il commento vero e proprio, avrei un piccolo appunto da farti: secondo me, dovresti scrivere che She's a Waterfall fa parte di una raccolta (e che quindi viene cronologicamente dopo You Sing ecc), perché per esempio io ho iniziato con questa, e solo al secondo capitolo mi sono resa conto che faceva parte di una serie XD 
Ma torniamo alle cose serie u.u Non posso che iniziare facendoti i miei complimenti, per la serie in tutto il suo complesso, per il suo titolo ("Until Sally I was never happy" è in assoluto uno dei miei versi preferiti di sempre, e adoro Sally Cinnamon, mi mette tantissima allegria quella canzone!), per il tuo stile, per i plot, per i personaggi (purtroppo non li conosco, ma immagino Noel e Liam esattamente come li hai descritti tu) e in particolar modo per Sally, che credo sia il tuo personaggio più riuscito. E' molto, molto simile a Beth, ma in qualche modo l'ho trovata più completa, ma forse questo è dovuto anche al fatto che hai scritto di più su di lei (e a proposito, non è che per caso hai in mente di iniziare una vera e propria long su Alex e Beth? XD Magari anche che ripercorra la loro infanzia? Secondo me verrebbe benissimo e sappi che a d o r e r ei leggerla, sul serio! *____*). Quello che mi piace più di Sally è che è terribilmente umana come personaggio, è quanto più possa essere lontano da una stereotipata Mary Sue: in ogni capitolo di ogni storia che le hai dedicato, in ogni singola parola, era percepibile un profondo dolore, un'esistenza segnata dalla sofferenza di dover vivere separatamente a quella che è, dopotutto, la sua anima gemella, Noel. E' un personaggio molto complicato, Sally, e mi sento in dovere di ripeterti che sei veramente una scrittrice eccellente per essere riuscita a creare un personaggio così stratificato, così tridimensionale da sembrare vero, così denso di sfumature e colori e difetti e amore. 
Ma non sei eccezionale solo per aver creato un personaggio così degno di nota, ma anche per il modo in cui scrivi: sei molto più brava della maggior parte delle autrici di questo sito, in effetti scrivi così bene che potresti tranquillamente essere scambiata per una scrittrice a tutti gli effetti. Mi piace il tuo stile, il lessico che usi, il tuo citare le canzoni all'interno dei capitoli, le immagini che crei e che prendono vita chiaramente davanti ai miei occhi. E poi sei migliorata tantissimo da quando hai iniziato.
Ieri notte ero a letto, prima di dormire, e stavo ascoltando Don't Look Back in Anger in loop e con le cuffiette (praticamente ero del tutto in pace con me stessa e con il mondo): questa è una canzone che amo visceralmente, non solo per la sua bellezza oggettiva, ma anche e sopratutto per quello che significa per me: tutti noi siamo un po' Sally, e tu sei riuscita a dare una grande dignità a una donna che ha sbagliato e che ha perso, ma che ha imparato ad aspettare. Una donna che, nonostante tutto, ha ancora la forza di dire "non guardare con rabbia al passato". Non è un peccato essere Sally, stanotte. E' la cosa più bella che potrei chiedere di essere. Penso che davvero meriti un applauso, anzi, una standing ovation per questa frase: è meravigliosa, e mi è entrata dentro, e non mi vergogno di ammettere che mi hai fatto venire le lacrime agli occhi. 
Grazie, per aver scritto questa storia. Grazie, per aver inventato Sally. Grazie, per aver reso bella anche la sconfitta. Significa molto per me.
Spero aggiornerai presto, ora vado a recensire 505 :)
Un bacione, Emma <3




EDIT: non so perché mi ha pubblicato questa recensione al primo capitolo, doveva essere all'ultimo -.-" Se preferisci, spostala, altrimenti lasciala pure qui :)
(Recensione modificata il 16/11/2014 - 08:24 pm)

Recensore Veterano
09/10/14, ore 12:06

Ciao cara,
Ho letto il tuo capitolo appena pubblicato ma poiché ho un casino dietro l'altro a cui dover pensare in questi giorni, non sono riuscita a commentare prima di adesso!
Dunque, che dire: lo scossone emotivo di questo capitolo ha avuto un'eco talmente forte che se ci ripenso ho ancora i brividi. Posso soltanto immaginare cosa possa aver provato Sally in quei momenti (da notare che io ancora ne parlo come se esistesse sul serio, perché forse, in cuor mio, un po' ancora ci spero!) e so quanto la presenza di Noel per lei sia importante, nonostante le loro vite abbiano preso decisamente pieghe diverse e distanti. Questi due sono un po' come il mare e le onde: si allontanano e si riavvicinano ma non potrebbero mai stare lontani l'uno dall'altro in maniera definitiva. E anche se non oso immaginare dove finiranno e soprattutto se riusciranno ad avere un lieto fine insieme (ammesso che possa esisterne uno per loro due, visti i trascorsi), mi piace anche pensare che in fondo, insieme o no, un modo per essere semplicemente Sally e Noel lo troveranno, perché sono comunque legati indissolubilmente da qualcosa di più grande. Un Masterplan, direi!
Ancora una volta un enorme brava a te che riesci a rendere vive tutte le emozioni di carta che inserisci nei tuoi splendidi capitoli.
Alla prossima,
Cin

Recensore Junior
27/09/14, ore 15:57

Dopo aver asciugato copiose lacrime sono qui a scriverti ancora singhiozzante. Ma come fai? Come fai a creare un attimo di pura perfezione nell'imperfezione più esatta?. Continuo a sentire sulla pelle la bellezza di quell attimo con l'uomo che ami affianco. Lui era li e l'importante per una singola volta non era il come, il perché, e tutte le mille domande che una persona si pone. L'importante era che ci fosse. Sally è maturata così tanto eppure ancora non riesce ad ammettere al mondo che si è innamorata di lui, per questioni di orgoglio o di vergogna, non so ma ciò che so e che li adoro e voglio ancora leggere di loro Part of masterplan continuerò a seguire la tua (la loro) storia perché è bellissima. Anche se completamente immaginaria questi personaggi mi sembrano più reali di quelli di carta e ti ringrazio mille volte altre ancora.
Un abbraccio la tua fan più accanita Peace 💙

Recensore Junior
15/09/14, ore 13:32

No puoi lasciarci a mezz'aria così però 😭. Mia cara part of mastreplan come al solito hai rapito il mio cuore. Ho adorato la parte " delle unghie laccate si poggiano su una camicia azzurra ad Ibiza". La descrizione di questo capitolo è superba: i cubetti di ghiaccio, il costume blu. Questo era un capitolo di passaggio, ma la cosa bella di questi capitoli è che dopo c'è sempre un capitolo importante per la storia, ci hai lasciati a bocca asciutta questa volta ma aspetto con anzia il prossimo capitolo.
Baci la tua peace ❤️

Recensore Veterano
11/09/14, ore 12:25

Uh, ma davvero sono la prima a recensire questo capitolo?
Niente, sono stata sensitiva stavolta! Stamattina in macchina ho deciso di buttare nello stereo "Time flies", giusto per avere il giusto mix di canzoni, perchè avevo voglia di un the best of degli Oasis e proprio mentre li ascoltavo, sentivo che avrei trovato un nuovo aggiornamento!
Mai che immaginassi però qualche numero da giocarmi al Superenalotto e diventare milionaria però, accidenti!
Ok, sciocchezze a parte, veniamo a noi. Questo è stato un capitolo un po' più piccino rispetto agli altri, sicuramente di "transizione", nel senso che fa da apripista a ciò che verrà dopo, quindi ci sta che tu ci abbia lasciate col fiato sospeso con quel "Sally."
Certo, è piccolo il mondo, eh?
Sono stati allo stesso concerto, uno a cantare e suonare e l'altra a fotografare e dove vanno a incontrarsi? Ad Ibiza! Quando poi? La sera del compleanno di Sally. Un caso? Uhm... Forse.
Che dire, sono rimasta a metà quindi ora aspetto impazientemente il successivo per vedere se quelle splendide maniche di camicia e l'aria seria saranno capaci di prendere in mano la situazione anche se, non so perché ma sento che non tira buona aria.
Staremo a vedere!
Intanto come al solito bravissima, adoro il tuo modo di raccontare!
Un abbraccio,

Cin

Nuovo recensore
08/09/14, ore 16:56

Ciao Part of the Masterplan! Dopo un po' di tempo sono tornata a recensire la tua bella storia; apprezzo molto il fatto che hai aggiornato più velocemente questo mese. Come ogni volta che leggo un capitolo, appena ho finito ne vorrei leggere subito il seguito! Comunque, ora la nostra Sally sta per rincontrare Noel... E sappiamo che lui ad Ibiza ha incontrato la sua attuale moglie, ma tu la farai apparire nella storia o finalmente li farai stare assieme? Beh non vedo l'ora di sapere come sarà il compleanno di Sally nella pazza Ibiza... A presto! Giulia

Recensore Veterano
02/09/14, ore 09:46

Ciao!
Eccomi ancora, a romperti le scatole con qualche delirio che sicuramente verrà fuori, alla fine della fiera.
Che dire, ho aspettato questo capitolo come i bambini aspettano Babbo Natale e, anche se oggi in ufficio sono rientrati tutti -boss compreso- ho trovato comunque uno spazietto per l'adorata Sally.
Dunque, direi che in questo capitolo il tempo che passa e non aggiusta le cose ma contribuisce ad allontanare le persone si sente in modo molto forte. Sally sta diventando una donna e, sebbene la sua ferita non sia affatto chiusa, sta tentando con tutta se stessa di ricominciare; ricominciare proprio da lei, dai suoi sogni e dai suoi desideri. Ora... Va benissimo così, è giusto dopo aver dedicato tanto tempo a Noel-sono-un-dittatore-Gallagher, però mi chiedo: Matt che cippalippa vuole?
E' un subalterno, è un personaggio minore è... è il Ringo Starr della faccenda e sappiamo tutti che, per quanto i Beatles non sarebbero stati gli stessi senza di lui, nessuno apprezza più di tanto Ringo Starr, giusto? :D
La "cara" Meg (che ho sempre mal digerito, anche nella vita reale) chiede aiuto proprio a Nick; ma guarda un po'! Quando si dice voler prendere due piccioni con una fava eh! Ferisce entrambi con un colpo solo, io non sopporto quella donna!
Ok, lo so questa non è stata la realtà vera vera vera ma te l'ho già detto: hai improntato dei personaggi di finzione talmente bene che io credo sul serio che le cose si siano svolte come tu le racconti.
Inoltre, commento puramente tecnico da chi prova a scribacchiare ogni tanto, lo stile che hai usato per questo capitolo è fantastico: è un mix tra malinconia e determinazione e, se posso permettermi, credo che in nessuno dei precedenti viene trasmessa la tristezza che invece emerge da questo. Probabilmente sbaglio ma è quello che ho percepito.
Che dirti, cara, hai confermato quello che ti ho scritto nella recensione precedente anche a proposito di "You sing, you shout" e io non vedo l'ora di leggere come sarà questa vacanza ad Ibiza tutta al femminile!
Un abbraccio,
Cin