Recensione per il Lucky Star Contest - Quarta Classificata
Correttezza, Stile e Lessico: 19/20
Inizio subito col dire che la tua storia mi ha letteralmente spaccata a metà: da una parte c’era la “me-lettrice” che non va matta né per il flusso di coscienza né per la narrazione in prima persona (infatti ci ho messo un po’ a ingranare e farmi catturare dalla storia, che alla prima lettura mi è risultata un po’ lenta); dall’altro c’era la “me-giudice” che invece ne rimaneva colpita perché entrambe le cose sono state gestite davvero molto bene: il lettore si trova catapultato nella testa di questo vampiro, direttamente nei suoi pensieri, e si perde nei suoi salti da un argomento all’altro, collegati non da un filo logico ben preciso ma appunto dal suo modo di essere e di pensare.
Un’altra cosa che ho apprezzato/non apprezzato è stato l’uso del linguaggio: da una parte è molto ricco, estremamente vario e fai uso di parole ricercate e sicuramente non comuni, che innalzano il livello della storia; dall’altra, a volte il registro si abbassa e fai uso di strutture più proprie del parlato moderno (se ne frega di te // stramaledetta goccia // un imbucato alla festa // rifilo loro una pedata sul sedere), creando un netto contrasto con il resto del testo. Insomma, quello che mi è parso leggendo questa storia è che stai sviluppando uno tuo stile, ma che non sei ancora riuscita a padroneggiarlo del tutto, o questa almeno è stata la mia impressione.
Per il resto, a livello di correttezza ho trovato solo un piccolo errore: […] mi ricordava che, infondo, siamo fragili più di quanto si possa sospettare. => dove infondo è la prima persona del verbo infondere, mentre la forma corretta è in fondo.
Finisco questa voce commentando alcune parti del racconto che mi hanno particolarmente colpita:
Lei cade, incurante. E fa musica.
[...] posso avvertire persino le vibrazioni che quel semplice gocciolio produce nell'aria, dove il suono si espande, le posso sentire riverberare in ogni anfratto del mio corpo. => Devo dire che la parte introduttiva sulla goccia d’acqua inizialmente mi è sembrata un po’ di troppo, un dettaglio un po’ inutile che ha appesantito l’inizio del racconto (che invece dovrebbe catturare l’attenzione in modo più immediato), ma continuando a leggere ho capito il perché di questa scelta (soprattutto mi è piaciuto poi il ricollegarsi alla fine con la goccia, che torna ma non è più acqua) e questi due periodi che ti ho citato mi hanno stregata. Soprattutto il primo: formato da due frasi brevi, ma molto incisive.
[…] in fondo la carne per noi è una prigione: il sangue la vivifica, ma ci lega anche alla terra. Siamo destinati ad errare nel mondo finché esso durerà. O finché non veniamo annientati o ci immoliamo, esponendoci al sole o al fuoco. => la storia e l’essenza dei vampiri riassunta in poche righe.
La cenere sulle mie mani e sul pavimento di quei sacrari mi ricordava che, infondo, siamo fragili più di quanto si possa sospettare. Le disperdevo al vento, quelle ceneri. Era giusto così: li liberavo, alla fine, dei loro corpi e adesso potevano ascendere... sempre se qualcuno li volesse riscattare, quei figli di puttana perversi e sadici. => questa parte secondo me sarebbe stata perfetta fino a “li liberavo” (con un bel punto a chiudere tutto quanto), ed inizialmente credevo che finisse così (perché quando l’ho stampata la pagina era finita, appunto, lì e non mi ero accorta che non ci fosse il punto ^^”), poi invece ho notato che continuava e, come dicevo prima, questo è un altro di quegli esempi in cui parti con un registro alto che si abbassa di colpa alla fine della frase. Comunque sia, mi piace come un atto come il disperdere le ceneri al vento sia comparato ad un atto di liberazione dell’anima. È stato un paragone assolutamente azzeccato e molto suggestivo!
Sviluppo della trama, Introspezione e/o Caratterizzazione: 18,5/20
L’intera storia è una vera e propria escursione (sì, proprio un’escursione, a tratti tortuosa e a caduta libera) tra i pensieri del vampiro protagonista, vampiro di cui non conosciamo nome né volto, ma che rivela di sé e del proprio modo di essere attraverso ciò che racconta. Mi sono sentita un po’ sballottata tra un pensiero all’altro, come una pallina da ping pong che fa avanti e indietro, e ci sono stati alcuni passaggi in cui mi sono persa, ma come dicevo all’inizio, questo fatto mi ha divisa in due: da una parte non l’ho apprezzato appunto perché non c’era un filo logico che unisse i pezzi; dall’altro quel filo logico è dato proprio dal fatto che, quando si pensa, si segue il flusso dei propri pensieri, allacciandoli uno con l’altro in base ai collegamenti che vengono in mente al momento e non si ha mai una pista definita da seguire. Insomma, questo ha contribuito a rendere il personaggio più reale e per questo alla fine ho apprezzato l’artificio. Ho apprezzato assolutamente il fatto che ti sia rifatta alla figura classica del vampiro: spietato, con tanta voglia di divertirsi con la sua preda e senza che nulla possa dirgli come vivere la sua non-vita, perché lui è, come scrivi anche tu, in cima alla catena alimentare, quindi non ha bisogno di sottostare a regole (neanche quelle dei suoi stessi simili), men che meno alla morale umana. È un vampiro, sa di avere un grande potere ha disposizione e non si fa scrupoli ad usarlo egoisticamente, a ricercarne sempre di più per essere sempre più forte. E dato che sa che quella che tra le mani è solo una preda, non si confida con lei, ma le concede il favore di raccontargli della sua vita, la verità (di cui parlerò più nella parte riguardante i prompt), poco prima che lei muoia, nel bel mezzo del loro amplesso. Lei non è così importante ai suoi occhi, allora non lo è neanche per il lettore: è solo un personaggio marginale nel racconto, non ha caratterizzazione né volto, e non deve avercele. Il suo ruolo è semplicemente quello di intrattenimento e pasto, mentre il vampiro dà sfoggio della sua vanità ed egocentricità. Mi è piaciuta particolarmente tanto la descrizione dell’amplesso che andava ad fare da intermezzo tra un pensiero e l’altro: ha toni cupi, come deve essere per forza il modo in cui un vampiro tratta il suo buon bicchiere di vino rosso, ma non cade mai nel volgare, e a tratti l’ho trovato anche molto poetico (affondo la lingua e le dita nelle tue carni schiuse come la corolla di una rosa bagnata di rugiada // Le mie dita si aprono il varco verso il ventre che ha partorito il mio piacere e si è conquistato la devozione di un vero fedele).
Originalità: 8/10
Leggendo questa fanfic mi sono venute in mente tante altre opere ispirate ai vampiri, ed il primo tra tutti che ho ricollegato a questo vampiro che racconta la sua storia è stato Lestat delle Cronache dei vampiri di Anne Rice. Li ho trovati molto simili come personaggi, anche se il vampiro di cui parli tu è molto più sfrontato, ancor più arrogante, egocentrico e curioso (e tutti questo sono ovviamente dei complimenti se riferiti ad un vampiro! almeno per come la penso io XD). Credo sia davvero difficile, infatti, essere originali quando si scrive su un tema tanto abusato come quello dei vampiri, perché sembra che ormai sia stato scritto di tutto e di più, ma sono profondamente convinta che è comunque un argomento che ha ancora alte potenzialità.
Utilizzo del Prompt: 4/5
I prompt da te scelti sono tre, due dei quali si rifanno al tema della verità. Per quanto questo dovrebbe essere il tema centrale del racconto, tanto da costituirne perfino il titolo, io non ho ritrovato tutta questa importanza, ma di questo ne parlo più in dettaglio nella voce successiva, riguardante il titolo. Parlando più di questi due prompt, È più facile credere ad una bugia che alla verità non l’ho particolarmente notato all’interno della storia perché non c’è nessuna bugia con cui confrontarsi, il protagonista fa un lungo monologo sulla “verità” della sua natura, ma non c’è traccia che abbia mai mentito, o del fatto che la sua preda abbia creduto in qualcos’altro.
La verità fa male invece è già più presente, poiché è proprio a causa della verità sulla sua natura che la giovane fanciulla si ritrova nella situazione in cui effettivamente è, e che le fa fare una brutta fine.
Il prompt Mani insanguinate è stato quello più azzeccato, dato che l’ho ritrovato in più punti: sono le mani insanguinate di questo vampiro che sta bevendo il sangue della sua preda (così splendidamente vestita di cremisi, una veste degna di una regina // tra le cosce tese e tornite cola il sangue che, scivolando dall'addome squarciato dalle mie unghie, si mescola ai tuoi umori), ma non è solo questo dato che, dal mio punto di vista umano e non vampiro, le sue mani sono sporche anche del sangue degli Antichi, di un sangue che non avrebbe dovuto bere.
Titolo: 4/5
Come dicevo prima, è vero che il protagonista racconta la verità alla sua preda, preda che, da quel che si evince dalla storia, la sera prima è stata curiosa, ma più che “verità” mi è sembrato semplicemente che volesse raccontare la sua storia ed il suo segreto.
Inoltre, un’altra cosa che non ho apprezzato del titolo è il suo contrasto con lo stile che hai utilizzato nel racconto: “verità” è una parola secca, impersonale, immediata e comune, quasi banale, mentre tutta la storia ruota attorno alla spiccata personalità del vampiro, ai suoi pensieri che non sono immediati, sono tortuosi e prendono strade secondarie prima di ricongiungersi a quella principale su cui volevano viaggiare.
Correttezza dello specchietto introduttivo: 5/5
Gradimento personale: 4/5
Di per sé la storia non mi è dispiaciuta: i vampiri sono tra i miei argomenti preferiti (una volta avevo indetto un contest solo su di loro!), e non posso che apprezzare la figura classica a cui ti sei rifatta, quella che secondo me rappresenta la vera essenza di questa razza. Come ho già detto diverse volte, non l’ho apprezzata completamente come lettrice perché non vado matta né per la prima persona né per i flussi di coscienza e ho trovato qualche pecca sullo stile, però ho sicuramente amato (come credo che avrei capito) molte frasi che hai scritto e che mi hanno assolutamente affascinata.
Punti Bonus: 6/10
3 Prompt utilizzati [3 punti]
Fandom/Pairing/Personaggio = Originali, Sovrannaturale [3 punti]
Totale: 68,5/80
Assegnazione premio Bloody Hell per aver delineato un vampiro degno di tale nome: un essere che sta in cima alla catena alimentare (perfino tra i propri simili), che non è schiavo di nulla se non della sua sete di sangue, che non ha pietà per le sue prede, e reso attraverso una storia in cui il lettore si trova catapultato direttamente tra i suoi pensieri. Non a tutti è concesso di poter leggere nella mente di un vampiro! |