Valutazione del contest "Lo scheletro nell'armadio"
Stile: 14.5/15
Avendo avuto modo di conoscere il tuo stile in altre storie, mi permetto di dire che in questo caso hai aggiunto alla tua linearità e schiettezza anche una maggiore ricercatezza lessicale, che ha donato al testo la capacità di aderire perfettamente al tema trattato. Anche i periodi mi sono sembrati leggermente più complessi del solito. Ma al di là di questo – che è una premessa del tutto personale! – hai fatto davvero un ottimo lavoro.
Partendo dal lessico, pur essendo piuttosto ricercato, non eccede mai e non si ripete mai. Credo che vi sia un’analisi attenta dietro alla scelta di diversi termini, perché rendono perfettamente l’atmosfera della storia, le aderiscono al punto da permettere al lettore di percepire – a seconda del caso – dolore, ribrezzo, rabbia e così via. Per essere chiara, ti riporto un esempio dal testo: “L'espressione granitica che le paralizzava il viso era la lapide dietro cui aveva seppellito il dolore”; ora, scegliere il termine “granitica” anziché un “ferma”o “ferrea” ha reso ancora di più l’immagine di questa donna dai lineamenti così induriti e immobili da sembrare roccia; a rafforzare quest’immagine c’è poi il richiamo alla “lapide”, dietro cui lei ha “seppellito il dolore” che le marchia il viso. Questo un po’ ciò che intendo quando dico che il lessico aderisce perfettamente al contenuto della storia. Sempre in riferimento al lessico, poi, è curata anche la differenza tra discorso indiretto e diretto: la ricercatezza difatti lascia il posto al colloquiale o addirittura allo scurrile – nel caso di Greyback – per meglio caratterizzare i personaggi. Davvero un lavoro ottimo.
In relazione al lessico ti segnalo solo un “Lestrange” scritto “Lastrange”; nulla di che!
Quanto allo stile, invece, è innanzitutto pulito perché non vi sono sviste degne di nota relative alla grammatica. È uno stile chiaro, caratterizzato da una sintassi lineare che sfrutta molto i segni di punteggiatura; in particolare il punto fermo. Altra caratteristica del tuo stile è il sottolineare sempre in maniera esplicita il soggetto della frase, che è un altro elemento che collabora alla chiarezza e alla leggibilità del racconto. Quanto al passaggio tra discorso indiretto e diretto, anche questo è gestito bene, poiché i dialoghi non spezzano mai il racconto, sono anzi inseriti benissimo al suo interno; li hai bene amalgamati.
Trovo che abbia raggiunto un buonissimo equilibrio, perché alla ricercatezza lessicale hai associato una certa semplicità sintattica, che non rende la lettura artificiosa. Come ti ho detto inizialmente, rispetto ad altri tuoi testi che ho letto mi è parso che qui vi fossero alcuni periodi più elaborati, ma non si eccede mai, e questo è sicuramente un pregio.
Riguardo alla grammatica, in ultimo, non ho nessun appunto da farti salvo alcuni piccoli dettagli: un “al di là” scritto con l’apostrofo (al di la’) anziché con l’accento; questo passaggio: pausa, poi aggiunse, compiaciuto. “Saprai” dove il “saprai” è introdotto da un punto fermo, quando sarebbe più corretto introdurlo con i due punti o almeno con una virgola, dato che il soggetto che parla sta ‘aggiungendo’, e ciò che segue l’affermazione del soggetto (“seppure fosse palese che sperasse fortemente nel contrario”) conferma effettivamente che è tutto un unico discorso; quindi il punto fermo è eccessivo. In ultimo, l’espressione “ridire riguardo la busta di cibo”, dove anziché ‘riguardo alla busta’ c’è ‘riguardo la busta’; la forma corretta del termine ‘riguardo’ è infatti ‘riguardo a’.
Queste piccolissime sviste sono il motivo del mezzo punto in meno, perché per il resto la storia è perfetta!
Trama e Originalità: 10/10
La tua storia è originale, non ci sono dubbi. Prima di tutto è originale la coppia protagonista (e tu l’hai scelta nonostante non fosse quella ‘da bonus’), ma ancora di più è originale la tua trama; almeno, io non ho mai letto nulla di simile!
Per la prima volta ho letto di una Ninfadora distrutta nel vero senso della parola e di un Greyback che non ringhia soltanto, ma mostra anche una certa astuzia e una umanità tutta sua. Nonostante questo, però, trovo che il dettaglio più originale della storia sia il rapporto tra Ninfadora e Teddy: niente ristoro reale nel guardare il proprio figlio, nello stringerlo tra le braccia, niente colpo di spugna sul dolore al solo vederlo ridere; il dolore c’è comunque e schiavizza Tonks, che tenta di aggrapparsi al bambino, ma è evidente che la sofferenza causata dalla morte di Remus è ancora troppo viva.
Passando alla trama, invece, c’è coerenza, credibilità, suspense, c’è di tutto. Iniziando la lettura è praticamente impossibile immaginarne l’epilogo, immaginare se Tonks venda o meno quest’anima all’inferno. Riguardo alla coerenza, ogni singolo avvenimento è legato all’altro, sono consecutivi e propedeutici gli eventi: tutto è spiegato all’interno del testo e al lettore non resta nessun dubbio sullo svolgersi della vicenda. Quanto alla credibilità (ma ne parlerò più approfonditamente nella voce seguente), sei stata bravissima! Essendo il dolore di Tonks qualcosa di assolutamente certo, tutto ciò che hai sviluppato attorno a questo dolore e all’interesse malato per Greyback risulta credibile perché ben motivato.
Stranisce che l’Auror si avvicini al Mangiamorte, ma ha senso nel contesto della tua trama e quindi non disturba perché ‘impossibile’.
Anche l’ambientazione è perfetta: da Kingsley alle guardie umane di Azkaban a Lucius e Narcissa, e così via. Hai curato ogni più piccolo dettaglio e il risultato è un What if? perfetto. Se Ninfadora fosse sopravvissuta, chi sa, magari questo sarebbe stato il suo epilogo!
Aggiungo che hai inserito in modo perfetto l’obbligo del pacchetto: le persone che Tonks più detesta, e di cui ovviamente non si fida, scoprono il suo personale segreto e addirittura lo spifferano ad Andromeda! Bene anche il modo in cui hai sfruttato la cosa, perché l’atteggiamento di Andromeda in quell’occasione è poi un altro elemento che avvicina Tonks a Fenrir.
Arrivo finalmente all’aderenza al tema del contest: sono ripetitiva, ma anche in questo sei stata molto brava. Avevo chiesto di tirare fuori il marcio e di farlo attraverso un amore o un’ossessione della protagonista per un uomo, tu hai egregiamente soddisfatto questa richiesta. Tonks si lascia sporcare e quasi gode nel farlo; questo marcio, glielo tira fuori Greyback, che per qualche buffo scherzo del destino riesce a comprenderla e a legarla a lui. Hai tirato fuori proprio un bello scheletro dall’armadio! E anche in questo caso hai motivato tutto, hai addirittura inserito quel dettaglio della lepre, che io ignoravo!
10/10, assolutamente.
Caratterizzazione e IC personaggi: 9.5/10
Protagonisti del racconto sono ovviamente Tonks e Fenrir, ma hai inserito anche un bel po’ di personaggi secondari: il piccolo Teddy (indirettamente), Andromeda, Lucius, Harry e Narcissa. Nel valutare questo parametro ho tenuto conto della caratterizzazione di tutti i personaggi, dando particolare rilevanza ai protagonisti.
Andromeda è stata caratterizzata molto bene, con la sua apprensione e il suo amore di mamma e di nonna, con il suo orgoglioso dolore, con la sua forza e con le sue debolezze; queste ultime, in particolare, si manifestano nel finale della storia, quando accusa implicitamente la figlia dinanzi a Narcissa, senza curarsi di appartarsi con Tonks per comprendere realmente cosa le stesse accadendo. In quel tono imperioso di Andromeda ho rivisto la Black. Una caratterizzazione, in conclusione, credibile e coerente ai pochi dettagli che conosciamo della madre di Tonks. Hai inserito anche un accenno alla contrarietà di Andromeda nei confronti della relazione tra la figlia e Remus, e nel contesto non stona, poiché è probabile che, almeno inizialmente, potesse essere contraria all’unione.
Riguardo al piccolo Teddy, ovviamente, c’è ben poco da dire! Il suo personaggio è tutto in funzione di Tonks, come è giusto che sia. Hai comunque trattato con estrema cura e verosimiglianza le reazioni di un bambino e le sue necessità quotidiane.
Anche i coniugi Malfoy, come Andromeda, sono caratterizzati molto bene. Lucius è il solito viscido e opportunista, che ha la faccia tosta di recarsi dalla nipote per darle le condoglianze e elogiare il ‘professor Lupin’. La sua apparizione è stata davvero perfetta, così come la reazione di Tonks (con cui concordo pienamente circa l’improbabile bontà di Harry). Narcissa anche è perfettamente IC: anche lei opportunista e viscida, ma in modo nettamente diverso dal marito; lei ha un modo meno appariscente di porsi, più elegante e distaccato; lei non finge cerimonie con la nipote, attacca direttamente e nel modo più subdolo possibile, ossia usando Andromeda. È proprio una degna erede della famiglia Black.
Harry è il personaggio che, tra tutti, mi ha convinta meno, ed è il motivo di quel mezzo punto in meno. È una sottrazione irrisoria per due motivi: il primo è che è un personaggio nettamente secondario, il secondo è che, salvo il dettaglio di cui ti parlerò, l’ho trovato IC e bene inserito nella tua storia. Harry ha sempre mostrato di avere una certa sensibilità per tutti coloro che sono in situazioni disagiate, in più è sempre stato estremamente riconoscente nei confronti di chi si schierava al suo fianco. Remus – nonostante a lui effettivamente ha sempre preferito Sirius e Silente – era tutto ciò che gli restava dei genitori, quindi ho trovato poco credibile che proprio Harry suggerisse indirettamente a Tonks di restare per un po’ ai limiti della società perché moglie di un licantropo. È possibile che io abbia frainteso assieme a Tonks, che coglie nelle parole di Harry ciò che più inconsciamente desidera, ma le reali intenzioni di Harry quando le dice di aspettare non sono spiegate, quindi do per buono che l’interpretazione di Tonks sia esatta. L’Harry dei libri credo che avrebbe detto a Tonks che faceva bene a trasferirsi, perché doveva essere solo fiera del marito defunto, o simili. Questo elemento mi ha stranita nella caratterizzazione di Harry; proprio lui che si è sempre battuto per Hagrid, per lo stesso Remus, per Dobby e così via, non lo trovo credibile nel ruolo di ‘garante’ di una società magica che al momento non vuole ‘soggetti scomodi’ nelle vicinanze. Al di là di questo, comunque, anche Harry è perfettamente IC, con il suo essere impacciato e la sua difficoltà nel rapportarsi con qualsiasi essere di sesso femminile!
Arrivo finalmente ai protagonisti! Tonks è superba, ma chi più mi ha stupito è stato Fenrir. Di Fenrir non hai messo in luce solo il lato animalesco, ma anche i residui dell’uomo: è addirittura ‘tenero’ – ed è assurdo associare a lui questo termine! – il modo in cui, nel finale, sembra quasi dispiacersi all’idea che la propria libertà equivalga a perdere Tonks. Una Tonks che sembra rimpiangere di non aver avuto al proprio fianco, una donna che sembra considerare sprecata per uno come Remus, che non ha mai vissuto appieno la propria licantropia. Il modo di esprimersi di Fenrir è un altro elemento che collabora alla perfetta caratterizzazione, perché è crudo, colloquiale, diretto e assolutamente senza sconti. Ed è anche animalesco, con quel suo continuo riferirsi al branco, ai sapori e agli odori (a lei che sa di sangue e latte). Buonissima l’introspezione che giunge sino a quando Remus era solo un bambino, facendo scoprire al lettore che lui ha agito per vendicarsi. Ottimi anche i riferimenti all’aspetto fisico: un corpo che deperisce. Perfetto.
Tonks, come detto in precedenza, è superba. Con la coppia che hai scelto sfociare nell’OOC era più che facile, ma io mi sono trovata dinanzi una Tonks perfettamente IC, caratterizzata in ogni più piccolo dettaglio.
L’evoluzione negativa che lei subisce è un qualcosa di probabile e verosimile: ognuno risponde al dolore in modo soggettivo, lei ha risposto col peggio di sé, trovando riparo e perdizione tra le braccia dell’aguzzino del marito. Hai inoltre sfruttato tutte le caratteristiche di Tonks e lei hai rigirate al negativo: la sua sbadataggine nella tua storia diviene trascuratezza (dimentica di fare la spesa nonostante il bambino piccolo), la sua schiettezza diviene cattiveria (il modo in cui si rivolge a Lucius e soprattutto a Harry), il suo coraggio diviene spericolatezza (il recarsi da Fenrir) e, in ultimo, il suo saper amare sopra ogni cosa diviene una sorta di lasciapassare per avvicinarsi a Greyback. Perché la tua Dora sa ancora amare sopra ogni cosa, ama sopra la morte, la morale, il pudore e sopra la condizione umana stessa. Mi ripeterò per l’ennesima volta: perfetta.
Punti bonus: 0/2
Totale: 34/37 |