GIUDIZIO PER AVER PARTECIPATO ALLO «SPRING CONTEST»
«LA NATURA IN FESTA» DI CHLOE R PENDRAGON
Nell’attimo in cui si voltò nella sua direzione, incatenando con i suoi occhi smeraldini quelli nocciola di lui, il suo esile viso fu illuminato da un radioso sorriso, così brillante da riscaldare il cuore del vagabondo e spingerlo a ricambiare.
- Sviluppo della trama e dei personaggi
Vorrei partire con un po' di ma e un po' di perché. La storia narra dell'amore di due ragazzi che si conoscono per caso durante la celebrazione della primavera, e fin qui la cosa ci può stare benissimo, giacché il punto focale della trama è quello ed è giusto che essa converga sul modo in cui si approcciano l'uno all'altra, pur non essendo esattamente una cosa originale. Qui arriva la nota dolente, però: per quanto si comprenda che sia una sorta di fiaba - o almeno è questa l'impressione che ha dato durante la lettura, poi spiegherò più avanti il perché -, l'assenza di dovute spiegazioni e di un luogo in cui venisse ambientata, ha lasciato molto a desiderare.
Da quanto si legge, quella fra cui Doran si ritrova, non è esattamente una popolazione civile - se proprio vogliamo usare questo termine -, si direbbe più gente che celebra i propri riti e le proprie credenze da generazioni e generazioni, proprio come accennato nella storia stessa; allora come mai la ragazza, Aine, parla così fluentemente la lingua di Doran? Supponiamo che lui abbia viaggiato davvero tantissimo e che sia giunto fin lì dopo un lungo pellegrinaggio, attraversando praterie e deserti, vedendo le bellezze che il mondo poteva offrirgli fino a trovare quella che per lui era probabilmente la vera bellezza che aveva sempre sognato. I linguaggi cambiano, magari ci sono dialetti e determinate tonalità, magari c'è chi si esprime in un modo del tutto diverso da quello che si è abituati a sentire... ma qui abbiamo una ragazza che gli risponde tranquillamente e che capisce per filo e per segno ciò che le viene detto. Forse ho travisato, ma l'impressione che da' la narrazione è proprio quella di trovarsi davanti ad un popolo legato alle proprie tradizioni e non aperto al progresso. Un paio di spiegazioni avrebbero reso la cosa molto più comprensibile, stesso dicasi per il posto in cui la storia stessa è ambientata. Non si sa difatti se si tratta di un posto inventato o se esso sia una trasposizione di luoghi realmente esistenti, quindi avrei speso due parole anche su questo passaggio.
Un punto non proprio a favore, almeno per quanto riguarda il puro gusto personale, va ai personaggi. Per l'ambientazione di cui fanno parte, e dunque per il modo in cui certi argomenti vengono visti e trattati, sono delineati bene e sono coerenti con loro stessi, ma in alcuni punti mi sono parsi, in particolar modo Doran, un po' stucchevoli, non solo per quel bacio improvviso ad una che, a conti fatti, è una sconosciuta e basta, dato che non conosce nemmeno il suo nome. La prima frase che Doran rivolge ad Aine, ovvero «Perdonate la mia impudenza, ma non ho potuto fare a meno di notare che le vostre gote hanno assunto il medesimo colore dell’alba. Lo trovo incantevole!» mi sa tanto di costruito e stenta ad ingranare la marcia per una conversazione vera e propria, quasi a ricordo di una frase di circostanza per catturare l'attenzione della classica donna/ragazza presente in alcune fiabe. Però, quanto detto, essi hanno la loro caratterizzazione inerente alla storie e al contesto in cui sono posti, e giacché la storia mi è per l'appunto apparsa con un'atmosfera fiabesca, su tale punto di vista sono stati ideati bene. Avrei, però, apprezzato che si scendesse maggiormente nella psiche dei due ragazzi, così da renderli personaggi a tutto tondo e non solo in due dimensioni, dato che alla fine di Aine si sa davvero poco se non che è una bella ragazza e una brava danzatrice.
Calandoti maggiormente in loro, forse, anche l'originalità avrebbe acquisito non pochi punti, rendendo la storia molto più interiorizzata di quanto non si presentasse a primo acchito. Il tema di un incontro casuale e di unballo in cui due persone si innamorano è stra-abusato in parecchi contesti, quindi sarebbe stato un ottimo metodo proprio il calarsi nella personalità dei protagonisti principali.
- Stile, sintassi & grammatica
Lo stile è piuttosto buono e non sono presenti errori di nessun tipo - magari giusto qualche accorgimento per quanto riguarda le pause/effetto dovute dalla punteggiatura, ma di quello ne parlerò nel passaggio successivo -, ma a volte è un po' troppo restrittivo. Mi spiego meglio: in alcuni passaggi, in particolar modo quando Doran vede Aine e poi cominciano a ballare, mi è sembrato che tu romanzassi un po' la cosa, quasi stessi facendo un veloce riassunto di ciò che stava accadendo; magari è stata una mia impressione, ma il tipo di narrazione scorre veloce e non lascia esattamente il tempo di farsi una vera e propria idea del momento raccontato. Avrei quindi lasciato che le cose scorressero in modo molto più fluido, così da riuscire ad avere una visione centrale della cosa.
Con un testo così ricco, avrei dato un po' più dettagli e avrei reso la narrazione meno novelization, anche se magari era una scelta voluta; solo che, per certi versi, questa sensazione fiabesca mi ha un po' fatto storcere il naso, poiché abituata a diverse sequenze narrative. Non mi calo invece sulla questione discorso diretto, giacché ci sono diverse visioni che vedono la punteggiatura in esso o fuori da esso, quindi non saprei quale prendere con esattezza per buona e lo appunto solo a scopo illustrativo.
Qui di seguito, quanto accennavo pocanzi. Alcune sono piccolezze, altre semplici annotazioni su cosa sarebbe andato meglio e cosa no:
❒ eppure nel villaggio di Uaineamach la festa non accennava ad arrestarsi → eppure, nel villaggio di Uaineamach, la festa non accennava ad arrestarsi
❒ Fin dalla notte dei tempi era loro abitudine celebrare l’arrivo della primavera → Fin dalla notte dei tempi, era loro abitudine celebrare l’arrivo della primavera
❒ ugualmente i cittadini → Quell'ugualmente messo là davanti un po' mi stona. Rivedrei la stesura
❒ come una madre stringe tra le sue braccia il proprio figlio, e la gente che vi risiedeva sembrava così gentile e serena → Qui non si tratta di errori, bensì di eliminare una o due parole per rendere la frase molto più fluida e leggibile: “come una madre stringe tra le braccia il proprio figlio, e la gente che vi risiedeva sembrava gentile e serena”
❒ Il ragazzo scosse la testa con vigore per scacciare quei fastidiosi pensieri e immergersi nuovamente nell’euforia collettiva → La riscriverei così, in modo che la frase non risulti troppo lunga a causa dell'assenza di punteggiatura: “Il ragazzo scosse la testa con vigore per scacciare quei fastidiosi pensieri, immergendosi nuovamente nell’euforia collettiva”
❒ lo straniero però desiderava → lo straniero, però, desiderava
❒ disse sorridendole dolcemente → disse, sorridendole dolcemente
❒ La giovane si staccò dal suo cavaliere, incantata dallo spettacolo che si palesava davanti a sé, intenzionata a unirsi al resto del villaggio per commentare insieme quella meraviglia come erano soliti fare, tuttavia fu trattenuta dal viandante → Il periodo è troppo lungo e può dunque risultare un po' confusionario. Lo suddividerei con un altro tipo di punteggiatura, in modo da renderla molto più fluida
❒ il viaggiatore sorrise portando entrambe le braccia dietro il capo e volgendo lo sguardo verso il sole appena sorto → il viaggiatore sorrise, portando entrambe le braccia dietro il capo e volgendo lo sguardo verso il sole appena sorto
- Parere personale
Le storie romantiche non mi entusiasmano, a dire il vero. Come detto in precedenza, la trama non brillava di originalità e seguiva un corso abbastanza lineare, mettendo inoltre il lettore davanti al fatto già compiuto: si conosco per caso, si baciano altrettanto improvvisamente e si scoprono innamorati. Va bene il colpo di fulmine, non dico che non esista - anche se, parliamoci chiaro, io al riguardo sono un po' scettica -, però si sarebbero potute spendere un paio di parole per dare spazio alla cosa e spianarla, dando così una sorta di finale de tutto aperto al lettore e facendo in modo che fosse lui ad immaginare in seguito che cosa sarebbe potuto succedere. Perché così, come detto, non è molto entusiasmante e si comprende già durante le prime righe che lui finirà per invaghirsi di lei.
Mi scuso per le parole un po' dure e per quello che potrebbe anche passare per cinismo, ma ci sono pochi spunti davvero significativi e ho approfittato dello spazio personale per dirlo. Magari, vedendo la loro storia sotto un altro punto di vista e caratterizzando al meglio i personaggi, il racconto stesso potrebbe acquisire più luce e sbocciare come la primavera in esso. |