Seconda classificata al contest “Hit me with your fastest shot”: Soldato di libertà, RosmaryEFP
Grammatica e stile: 10/10.
Ho letto, riletto e riletto ancora, ed è giunto il momento di imbarazzarmi perché a ogni contest dico sempre le stesse identiche parole... ma non potrei dirti altro.
Non ho trovato davvero niente da segnalarti, niente che non vada, niente che non suoni come dovrebbe. Che il tuo stile sia per me qualcosa di sopraffino non è mai stato un mistero, sebbene sia troppo artificioso a una prima occhiata e possa intimorire chi preferisce letture più semplici. Ci sono infatti tutte queste elisioni che turbano, fanno pensare di avere davanti un testo troppo elaborato, magari addirittura non recente. Le parole a volte sono invertite nell’ordine, ma mai rischiano di dare un altro significato. Sono semplicemente imprevedibili, e contribuiscono a dare a tutto ciò che scrivi un’impronta stilistica che è fenomenale, perché riconoscibile tra mille. L’impressione che ho è quella di dovermi abituare, quando ti leggo dopo un po’ di tempo, come quando la vista deve abituarsi al buio e poi non ha problemi, sebbene alcune cose rimangano sempre un’incognita.
Forse il paragone fa schifo, ma spero nella tua elasticità mentale.
In questo caso, la solennità delle parole incide anche sulla caratterizzazione e sul messaggio che vuoi trasmettere, quindi non posso che apprezzare come tutto si intersechi alla perfezione, studiato a regola d’arte per dare un’emozione intensa. Ci sono molti bravi autori che, col tempo, acquisiscono una firma, ma la tua è distintiva come poche altre. Sicuramente sei merce rara su EFP.
Caratterizzazione dei personaggi: 9,5/10.
Scrivere una storia dal punto di vista di un Mangiamorte significa crederci, credere almeno per un secondo a questa causa spregevole. L’abilità sta non solo nel renderla plausibile agli occhi di chi legge, ma nel renderla giusta e, chissà, magari instillare un dubbio anche in chi scrive. Attraverso gli occhi di Evan Rosier – e attraverso le tue parole – io ho capito per cosa Evan Rosier combatte, qual è il fine ultimo di quest’uomo che ha dato la vita per una causa a cui, per un attimo, ho creduto anch’io. Questo significa che sei dentro il personaggio, che lo hai reso così vero da essere tridimensionale e umano.
Mi è piaciuta la connotazione quasi soft della storia, sebbene vi sia una sfumatura di dubbio. Hai fatto un solo un accenno alla questione della purezza del sangue – ed è un accenno pesante e importante, poiché il sangue citato è quello di Tom Riddle – ma sono indecisa su come considerarlo. Evan Rosier non insiste su questo perché all’inizio era davvero una semplice questione di libertà, oppure perché, banalmente, ti sei voluta mantenere sulla traccia che ti eri data (e quindi sulla dignità di un soldato)?
Nel primo caso, la visione è davvero affascinante: molti disastri che hanno segnato la storia sono nati come buoni propositi, o almeno come tentativi. Sarebbe plausibile se fosse andata così anche in questo caso. Dopotutto, che Voldemort si sia fatto prendere da manie di grandezza mi sembra abbastanza palese, sebbene il suo ego fosse ben messo anche prima di iniziare ad “avere successo” – nemmeno fosse una star di Hollywood.
Nel secondo caso, la cosa mi affascina un po’ meno, ma mi sembra molto strano che tu, sempre attenta ai dettagli, abbia lasciato correre su una cosa di tale spessore. Essendomi comunque posta la questione, preferisco decurtarti lo stesso una fettina di punteggio.
Gradimento personale: 10/10.
Si è capito, per caso, che mi sono innamorata di questa storia?
Prima di tutto sono stupita per l’argomento che hai deciso di trattare, perché per me Evan Rosier è sempre stato un vecchio Mangiamorte dal nome musicale, ma senza un vero volto. Continua a non avere un volto, perché effettivamente non è necessario, ma senza dubbio ha uno scopo. E ce l’ha molto più di molti altri seguaci dell’Oscuro Signore che non hanno avuto la forza di combattere la propria crociata fino in fondo. Sono un po’ stufa di leggere su Harry Potter, perché dopo anni e anni gli argomenti sono sempre gli stessi. Tu invece mi stupisci sempre, e sempre in positivo.
Ho sempre trovato interessanti le storie che parlano di fedeltà incondizionata, perché parlano di un sentimento che non è scontato, o facile da trovare. Siamo troppo abituati alle persone che sono più che altro banderuole, e riscoprire certi valori – sebbene in contesti malvagi – mi lascia sempre positivamente colpita, perché sembra non essere possibile. E invece.
Lo stile poi è così magnifico che mi porta a chiedermi se anche la tua lista della spesa sia così bella da leggere. Probabilmente rimarrei ferma come un’ebete in mezzo alle corsie del supermercato. Già mi ci vedo.
Dopo questa sviolinata di complimenti, temo di dovermi scusare perché di solito ai contest si partecipa per migliorare e ricevere qualche critica – o, almeno, io partecipo per questo – ma non ti ho fatto praticamente nessun appunto. Anche sforzandomi, questa storia di nei non ne ha.
Totale: 29,5/30. |