Recensioni per
Damnatio memoriae
di Mary_la scrivistorie

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Veterano
18/11/14, ore 11:12

Recensione premio, contest "Crying with drabbles".

Che racconto interessante, prende in analisi quasi tutta la vita di Helena e mi ha colpito davvero molto. Ho trovato carina, ma inverosimile, la relazione tra lei e Salazar, un po' perchè il lasso temporale manca e che con 8 anni di differenza, spero non abbiano iniziato la relazione quando lei ne aveva 12, un po' perchè non è un pairing che mi abbia convinto mai più di tanto. Però... nella storia ha il suo perchè! E non mi è dispiaciuta.
Belissimo il rapporto che intercorre tra Helena e Savannah, sono quasi due sorelle nonostante la differente classe sociale; il rapporto genitoriale è molto strano, non so perchè ma non aveva mai pensato che potesse essere freddo fino a questo punto.
Di per sè, la storia mi è piaciuta, racconta molto di Helena e riempe molti dei buchi lasciati dalla Rowling, se non tutti...
Mi è piacuta molto la parte dedicata alla "damnatio memoriae" latina e mi è sembrata molto indicata alla sua situazione; Helena vuole sparire e anche se non ci riesce del tutto... la liason era perfetta!
mi ha stupito che abbia deciso di farla morire senza l'intervento del Barone Sanguinario che, secondo la sua storia l'ha uccisa e poi si è suicidato. Però può essere una scelta. Molto bella l'ultima parte con tutti quei collegamenti sottintesi.
Brava!
slytherin ele

Recensore Master
16/11/14, ore 00:41

Titolo 5/5
Una formula latina che, credo, conoscono tutti, efficace e tremenda come il suo significato. 

Sinossi in 200 parole 4/5
Una discreta introduzione, nonostante qualche piccola svista che la rende meno incisiva di quanto potrebbe essere, ma non c’è male:
-”[…] è destinata a tramutarsi. Distrutta [...]”: avresti potuto usare, più efficacemente, i due punti.
-”[...]  si sente vuota, morta.”: uno dei due sarebbe bastato ed avrebbe reso più efficace l’immagine.
-”[...] del sentimento che si era instaurato tra loro [...]”: il sentimento che era nato/germogliato tra loro, sarebbero state scelte migliori. “Instaurare” ha un significato più “politico/sociale”, poco adatto al sentimento.
-”[...]  si trova così obbligata [...]”: “così” sarebbe dovuto stare tra due virgole. In alternativa, avresti potuto ometterlo del tutto.
-”[...]  Potter. Influenzata [...]”: anche qui sarebbero stati più efficaci i due punti.

Formattazione 8/10
Hai usato il testo giustificato e la divisione in paragrafi. Quello che ancora manca sono i rientri sul margine sinistro. Il testo a grandezze diverse è un peccato, ma prendo nota della difficoltà di impaginazione dovuta al problema con l’html.

Grammatica ed ortografia: 7/10
Questa volta ti frega la punteggiatura: hai fatto un piccolo disastro e diverse cose che ti segno (sotto) te le avevo già segnate al contest precedente. 

Stile/lessico: 7/10
Con l’eccezione di qualche scelta che avrebbe potuto essere migliore, hai fatto davvero un buon lavoro: il tema delicato che hai affrontato richiedeva una certa solennità ed un ritmo piuttosto lento e sei riuscita a dare entrambi senza rendere la storia pesante o noiosa. 
Sebbene io non ami particolarmente le storie narrate in prima persona, questa è perfetta così com’è. 

Originalità: 5/5
Un amore sfortunato ed una scelta, per Helena, difficile e forse sbagliata, tuttavia adeguata al perconaggio orgoglioso e caparbio che hai delineato. Mi ha incollata al monitor fino alla fine, quindi non posso che complimentarmi con te!

Gradimento personale: 5/5
L’ho apprezzata davvero molto! Hai toccato alcuni argomenti che apprezzo e lo hai fatto bene: ho apprezzato in particolare il rapporto tra Helena e la madre e come hai descritto, per quest’ultima, la sofferenza di un doversi adattare alla convenzione sociale, al dover sposare e generare perché donna. In un certo senso, il tuo racconto può essere letto da una prospettiva che esula dall’amore di Helena e Salazar: da quella dell’amore (mancato) tra madre e figlia.
Una piccola nota di merito per l’idea dell’arpa, strumento che ho studiato per qualche anno; per quanto credo che sia legato a Vitius per via della sua ascendenza: l’arpa è strumento tradizionale dell’Irlanda, terra del Piccolo Popolo.

Caratterizzazione dei personaggi: 8/10
Hai caratterizzato molto bene Helena e splendidamente Priscilla. Poche, seppur significative, pennellate su Salazar e questa è la ragione per cui non ti do un voto pieno.

Attinenza al tema: 8/10
La perdita di memoria di Salazar sta all’ordine della storia e poi il tema della memoria che si vuol cancellare ritorna con costanza, simbolo della disperazione, ma anche della solitudine autoimposta di Helena, quindi direi che ci siamo, anche se in modo originale, che non mi sarei aspettata. Non hai svelato la causa della perdita di memoria di Salazar, ma sei riuscita a renderlo ininfluente grazie all’intensità di tutto il resto.
Unica cosa: avrei voluto darti il voto pieno, te lo saresti meritata, se avessi scelto il pacchetto Incantesimo e Rottura, invece hai scelto l’Incidente e per tutta la storia la fa da padrone l’incantesimo: hai, cioè, invertito l’ordine di importanza. Un peccato per la valutazione, ma un’ottima scelta per la storia!

Bonus pacchetto 1/1 
Citazione e dadi // 2A: Incidente e Rottura

58/71



“Ero una ragazzina giovane e ingenua,” → essere giovane è implicito nell’essere una ragazzina, quindi rende in concetto ridondante.
“[...] fanciulle, e bramavo [...]” → la virgola davanti alla congiunzione “e” non ci va. Tiratina d’orecchi perché te lo avevo detto anche al precedente contest. ^^
“[...] e alla gelosia. Come una [...]” → ci sarebbe stata meglio una virgola.
“Quel giorno, lo vidi. Era giovane, [...]” → avresti dovuto usare i due punti.
“[...] quell'uomo...beh, [...]” → manca lo spazio dopo i tre punti.
“Adesso [...]” → per quanto sia evocativo, la storia si svolge nel corso degli anni, avresti dovuto usare una locuzione del tipo “quel giorno”.
“[...] in un'ala segreta di cui nessuno, eccetto noi, ne è a conoscenza. [...]” → il “ne” non ci va: il soggetto è vicino, non è necessario ripeterno. Mi fa pensare ad un rimasuglio di una frase modificata.
“[...] eccetto me. E Savannah.” → Copio dal commento che ti ho lasciato al precedente contest: “→ la “e” è una congiunzione che coordina due frasi sullo stesso piano, va da sé che, posta ad inizio di frase non coordina nulla, quindi è scorretta. (Vi sono, ovviamente, delle eccezioni, in poesia ed in particolari contesti (gergo giornalistico) in cui viene usata per scandire il ritmo o determinare conseguenze delle frasi precedenti).”
“È sempre comprensiva e pronta ad aiutarmi, che non posso non considerarla un'amica.” → avresti dovuto usare i due punto e togliere il che, anche se mi fa pensare ad un rimaneggiamento, come se nella prima parte della frase mancasse un “così”.
“Nei romanzi che ho letto, e che appartengono a mia madre, [...]” → come sopra per quanto riguarda le “e”; qui, però, va fatta una piccola specifica: come, giustamente, specifichi in una delle note, non siamo ancora nell’anno 1000. Il romanzo nasce nell’XI secolo, è quindi assai difficile che Helena possa aver letto “romanzi” di sua madre: potrebbe aver letto opere di altro genere, come le tragedie, ma non romanzi.
“Per fortuna, o sfortuna […] → come per la “e”, davanti alla “o” non ci va la virgola.
“[...] Savannah. La mia ancora, [...]” → avresti dovuto usare una virgola al posto del punto fermo.
“[...] non mi concedeva possibilità di sottrarmi, in un modo diverso e uguale a ciò che [...]” → dopo “uguale” ci andava la virgola, così da chiudere l’incisiva che hai aperto con la virgola dopo “sottrarmi”.
“[...] Salazar. O meglio: [...]” → di nuovo, avresti dovuto usare la virgola o, al massimo, il punto e virgola, al posto del punto fermo.
“Nessuno a questo mondo è un giocattolo, un passatempo per un bambino solitario. Tantomeno io.” → avresti dovuto usare una virgola al posto del punto fermo ed avresti potuto rendere l’enfasi della frase chiudendola con un punto esclamativo.
“E quando vieni dimenticato...è buona consuetudine dimenticare anche tu, è il tuo turno.” → Per quanto riguarda la “e”, come prima. Manca lo spazio dopo i tre punti. “dimenticare anche tu” è forma gergale, la forma corretta è “a tua volta”.
“[...] c'è chi beve così tanto alcol da non ricordarsi più neanche il suo nome; c'è chi, semplicemente, sceglie di porre fine al suo eterno dolore;” → suo di chi? Il soggetto è implicitamente chiaro e quando soggetto ed oggetto coincidono, l’aggettivo corretto è “proprio”.
“[...] infine c'è chi, e io la so lunga, [...]” → dopo “infine” manca una virgola. La virgola dopo “chi”, invece, è di troppo.
“[...] molto più netto e brutale. L'incantesimo Oblivion.” → avresti dovuto usare i due punti al posto del punto fermo.
“[...] è così che si fa. Un incantesimo, [...]” → di nuovo: al posto del punto fermo avresti dovuto usare i due punti.
“La fisso per un po', e penso che è una delle donne più belle che ho mai visto. I suoi lineamenti sobri, l'incarnato candido, i grandi occhi azzurri e i sottili capelli biondi la rendono mozzafiato, e se [...]” → il tempo presente è conseguenza di quell’“Adesso” di cui si parlava prima; alla luce della conclusione, avresti dovuto usare il passato remoto. Due virgole davanti a “e”;  dopo “visto” avresti dovuto usare i due punti; “che ho”: usi l’indicativo al posto del congiuntivo “che abbia”.
“[...] dare al Cappello Parlante dello “stupido”. Ma […] → come per la “e”, non si inizia una frase con “ma”. Una considerazione sul cappello parlante: ha senso in vista della conclusione, di Helena fantasma, ma non sono sicura che l’avrebbe in una narrazione contemporanea: posso sbagliarmi, ma credo che il Cappello Parlante sia stato realizzato quando i fondatori erano avanti con gli anni, in quanto avrebbe dovuto smistare gli allievi quando loro non avrebbero più potuto sceglierli.
“Pensare a tutto ciò che è stato, e che [...]” → come prima.
“Riviverli, e sapere [...]” → come prima.
“[...] le cose belle piacciono a tutti, e io non sono “tutti”. → come prima.
“[...] la rampolla dei Corvonero. O perlomeno, lo ero stata. Per un tempo molto lungo.” → Non si inizia una frase con “o”, come per “e” e “ma”; manca una virgola prima di “perlomeno”; prima di “Per lo meno” avresti dovuto usare una virgola.
“[...] ma a volte lasciano [...]” → “a volte” va inserito tra due virgole.
“«Però vi conosco, e ciò mi basta.»” → come prima.
“Adesso che tutto è volato, e adesso […]” → come prima.
“[...] con voce carezzevole, ma [...]” → prima di “ma” avresti dovuto mettere una virgola.
“[...] perfezione”. E io [...]” →  come prima.
“«[...] non vorrebbe che voi foste così vuota e che l'unica emozione che provaste sia  la rabbia.» → dal momento che si parla delle emozioni che Helena prova effettivamente, avresti dovuto usare l’indicativo “provate”.
“«Hai ragione.», le concedo, «ma [...]»” → hai messo il punto fermo nel dialogo e poi l’hai ripreso con la minuscola. La soluzione migliore sarebbe stata una virgola.
“Tutto ciò che conseguì da quell'idea [...]” → più corretto sarebbe stata “a”.
“[...] rubai a mia madre ciò che le era più caro, il suo diadema.” → avresti dovuto usare i due punti al posto della virgola.
“[...] sembrava per tutti i suoi ammiratori un prodigio [...]” → sembrava “a”, in ogni caso, avresti dovuto mettere “per tutti i suoi ammiratori” tra due virgole.
“[...] edesiderata [...]” → manca lo spazio
“[...]una specie di corona. Nulla di più.” → avresti dovuto usare la virgola.
“Secondo queste, il mio egoismo [...]” → al posto di “queste” avresti dovuto usare “le quali” o “cui”, dopo aver unito la frase a quella precedente. 
Non mi offesi né mi addolorai di quella decisione: sarei fuggita comunque. “Ero stanca  della vita, [...]” → tra “stanca” e “della” c’è uno spazio doppio.
“[...] secondo questa, io avevo [...]” → “la quale” o “cui”: se dici “questo”, “mostri” qualcosa di presente e concreto, quindi inappropriato per una diceria, tanto più se appartiene al passato.
“[...] molto realistica. Ma, dopotutto, [...] di ogni aspettativa. Al contrario[...]” → in entrambi i casi avresti dovuto usare la virgola anziché il punto fermo.
“E comprendo […] → come prima.
“[...] fatto. Anche lei [...]” → qui avresti dovuto usare i due punti.
“[...] bensì il suo diadema. Solo il suo diadema.” → qui avresti dovuto usare la virgola.
“Peter, il ragazzo che per me era un fratello e per lei un figlio, [...]” → “per me” e “per lei” vanno tra due virgole.
“accumunavano.” → accOmunavano
“[...] Salazar, e del suo fato […] a sposarlo. E io lo uccisi [...]” → come prima.
“Pensai che forse il luogo [...]” → “forse” va tra due virgole.
“[...] ricordi, e intanto [...] un cane, o come [...]” → come prima.
“ Salendo di gradino.” → l’espressione è : “salendo di grado” oppure “salendo un gradino”.
“[...] per mia madre. Erano la mia unica [...]” → avresti dovuto isare i due punti.
“Presto iniziai a dimenticare persino il dolore causato da Salazar: oppure forse […] → al posto dei due punti avresti dovuto usare la virgola.
“[...] dalla vita di Roma e i suoi abitanti.” → “dei” suoi abitanti.
“[...] bastò fingere la mia morte. E ci riuscii.” → come prima.
“ Tutti non ricordavano più Helena [...]” → capisco cercare il parallelismo con la frase successiva, ma sta proprio male, meglio “Nessuno”.
“[...] mentre invecchiavo sola in mezzo ai libri, [...]” → dopo “sola” serve una virgola.
“[...] il viso di Savannah, o lo sguardo […]” → come prima.
“Solo un ricordo era ben impresso, indelebile:” → sarebbe bastato “indelebile”: usare più parole, quando ne basta una, indebolisce il concetto. 
“Il suo sguardo. Ogni dettaglio [...]” → avresti dovuto usare la virgola al posto del punto.
“in qualche modo. Ma era troppo tardi [...]” → avresti dovuto usare la virgola al posto del punto.
“Fu all'età di trentacinque anni, che il mio giuramento venne spezzato.” → la virgola non ci va; “il mio giuramento venne spezzato da mia madre” non ha senso: se è “mio” non può spezzarlo “qualcun altro”, avresti dovuto usare un’espressione diversa.
“[...] natura di Corvonero, o forse perché avevo […]” → la virgola prima della “o” non ci va; “forse” va tra virgole; tra “perché” e “avevo” manca un “ci” oppure, dopo “convissuto” , un “con lei”.
“Priscilla Corvonero. Mia madre.” → avresti dovuto mettere una virgola al posto del punto fermo.
“Io e lei. Nessun altro:” → anche qui, avresti dovuto usare la virgola al posto del punto.
“«Abiti nel suolo dov'è cresciuto Salazar.»” → “sul” suolo o “nel territorio”.
“[...] era scomparsa. E io non potevo sopportarlo.” → come prima.
“[...] e, per la prima volta in diciassette anni, [...]” → dopo “volta” serve una virgola. 
“[...] prossime alla Felicità con la “F” maiuscola.” → hai già scritto “felicità” con la maiuscola, non serve ribadirlo. Semmai avresti potuto scriverlo in italic.
“[...] le sue notti. Lui non mi [...]” → meglio una virgola, al posto del punto.
“Ero rimasta solo “tu” oppure “figlia mia” → più che “rimasta” direi “diventata”.
“ Compiete l'incantesimo Oblivion su Salazar.», annunciai” → Non si tratta di un annuncio: meglio “chiesi”.
“Mia madre mi sondò con sospetto:” → “sondare” equivale a “esplorare per mezzo di … “ una sonda o simile, quindi è poso adatto. Meglio “scrutare” o altro verbo che renda l’osservare attentamente.
“Potevo agire d'egoismo, e riprendermi l'uomo [...]” → come prima.
“Come potevo dirle che lo avevo rubato e tenuto, e solo qualche anno prima lo avevo gettato via?” → come prima per quanto riguarda le “e”; la frase è un po’ stiracchiata, suonerebbe meglio un “tenuto solo qualche anno e, poi, lo avevo gettato” o, ancora, “tenuto per poi gettarlo, qualche anno prima”.
“[...] suoi modi esigenti e apatici, […] → è vero che “apatico” significa anche “freddo; imperturbabile”, ma è, più comunemente, usato come “indolente”, quindi, pur non essendo sbagliato, credo che avresti potuto scegliere un sinonimo meno ambiguo.
“Non l'avevo mai considerata mia madre. Neanche con […] → avresti dovuto usare la virgola, anziché il punto.
“«[...] è nei tuoi geni.»” → nel tuo sangue, magari, ma parlare di “geni”, a quel tempo, è improprio.
“Era perciò molto strano che lo insultasse.” → “perciò” va tra due virgole.
“[...] aveva molti difetti fatali. La testardaggine, ad esempio. La superbia, l'ingenuità.” → dopo “fatali” avresti dovuto usare i due punti e dopo “esempio” la virgola.
“[...] e forte, e secondo i calcoli [...]” → come prima. 
“[...] parlò, e mi sembrò [...]” → come prima
“[...] la sua corazza per un attimo vacillasse, [...]” → “per un attimo” va tra due virgole.
“La fissai, e, sebbene [...]” → come prima.
“[...] riuscii a capirla. Mia madre [...]” → avresti dovuto usare i due punti al posto del punto.
“Non che tutto ciò la giustificasse, ma si meritava una degna riflessione su questo.” → hai già detto “tutto ciò” appena prima, non serve ripetere “su questo”.
“Un'altra fitta al cuore. Per un momento, […]” → virgola o, al massimo, punto e virgola al posto del punto fermo.
“ formulaOblivion.” → manca lo spazio tra le due parole.
“[...] avevo scelto di proteggere anche gli altri. Dal ricordo di me.” → sarebbe stata meglio “ avevo scelto di proteggere dal ricordo di me anche gli altri.” 
“[...] assorbendo le mie parole, e replicò:” → come prima.
“Le presi la mano. A dispetto dello sguardo,” → al posto del punto avresti dovuto usare il punto e virgola o relazionare la due frasi con un “che”.
“[...] dita sulle sue, e infine sibilò:” → come prima.
“Altrimenti non sarei rimasta qui anche dopo la tua spiegazione.»” → “anche” è superfluo; eventualmente potresti sostituire “anche dopo” con “nonostante”.
“Sembrava che avessi perso tutto. Tranne i libri.” → avresti dovuto usare la virgola al posto del punto.
“[...] promessa.Salazar.” → manca lo spazio tra le due parole.
“[...] color smeraldo. I suoi occhi.” → avresti dovuto usare i due punti al posto del punto.
“E mi bastò.” → come prima.
“Sorriso sghembo, occhi verdi. Non dovevo dimenticarlo mai.” → al posto del punto avresti dovuto usare la virgola.
“Sembrava che leggere ciò che avevo creato lo rendesse [...]” → il verbo “creare” viene sempre usato impropriamente: costruire dal nulla è divino, non umano. Gli uomini non “creano”, mai ed in nessun caso. Sarebbe più appropriato il verbo “scrivere”.
“Iniziai a sostituire la mia paura e la mia rabbia con curiosità.” → manca l’articolo per “curiosità”.
[11] → manca la nota corrispondente.
“[...], l'uomo scomparii.” → “scomparve”.
“[...] pensando al mio essere morta, e lui nel frattempo era fuggito.” → come prima per la “e” e “nel frattempo” va tra due virgole.
“[...] era fuggito. Portandosi via tutto, [...]” → avresti dovuto usare la virgola al posto del punto.
“Lasciò soltanto un foglio, [...]: L'assenza dell'essere amato lascia dietro di sé un lento veleno che si chiama oblio.” → avresti dovuto mettere la citazione tra virgolette o, almento, scriverla in italic.
“[...] la mia presenza, e mi aveva lasciato [...]” → come prima.
“un messaggio. Un cortese ringraziamento [...]” → avresti dovuto usare la virgola al posto del punto.
“[...] per aver rappresentato per lui una fonte d'Ispirazione. E, chissà, [...]” → “Ispirazione” non ha ragione di essere scritto con la maiuscola; come prima per la “e”.