Che meravigliosa serie di colpi al cuore. ;////;
Non so neanche da dove cominciare a commentare, perché mi sembra che non ci sia veramente niente da aggiungere a ciò che hai detto tu attraverso le vite di Wendy, di John, di Michael e dei discendenti, e di Giglio Tigrato e Trilli e Peter. E adoro questa cosa, che non ci sia bisogno di spiegare o approfondire proprio nulla.
Adoro soprattutto il fatto che tu sia partita da Wendy, alle prese naturalmente con la sua crescita "ceduta", col suo accontentarsi, per poi passare ai suoi fratelli che, appunto, troppo spesso vengono ignorati, ma hanno dovuto crescere anche loro e però nel cuore anche loro non l'hanno fatto mai (legna procurare: adesso mi metto a piangere); adoro il riferimento fugace a Jane, adoro che sia citato così a posteriori e attraverso gli occhi di una cuginetta che al suo posto se la sarebbe spassata, altro che farsi salvare da Peter Pan; ed è bellissimo il modo in cui poi la storia si sposta sull'Isola che non c'è, con naturalezza, attraverso la sopportazione di Giglio Tigrato e Trilli per poi finire nelle aspettative di Peter - che tiene viva la tradizione mediante la ripetizione di una domanda: forse è un po' troppo "adulto", il suo voler ricordare ogni volta il nome della prossima bambina, ma ha quel che di malinconico che secondo me è suo, una natura nostalgica e consapevole soffocata dalla fanciullezza ma non per questo meno viva. E poi, beh, il finale ti fa rendere conto di quanto bisogno ci sarebbe di credere nelle favole in un 2014 in cui la meraviglia non esiste, stracciata dalla sicurezza di avere il wi-fi a disposizione quasi dappertutto.
Ogni volta che faccio capolino da te ne esco con un sorriso. Grazie, anche di questo.
Fabi |