[Recensione partecipante all'iniziativa "Babbo Natale Segreto 5.0" del gruppo Facebook HPeace&Love] |
Stavo girovagando tra tutti i link dei commenti al post su Facebook, quando mi sono imbattuta nel tuo profilo. Poi – da persona prevedibile quale sono – mi sono fuiondata su questa raccolta di drabble. I prompt – se vogliamo chiamarli così – mi hanno incuriosita tanto, perché sulla porcellana si può scrivere tanto e altrettanto si può cadere nella banalità. Con questa premessa potrei averti fatto paura, ma posso assicurarti che sei riuscita a gestire questo tema in maniera originale. Generalmente, si accosta la porcellana alla fragilità dell’essere, al fatto che, alla prima caduta, si viene immancabilmente distrutti. Invece tu l’hai paragonata ai ricordi. *inserire applauso qui* Mai letto un paragone così originale e trattato alla perfezione, sul serio. |
Recensione premio per terza classificata. |
Avevo già scoperto EFP qualche anno fa; andavo al liceo, e mi piaceva passare i pomeriggi liberi a coltivare le mie due uniche vere passioni, la lettura e la scrittura. Il tempo è passato, ho finito il liceo e cominciato (e quasi finito) l'università, le mie passioni sono rimaste le stesse ma si sono affievolite, annacquate nel mare di responsabilità di una pseudo-adulta. Pochi giorni fa sono tornata su questo sito, e questo è esattamente ciò che speravo di trovare: me stessa. Sì, in queste righe ho ritrovato le mie emozioni, quelle che sento vive dentro me e quelle che ho preferito spegnere ma che per un momento tu hai riacceso, il mio modo di approcciarmi alla vita, ma soprattutto la voglia di riuscire a fare quello che hai fatto tu: emozionarmi ed emozionare. |
Se prima c'era della ceramica a strozzare la mia pelle, ora divenuta cenere soffoca la mia gola. Cerca pietà, cerca risposte e cerca l'inferi in cui l'hai strascinata. |
I frammenti di una porcellana dipinta sul volto. Noi bambole dal viso di porcellana, le cui crepe sono state ben stuccate dietro a strati di falsi sorrisi. Noi burattini imparruccati distrutti e spezzati, cos'è questa bella porcellana che ci fa piangere del nostro amore prezioso? |
Ho tanto altro da recuperare, è vero, ma sono qui, perché sono i libri a cercare noi o, meglio, sono le storie a chiamarci e la tua Porcelain mi ha chiamato. Innanzitutto, togli per favore quell’intro perché per me non è un’ intro, è una poesia in prosa – meravigliosa – una prosa poetica – ti rimbomba dentro. Non è un’ intro, è parte della storia. Io nei libri l’intro la salto sempre, perché io stessa mi basto a capire che cosa mi dirà quel libro; a volte non leggo nemmeno le trame: mi tuffo, letteralmente, ed io cerco correnti assassine, sono spericolata. E quella che tu hai chiamato intro, così bella, dai brividi forti, è parte della storia. Una pezzo in prosa e una drabble, che c’è di male? È istinto puro, sentimento, un’eco lunga e vibrante che scava l’anima, questa è la tua Porcelain. Non c’è bisogno che ti dica che il paragone che hai fatto, così delicato, è anche tremendamente vero. E ti dico anche qui: non sforzarti mai per scrivere. Se ti vengono fuori le drabble, che drabble siano. Se Sunsetville non viene o non viene niente, verrà un’altra volta, e se viene così bene… credimi, vale la pena aspettare. “I figli che devono arrivare arrivano,” dice Diego, in “Venuto al mondo” della Mazzantini, (Un libro in cui si percepiscono i ghirigori inutili che hanno fatto scadere ultimamente la Mazzantini, ma che ha delle parti belle veramente). Le storie sono come i figli, quelle che devono arrivare arrivano. |