Ciao, Rosmary!
Spero di non annoiarti, per l’ennesima volta, con l’ennesima recensione ben poco all’altezza delle tue storie. Avevo in mente di passare da “Avvinti”, oggi, ma quando ho visto il tuo ricordo a questa storia ho sentito il bisogno di rileggerla e, arrivata alla fine con un subbuglio di emozioni, ho deciso di fermarmi qui per questa sera (magari i miei papiri riusciranno a far assopire anche me scrivendoli XD).
Spero tanto che non ti dispiaccia questo salto nel passato (nel caso mi scuso), però da una parte, rileggendo tue vecchie storie, un po’ mi dispiace di non essermi soffermata prima a lasciare un parere (forse in realtà è stato meglio così, ché se oggi ho timore di lasciarti solo parole vuote, non oso immaginare cosa avrei scritto tempo fa), e dall’altra non posso che soffermarmi estasiata a gustarne la bellezza ancora una volta.
Anche perché, per quanto lo stile sia sempre un continuo crescere, il tuo era già così maturo e pulito anche allora da lasciare a bocca aperta. Il tempo ha davvero ben poco significato, scrivevi talmente bene sin dalle prime storie sul sito che credo di non avere nemmeno lo spazio per farti tutti i complimenti che meriteresti. Vedere lo stile di un autore evolvere nel tempo credo sia davvero interessantissimo, ma nel tuo caso credo si dovrebbe piuttosto parlare di perfezionamento, perché era curatissimo e ammaliante già sei anni fa, e forse nemmeno di quello, perché non si può trovare una pecca in nessuna frase o paragrafo. Scorre tutto dall’inizio alla fine che è un piacere, non si può interrompere la lettura tanto si è avvinti dalla vicenda, e a questo proposito credo che la scelta della seconda persona sia davvero efficace.
L’ho già detto, temo di annoiarti, però credo che l’uso che sai fare della seconda persona sia così raffinato che leggendoti non solo si è Hermione, ma ci si dimentica anche di essere in un contesto sostanzialmente amatoriale (anche perché i tuoi racconti sono tutto tranne che questo!). Probabilmente quello che sto per dire ha senso solo per me, però credo che, più ancora della prima, la seconda persona riesca davvero a trascinare il lettore nella vicenda: leggendo racconti in prima persona sento sempre un certo “distacco”, è il protagonista a parlare e narrarmi la sua storia (certo, dipende sempre da come si usa e da chi la usa!), mentre con la seconda persona mi sento sempre interpellata a partecipare attivamente nel dialogo con i personaggi, quasi fossi io a porre domande e fare costatazioni, e inevitabilmente mi trovo coinvolta al punto da essere i personaggi. Come dicevo probabilmente è una sensazione un po’ paradossale e assai personale, però leggendoti qui non potevo non sentirmi Hermione, con gli stessi lividi sulla pelle.
Ecco, parlando di lividi mi ricollego al titolo. Credo sia uno dei rarissimi ad avermi colpito tra quelli incontrati sul sito: da un lato vi ho visto quei lividi, nemmeno tanto metaforici, lasciati da Fred su Hermione, lasciati dalla guerra su questi ragazzi, lasciati dalla vita che hanno vissuto prima e che scelgono di vivere insieme ora; dall’altro vi ho rintracciato anche il livore nutrito dai due ragazzi verso questa vita che prometteva di essere migliore, diversa, e invece si ritrova a essere poco diversa dal prima, cambia solo chi detta legge ma le ingiustizie e le falsità rimangono (spero non sia tutta fantasia mia).
Rileggendo oggi la one-shot, poi, questa riflessione impietosa che Fred fa del mondo dopo la guerra non poteva che richiamarmi alla memoria le dinamiche della società di “Paradiso perduto”. Non so se te l’ho già scritto (sono davvero terribile, mi rendo conto di iniziare molte considerazioni sempre con questa frase, perdonami), però la realistica e dissacrante immagine del mondo che presenti nella long, e anche qui, mi piace moltissimo. Più in generale mi affascina davvero tanto la tua abilità e acutezza nello scavare negli aspetti più scomodi di questo “mondo nuovo” nato dalle ceneri del regime di Voldemort: la trovo una riflessione estremamente lucida che va ben al di là del semplice mondo magico e della fanfiction, ma che non potrei trovare più calzante per quello che, a mente fredda, ci si può immaginare essere il mondo dopo quel due maggio. Credo ci sia una parte di me, sicuramente quella della bambina che ha letto Harry Potter la primissima volta, che continuerà sempre a sognare una nuova generazione serena, i nostri eroi che si sono potuti godere anni luminosi e tranquilli, che sono riusciti a costruire una sorta di paradiso, appunto, dove ciascuno ha imparato dagli errori passati. Ma non potrebbe esserci illusione più grande, temo: la Storia è testimone impietosa di come la realtà sia ben diversa, e mi piace moltissimo che indaghi i risvolti ipocriti e scomodi delle società del dopo guerra. Non solo per l’interesse della tematica, ma proprio perché sai farlo nel modo più puntuale e serio possibile: rendi vero e umano un mondo fatto di carta.
E a chi, se non a Fred, affidare il compito di dare voce a queste riflessioni, che Hermione pensa solo?
Mi verrebbe quasi da associarlo alla figura del fool shakespeariano, anche se sicuramente qui è ben lontano dall’apparire “buffone” come in storie comiche che lo vedono protagonista. Eppure a sua volta è ritenuto quasi folle dagli altri, egoista, lontano dalla loro comprensione, allontanato quasi; ma è lui ad avere il messaggio nodale da comunicare, lui che denuncia le illusioni della realtà e le false verità su cui tutti cercano di ricostruire il futuro. E, in quelle battute rivolte a Ron, che vorrebbero risollevargli il morale (posso ritagliarmi un angolino commento molto poco serio e dire una buona parola per il povero Ron? Con tutto il bene che posso volere a Fred, e soprattutto al tuo Fred, non posso però negare che, insomma, poteva anche capire che il fratello non l’avrebbe mai presa bene e compreso l’ironia, pure un cieco lo avrebbe visto… Il senso di inferiorità di Ron è sempre stato uno degli aspetti della sua caratterizzazione che me l’hanno reso più caro e vicino, è forse il più umano del trio, quello con cui ho sempre trovato più facile immedesimarmi, e qui era tanto lui da far male. Bene, fine difesa di Ron, ma glielo dovevo dopo aver parteggiato per Fred e Hermione lungo tutta la storia), dicevamo, in quelle battute mi è parso di ritrovare un riso serio, così come il personaggio di Shakespeare ride seriamente nelle sue opere. Non so se fosse un accostamento voluto, però mi è venuto quasi spontaneo farlo, spero di non aver frainteso (ormai credo tu sia abituata alle mie divagazioni su mille collegamenti, o almeno lo spero!).
Anche la ragionevolissima Hermione non può resistere davanti a tutto questo, anche perché sono veramente convinta che, al di là del proprio buon senso e della propria mente a volte un po’ rigida che vediamo nella saga, sia la prima a poter condividere i pensieri di Fred sulla vita che merita di essere vissuta appieno. Certo, la logica del lo voglio le appare chiaramente anarchica, però non ce la vedo proprio a vivere totalmente in pace con se stessa in una società simile – è troppo intelligente per farlo, cercherebbe sempre di comportarsi nel modo giusto ma non potrebbe negare il “marcio” –, non lei che sin da giovanissima si è sempre battuta determinatamente per migliorare il mondo (a partire dagli elfi domestici, fino alla scelta che la vede Ministro: l’ho sempre letta come l’ennesimo modo di usare le proprie doti a vantaggio di più persone possibili, migliorando la situazione attorno a lei).
Ormai sai quanto ami questa coppia – tutta opera tua, eh! –, e ad oggi non provo nemmeno più rimorso nei confronti di Ron, in qualsiasi versione li presenti. Sono perfetti nelle storie comiche e leggere, dove ragazzini si scoprono innamorati e vivono con spensieratezza, lo sono in quelle dove il tragico finale canonico recide ogni possibilità di futuro, lo sono in quelle dove il loro legame è più problematico perché Fred è sopravvissuto alla guerra e devono gestire questi sentimenti che si scontrano con l’affetto di entrambi per Ron (non posso che pensare a “La baita…” che ha un posticino speciale nel mio cuore, sia tra le tue storie che tra quelle lette sul sito). Ma la loro versione quasi maledetta è impetuosa, impossibile da spiegare e controllare con la ragione, è passionale e così vivida, così umana da essere, forse, la mia preferita. Mi ha stregata, letteralmente!
Mi ritaglio l’ultimo angolino frivolo per informarti che la decisione di concludere con quel brandello di lieto fine, per citarti, l’ho davvero amata: avevano sofferto troppo sia loro che io leggendo! E che mi pare cosa buona e giusta che Fred sia sopravvissuto a quei mattoni (ma davvero, eh, una dose di Ossofast e in una notte ti ricrescono del tutto le ossa, vogliamo non salvare lui?)
Immagino si sia capito quanto abbia amato questa tua storia, mi dispiaccio di arrivare solo ora a dirtelo (ma io sono una persona ritardataria nel profondo qualsiasi cosa faccia, mi “giustificherò” così).
Spero sul serio di non essere stata eccessivamente soporifera (però ormai ti immagino sempre munita di tazza di caffè davanti a queste recensioni sconclusionate XD, temo ce ne sia sempre molto bisogno), concludo ribadendoti i miei complimenti. Forse non riuscirò mai a fartene quanti ne meriti, forse sono scontanti, ma credo siano ogni volta più che doverosi.
Un grande abbraccio e a presto,
Maqry |