Ehi
Mi sono imbattuta in questa OS per caso, e dire che è perfetta, è poco, giuro.
Il tuo modo di scrivere è qualcosa di indescrivibile, scorrevole, perfetto.
La trama della storia mi piace molto.
Ho amato questa parte:
«Tris» chiamo, il respiro corto e le gambe pesanti. Ero inebriata dai drink, mi aveva appena scaricata, ero un muro che si stava sbriciolando e ogni bicchiere di alcol non faceva altro che distruggermi, dalle fondamenta. «Tristan, ti supplico» e questa volta la mia voce è un insieme di emozioni che nemmeno capisco e comprendo, che nemmeno riesco a gestire. Stanno scappando da tutti i lati e vorrei prenderle, tenerle e legarle a me per sempre, per imprimere e marchiare a fuoco tutte le sensazioni che Tristan Evans mi fa provare, ma volano via e non sono abbastanza forte.
Poi si ferma, siamo in strada, il ciuffo alto e le mani strette in due pugni: nel tempo hanno riempito le mie tasche per tirami al suo petto, hanno accarezzato i miei capelli lasciando che le ciocche si confondessero tra le sue dita e mi hanno toccato in tutti quei piccoli, minuscoli, punti del corpo, fino al limite dell'anima. Facendomi sentire amata, facendomi sentire unica e invincibile.
«Non voglio starti a sentire. Torna a casa, per piacere» e scuote la testa e lo vedo, mentre lotta con se stesso, un'espressione dura e capisco che questo è il capolinea, ho appena bruciato l'ultima carta e qualcosa che brucia è irrecuperabile.
Sulle mie guancia scottano le lacrime. «Mi dispiace» singhiozzo e non mi sono mai abbassata a tanto e mai scoperta così, messa a nudo di tutto. «Ti amo, Tristan-»
«Troppo tardi, Lydia» e il mio nome è ruvido come l'asfalto che mi si sta conficcando nei piedi freddi e luridi. E il successo, i soldi, la fama e il sapere di essere qualcuno, questa volta, non possono essere un appiglio per uscirne.
«Lo so» sussurro, ma si è già girato e i nostri ricordi volano via con i miei capelli, spinti lontani dal vento londinese. Non mi ha sentita, il cuore che batte e sento una strana sensazione di soffocamento e mi appoggio ad una macchina posteggiata proprio lì accanto.
Ho bisogno di Tristan, è un attacco di panico e solo lui più aiutarmi ad uscirne, ma è troppo lontano, già dall'altro lato della strada e provo a gridare, urlare e fendere l'aria con il suo nome, ma Tristan non è più in gioco. Game over.
E alla fine lavoro sempre nella mia stessa vecchia merda.
“Conta fino a dieci, Lydia” forse, ogni tanto dovrei ascoltare il mio strizzacervelli, non è affatto male. “Quando qualcosa non va e vuoi una risposta, conta fino a dieci”
«Uno» tento di respirare, il vetro della macchina a cui mi sono poggiata sembra scivolarmi da sotto le dita e io ho bisogno di aggrapparmi a qualcosa. Sto cadendo.
Due, tre, quattro.
Respiro ancora. E Tris scompare, come il mio sorriso, come le sue dita che riempivano le mie mani, come il sole d'inverno e la sensazione di toccare il cielo con un dito.
Cinque, sei, sette.
Volto la testa, le macchine passano sulla strada, veloci come il mio primo pensiero: brutale, pazzo, folle.
Otto, nove.
Mi raddrizzo, la testa che gira, le mani curate e sudate, le gambe pesanti e metto insieme qualche passo. Poi acquisto sicurezza e mi domando se davvero il gioco vale la candela.
Tristan non è la causa, sarebbe da stupiti se lo fosse. È soltanto la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché la verità è che la vecchia vita mi sta soffocando e quella nuova anche.
Bhe spero che tornerai presto con una nuova OS, perchè adoro il tuo modo di scrivere *_*
Alla prossima :D
xx Sele |