Sono la prima? Wow, sono la prima! Bene, ora che ho detto una cosa fondamentale come questa, cominciamo.
Ieri, come ben sai, ho sostenuto l'esame su Primo Levi e devo ammettere che, rileggendo la tua storia, ho trovato un'accuratezza e un realismo molto simile. Nei più piccoli dettagli, chiaramente, perché questo è solo il primo capitolo, e la vita per Paul è ancora "facile": ha avuto a che fare solo con il viaggio verso il campo di concentramento.
Però, appunto, i dettagli, la cura delle piccole cose nella quotidianità del treno e nella terminologia, le relazioni iniziali tra persone, già ridotte a bestie nello spirito più che nella carne, fa capire sin da subito il tuo interesse verso questo periodo storico e l'impegno nell'essere il più accurata possibile.
Mi piace molto lo stile che hai scelto per affrontare una realtà delicata come quella dei campi di concentramento, inoltre credo che il tuo modo di scrivere si presti molto a questo genere di vicende, essendo così crudo e tagliente. Certo, faccio un po' fatica a star dietro ai termini tedeschi, ma quello è un problema mio di amore e odio verso quella lingua.
Infine, mi piace molto leggere il punto di vista di Paul, descritto da te. Di solito siamo abituati a leggere il pov di John, e la trovo una bellissima novità.
Insomma, vorrei dirti che sono curiosissima di leggere tutta questa storia, ma so già che soffrirò come un cane e mi pentirò di averti spronato a scrivere.
Mannaggia la miseria.
Anya |