Recensioni per
Incontro di ombre
di Targaryen

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
27/01/15, ore 15:26

Ciao, torno nuovamente per registrare le mie impressioni su quello che considero uno dei tuoi lavori più raffinati sul piano stilistico: un inserto di piani temporali in cui si intrecciano non solo passato e presente, ma anche possibile e impossibile (ad esempio, il possibile passato riassunto nell'incubo di Harlock e l'impossibile futuro rappresentato dal ricordo di Yattaran), con una scorrevolezza notevole pure nella complessità dei pensieri dei personaggi. Davvero bello da leggere. E da rileggere.
Infine, un pensiero sulla scelta compiuta da Matsumoto: eliminare una scena che trasuda pathos e bellezza da ogni pixel a favore di un ben meno poetico (e coerente) "eh, siamo tutti vivi, che vi credevate?".
Beh, io la capisco la sua scelta, perchè è la scelta del creatore dell'Eroe epico, a capo della sua nave (=la sua interiorità), che si mette in viaggio verso l'ignoto della sua esistenza(=sconosciute galassie) e compie il suo percorso di sofferenza e redenzione (=le battaglie nello spazio) fino a ricongiungersi con la sua anima (= ehm...devo proprio specificare da chi è rappresentata?).
Ora, io questo film lo vedo come un prodotto molto occidentale e qui c'è tutta l'idea occidentale (magari pure orientale, eh, io però non conosco molto della cultura giapponese e non spingo le mie riflessioni su un terreno così ignoto) del viaggio epico dell'eroe.
Tanto più che, ciliegina sulla torta e giusto perchè siamo un pubblico "adulto", l'anima di Harlock qui ha forme femminili, seppur eteree, e richiama alla mente un immaginario sessuale molto esplicito (bocca, curve, il perizoma addirittura!) sebbene intriso di dolcezza e di un calore emotivo sorprendenti (a me per tutta la durata del film pareva molto più umana Meeme di una Yuki ridotta ad una specie di androide sparatutto...).
L'eroe ritrova se stesso alla fine del viaggio, e si ricongiunge alla sua vita dopo aver sfidato, e vinto, il destino. Non muore. Ma ricomincia.
Ecco, io la leggo così: un omaggio del grande maestro all'epica occidentale.
E un gran respiro di sollievo per noi!
A presto, credo che tornerò a scriverti. E a rileggerti un numero spropositato di volte.

Nuovo recensore
13/01/15, ore 21:27

Racconto originale, in cui l’autore collega tramite l’espediente degli universi paralleli due diverse versioni della separazione Harlock – Meeme. La prima è la realtà del presente e vede l’intromissione della seconda sotto forma di “sogno” come sovrapposizione di una realtà che è tale solo altrove. La prima versione è pregna di speranza e ci presenta i due personaggi principali ormai lontani dalle drammatiche vicende del film, la seconda ne è priva e assume i connotati di un addio.
Utile per la comprensione di chi, come me, non conosce la versione originale dello script la nota che lo riporta in calce al racconto.
La scrittura è di alto livello. L’uso appropriato della seconda persona porta il lettore ad immedesimarsi con facilità nel protagonista e trasferisce su di esso l’intero carico emotivo della narrazione. Ottima scelta, anche se non consueta, e ottimo risultato.
I miei complimenti

Recensore Junior
20/12/14, ore 08:30

Anche se non amo particolarmente la sceneggiatura del film, nemmeno nella sua versione originaria, trovo affascinanti le due reinterpretazioni fornite.
Nel caso specifico,azzeccata la scelta di rivivere la scena attraverso l'ennesimo incubo ricorrente diH ,che ci trasporta subito in una chiave di racconto tutta interiore.
Ma anche se lo si rifà mille volte un incubo non è mai esattamente lo stesso ,perché noi non siamo esattamente gli stessi ;e ora quest'incubo è meno angosciante...
Hai uno stile inconfondibile, dove ogni parola mi avvince con il suo suono e con il significato che evoca, ma che riesce sempre a sorprendermi.
Forse hai rubato il segreto dell'arte di M :universi paralleli dove i personaggi si reinterpretano continuamente ma , aggiungerei io ,restando sempre fedeli a se stessi ,in un moderno concetto di unità aristotelica.

Nuovo recensore
16/12/14, ore 19:20

Che dire? Certe cose sono in grado di scalfire anche un cuore di travertino come il mio. Cinica ma non arida. E non è l'amore, nè la figliolanza, nè il miele dei gesti a sciogliere le mie nevi perenni ma la calda paura, un sentimento reietto e inviso agli eroi ma tanto umano e profondamente ardente nell'anima di questo Capitano tenacemente fragile, caparbiamente fallace, coraggiosamente atterrito. Colmo di controsensi d'insondabile bellezza. Cavolo, ma dove li vendono gli uomini così? Io ne ordino sette!

Recensore Veterano
13/12/14, ore 22:54

Non so se è stato un postaggio concordato o un bel caso del destino ma sicuramente colpisce come la stessa scena ( il saluto di Harl e Mime secondo il primo script) abbia scatenato due versioni così diverse ..altrettanto belle e toccanti.
Nella tua versione ritroviamo Harlock e Mime nel loro ipotetico futuro che immagini con tanto di figlioletto ... forse finalmente sono felici ma i ricordi del passato possono tornare specie se dolorosi ed ecco che Harlock sogna il momento in cui ha chiesto a Mime di aprire di nuovo la dark metter non per distruggere la terra ma per proteggerla con un esito piu' drammatico di quello che è successo!
E allora la guarda e corre pure dal figlio per essere sicuro che sia solo un brutto sogno.
Bello questo nuovo tassello che ci regali del tuo racconto sulla coppia H&M e bello l'accenno agli anelli del tempo che mi ha fatto subito pensare alla frase di Harlock a Maya nel film Arcadia della mia giovinezza..eh si è un tema carissimo a Matsumoto che si vede in tantissime sue opere!

E si .. la penso come te! Anche per me la prima versione era più toccante perchè era un addio.. l'addio fra Harlock e Mime... non so se sia stato un cambio fatto per conciliare il finale cambiato da Matsumoto oppure era già stata decisa una variazione(nello script originale ci sono diversi particolari che sono stati modificati) .. ma per me meglio così! Come ti dissi tempo fa sicuramente il primo finale era più logico e tecnicamente corretto ma avrebbe spezzato il cuore...diciamolo!!!
Dolcissimo l'accenno a Yattaran...ecco delle tue fic mi piace tutto... mi piace meno la tua scelta di rendere immortali solo Mime e Harlock...è tanto triste leggere dell'Arcadia senza i suoi personaggi storici... ma in fondo questo è il tuo anello temporale ...
Alla prox!

Recensore Master
13/12/14, ore 15:05

Comincio dalla fine... a volte ho l'impressione che lo script originale potesse essere migliore del film... e dopo questa eresia che mi attirerà gli strali di parecchia gente, veniamo alla tua storia :-).
L'idea delle tante realtà che si sfiorano è sempre affascinante e si presta particolarmente bene all'universo matsumotiano, dove in effetti c'è una continua riscrittura dei personaggi e delle storie. Particolarmente toccante questo sogno/non sogno dove l'Harlock di un universo tocca quello di un'altro universo ancora più tragico. Bellissima e piena di delicatezza la descrizione dei personaggi. Mi ha particolarmente commosso l'accenno a Yattaran. Ti confermi sempre capace di una scrittura eccellente :-).

Recensore Junior
12/12/14, ore 13:13

Ciao Targarye, che dire... Brividi!
Mi sono davvero commossa e mi è piaciuta tantissimo l'idea delle infinite realtà, davvero affascinante. Molto tenero anche il momento dove i due ricordano il loro amico Yattaran... una lacrima è scesa. Sei stata davvero brava ad inserire la scena dello script in una trama così particolare, originale davvero. Mentre leggevo sentivo le paure di Harlock e vedevo le immagini in modo nitido.
Che dire ancora, ti faccio come sempre i miei complimenti perché ogni volta mi regali una storia piena di sentimento.
Un abbraccio e alla prossima :)

Recensore Junior
12/12/14, ore 02:13

Ciao!
Affascinante il modo in cui sei riuscita a inserire quella bellissima scena, presente nello script originale, nel contesto della serie che stai a poco a poco arricchendo. Un'altra piccola e preziosa pietra si aggiunge al gioiello che stai realizzando, una pietra trasparente e scintillante simile alla lacrima che ho versato al ricordo dolce e struggente di Yattaran, alla sua passione e al suo animo a tratti da "eterno fanciullo". Una stretta al cuore perché i personaggi a cui siamo affezionati vorremmo non morissero mai, almeno nella fantasia, ma anche una carezza sul cuore per il futuro di serenità che si intravvede per i tre protagonisti e per la vita che nonostante il tempo, il dolore e la diversità di razze trova sempre la strada per prosperare.
Emozionante sotto tutti gli aspetti. Bellissima.
Un abbraccio.
D. B.
(Recensione modificata il 12/12/2014 - 02:37 am)

Recensore Master
11/12/14, ore 22:50

Mi sono commossa.... che dire? Il sogno,descritto in maniera cosí forte e poetica. Il risveglio di lui,accanto alla sua donna. Il suo avvicinarsi alla culla,i suoi gesti da padre. E poi,il ricordo struggente di chi non c'è piú, perduto in un tempo lontano. Perché "il tempo non si ferma", come dici tu. E poi, la conclusione,in cui dolore,amore,tenerezza si intrecciano, fuori dallo spazio e dal tempo....
Bravissima come sempre
A presto spero
Marta