Ti direi di gioire perché finalmente sono giunta a recensire questa storia. xD
Scusa davvero per il ritardo, ma come sai, questa settimana sono stata impegnata moltissimo e l’inizio della scuola mi ha prosciugato le energie!
Ora, però, sono qui per dirti quanto ho apprezzato questa bellissima one-shot. ♥
Premetto che io adoro Pompeii dei Bastille, infatti la usai come soundtrack per una mia OS della raccolta e la trovavo adattissima ai tre fratelli Mason, ragion per cui te l’ho promptata. Non sono rimasta per niente delusa, anzi, ho amato ogni parola di questa storia – e poi, lo ammetto, non vedevo l’ora di leggere altro su questi tre adorabili fratelli dai tempi di Io non ho paura. Specialmente, mi incuriosiva il rapporto tra Sloane e Johanna, perché tu mi hai già accennato quanto siano uguali, ma anche diverse e quindi vederle interagire mi interessava moltissimo.
La prima parte mi è piaciuta tanto, seppur così intrisa di tristezza. Non avevo mai letto storie riguardanti baby Johanna e devo dire che l’hai raffigurata come me la immagino! Già da piccola dimostra di essere una badass :P
La scena iniziale è d’impatto: un letto con le lenzuola insanguinate e una bambina che lo fissa con insistenza. Ciò suscita curiosità nel lettore e la voglia di andare avanti spinge a continuare a leggere. Personalmente, amo gli incipit di questo tipo, quelli “avvolti dal mistero”, se così vogliamo definirli, che rivelano ciò che è appena accaduto a poco a poco, parola dopo parola, lasciando anche grande spazio all’immaginazione di chi legge.
Non aveva più detto molto, dopo il suo nome, perciò Johanna aveva deciso che quel cosino brutto e tutto sporco di sangue dovesse avere avuto una certa importanza, per la donna. Questa frase mi ha stretto il cuore, forse perché Johanna così piccola che ripensa alla mamma e fa considerazioni sul fratellino è di una tenerezza disarmante! Per non parlare della frase successiva: dà qualche informazione in più sul carattere della bambina, che, nonostante i suoi cinque anni, si presenta piuttosto “matura” – se così si può dire riferito ad una bimba piccola – per via delle brutte avventure subite e della vita difficile che – nonostante la brevità – si porti appresso. E l’accenno a Sloane che si fa in quattro per sfamare la famiglia mi ha intristita parecchio, specie se penso che lei ha iniziato a curare Sawyer e Johanna a soli otto anni!
L’immagine del padre che dorme sul tavolo con la bottiglia vuota accanto mi ha lasciato un vuoto nell’animo. Si vede quanto questo abbia influito nella vita dei tre figli Mason, basti pensare – come già ti ho detto prima – al modo in cui Johanna già a cinque anni riflette. È stata costretta a crescere in fretta, nonostante fino a pochi giorni prima delle vicende narrate avesse una madre. Così come Sloane, costretta a diventare la donna di casa a soli otto anni. Tra l’altro, l’accenno al profondo legame tra le due sorelle mi è piaciuto molto!
Non si parlavano mai molto, eppure facevano tutto assieme. Erano ancora piccole, ma sapevano già che, crescendo, avrebbero sempre dovuto aggrapparsi l’una alla mano dell’altra, ignorando quelle dei genitori. A tal proposito, ti riporto questa particolare frase, perché l’ho trovata molto significativa. In sole poche parole, hai fatto capire qual è il rapporto tra le due sorelle, come riescano a superare ogni difficoltà insieme e come – già da bambine – abbiano capito che il mondo non è rose e fiori perché là fuori le aspetta un mondo crudele, dove i papà si ubriacano, la gente muore facilmente e ci sono gli Hunger Games ad aspettare ogni anno ventiquattro ragazzini.
“È tutto sporco di sangue” mormorò infine con un filo di voce, aggrappandosi alla mano di Sloane. “C’è puzza e il letto è tutto sporco di…” Questa parte, invece, mi ha colpita perché è il momento in cui Johanna si rende conto che è tutto finito, e che sua madre non c’è più. L’intervento di Sloane – nonostante la bruschezza con cui si rivolge alla sorella ( Ma noi ormai sappiamo che è una costante delle donne made in Mason e le amiamo anche per questo ù.ù ) – è come una manna dal cielo, che l’aiuta a riprendersi da ciò che è appena accaduto. Una menzione d’onore va fatta anche a come emerge il carattere della sorella maggiore in questa scena. Il fatto che lei si avvicini al letto con totale fermezza, ordinando alla sorella di chiudere gli occhi e spostando tutto senza minimamente risentire della puzza o della visione del sangue, dà prova di quanto Sloane sia coraggiosa, di quanto riesca a mantenere il sangue freddo in queste situazioni e di quanto sia una perfetta donna di casa, nonostante la giovane età.
Non somigliava né a lei, né a Sloane. Tu non sai come questa frase mi abbia fatto del male. T_T Il parallelismo con ciò che mi hai detto riguardo alla nascita di Sawyer è stato inevitabile e mi è venuta davvero una stretta al cuore, nel pensare a come stanno realmente le cose. *piange*
E poi la scena del bosco, quella in cui, finalmente, arriva il prompt ♥ L’ho trovata davvero bellissima e toccante. Qui si vede in tutto e per tutto come, alla fine, Johanna e Sloane abbiano davvero imparato ad aggrapparsi l’una all’altra, diventando quasi adulte in pochissimi giorni. È stato agrodolce leggere di loro nel bosco, da sole. La tristezza sta nel fatto che – nonostante Johanna immagini che tutto vada bene – la realtà è un’altra ed è lì che l’aspetta. Però c’è tanta tenerezza nel modo in cui Sloane si rivolge a lei. Non ci sono baci e abbracci, non ci sono coccole e carezze, ma l’affetto tra le due bambine è palpabile, così come l’affetto che Johanna prova nei confronti del fratellino – cosa confermata anche dall’ultima frase.
Nella seconda parte avrei voluto mandare Keith a consolare Sloane T___T Mi ha fatto una tenerezza assurda vederla lì a piangere con Sawyer stretto!
Ma procediamo con ordine.
Innanzitutto, mi è piaciuta la prima frase, non chiedermi perché. Sarà che l’ho trovata un bel collegamento con la prima parte della storia. Sono passati anni dalla morte di Arava, Sawyer è ormai un ometto, mentre Johanna e Sloane sono due donne, ma la situazione rimane pressappoco la stessa. La stanza puzza, Grimshaw è ubriaco e i fratelli Mason sono persi – eppure più uniti che mai, sebbene Jo sia nell’Arena. Apro una piccola parentesi per parlare di Grimshaw, perché mi fa tanta pena! È un personaggio piuttosto complesso, e devo ammettere che nonostante il suo continuo essere ubriaco ed essere quasi un peso per la famiglia, mi fa una pena pazzesca! Insomma, ha avuto un sacco di sfighe: prima la gamba, la morte di Arava, Johanna agli Hunger Games… queste cose sono davvero tristi, però dovrebbe ripigliarsi e.e Hai una figlia nell’Arena, caspita, fa’ qualcosa! Quando la depressione prende, è proprio vero che non c’è nulla per farla passare. :/
Comunque, torniamo a noi.
“Io non ho paura” farfugliò fra sé all’improvviso Sawyer, stringendosi più forte le ginocchia al petto. “Io non ho paura.” Awwww *_* Il parallelismo con Io non ho paura ! Sawyer in questa scena mi ha fatto tanta tenerezza, povero cuccioletto! Ha solo dodici anni, ma anche lui ha avuto una vita difficile e con pochi momenti belli. Lo coccolo. *va a coccolare Sawyer e gli dà un bacino sui capelli scuri*
E poi arriva la scena di Johanna! Che bello vedere che è riuscita ad insegnare al fratellino a chiudere gli occhi per mandare via la tristezza! Nella frase Chiudi quei cazzo di occhi era perfettamente lei x3 E mi è piaciuto vedere che si sia rivolta al fratellino, prima che tutto finisse. E l’ordine sembra quasi una sorta di… voler mantenere la sua solita immagine. Lei stessa non avrebbe voluto che Sawyer la vedesse come un’assassina e doveva avere paura anche lei, in quel momento. Piango. ç____ç ‘Spet… mi sono resa conto che questa frase è senza senso, ma davvero non riesco a dirla in modo diverso O_O
Btw, la parte finale… piango again. Tornerà a casa e in queste poche parole si avverte la felicità di Sloane, anche se lei non la manifesta apertamente. E Sawyer piccino, amore çç
Comunque, ancora una volta devo farti i complimenti per come hai caratterizzato i tuoi personaggi. In questa storia emergono un po’ di più le personalità degli altri due fratelli Mason e li ho amati! Sloane è il tipo di personaggio femminile che piace a me: forte, coraggiosa, una donna con le palle. È stata costretta a diventare donna a solo otto anni, a crescere per tanto tempo senza una figura femminile di riferimento, eppure è una bellissima persona. Tra l’altro, mi viene in mente ora che qui lei e Keith avevano già procreato O.O Oh, piccini ♥ Anyway, dicevo. Con questa storia me l’hai fatta amare ancora di più. Davvero, hai una grandissima capacità nel caratterizzare i tuoi OC, non sono mai banali o stereotipati, ma sono tutti bellissimi e con tante sfumature del loro carattere. [ 50 sfumature di panda Sloane (?) ]
E Sawyer, cucciolotto lui, è l’amore. Nonostante sia evidente il suo spavento, la sua paura nei confronti di ciò che sta accadendo alla sorella maggiore, lui riesce a rimanere forte, a non lamentarsi. E la scena in cui ripeteva di non avere paura mi ha davvero colpita, perché ci ho visto una certa fanciullezza, nelle sue parole, un piccolo residuo di quell’infanzia difficile che ha dovuto subire. In fondo, lui cerca di emulare la sorella maggiore, ma non deve perché è perfetto così com’è ù_ù Posso solo immaginare che fantastico ragazzo sarebbe diventato grande! ç_ç
E anche questa recensione è venuta lunghissima, as usual.
Ma ormai tu sei abituata al mio essere prolissa, che mi rende una lentona pazzesca nel lasciare recensioni v.v Appena riesco (spero già stasera, tanto sono una brava bimba e ho fatto tutti i compiti) passo a recensire la Rory/Prim, la Haley/Gale e anche l’originale a cui ho dato un’occhiata oggi all’intervallo a scuola *_*
Per intanto, ti faccio tanti complimenti per questa bellissima OS! Sapevo che non mi avresti delusa, bravissima ♥
Un bacione e aggiungiamoci anche una carezzina a Sawyer u.u
Alaska. ~ |