Premetto che quasi mi vergogno ad inserire questa recensione adesso, ma tra le mie pare mentali e la mia allergia ad EFP di queste ultime settimane mi sono ridotta all'ultimo e ti chiedo sinceramente scusa.
Questa storia... cielo.
Ti confesso che mi ha un po' turbata la prima volta che l'ho letta, perché hai messo nero su bianco quella spiacevole sensazione di disagio che ho sempre avuto pensando ad Hiccup Capo Villaggio.
L'unica cosa che mi abbia stonato in un film che ho amato moltissimo.
Ho visto Hiccup ricevere l'investitura da Gothi, sorridere accanto a Sdentato che è diventato anche lui Alfa, stringere Astrid, ma ho avuto come l'impressione che quello non fosse il ruolo adatto a lui, che quella non è la vita che avrebbe scelto per sé e che se Stoik non fosse morto (Jashin, non farmici nemmeno pensare) magari avrebbero trovato una soluzione differente.
Invece Hic ha abbracciato il ruolo che gli è precipitato addosso con coraggio e determinazione e sono stata contenta di vederlo così adulto e maturo, ma non sono riuscita a scacciare quella sensazione di “sbagliato” e amarezza che in questa storia si percepisce benissimo. E tu, niente, hai rigirato bene bene il ditino nella piaga sbattendomi in faccia ciò che ho percepito da quando ho visto con te quel beneamato film, in mezzo a tutti marmocchi ingrati, ma che ho sempre cercato di ignorare con la massima solerzia. Mannaggia a te.
Poi però arriva Jack, con le sue mani di neve ad accarezzare il viso di Hiccup, a rassicurarlo, a fargli capire che, nonostante tutto, non è solo Sdentato ad aver capito che quel ruolo gli sta stretto, e non soltanto Sdentato gli starà affianco per sopportarne il peso.
Il tutto in due frasette piccole piccole, semplici e e piene zeppe di sollievo.
Brava, brava, brava la mia otouto, per averci regalato questa piccola perla.
Un bacione enorme, S. |