Recensioni per
Solo per lei
di Hugin BenMar

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
22/06/15, ore 16:11
Cap. 1:

Ciao. Essendo io amante del thriller, delle storie cupe e psicologicamente forti devo dire che questa oneshot è davvero meravigliosa. La fermezza, il pensiero di quell'uomo che pensa di essere spinto dalla moglie a uccidere chi somiglia a lei. Molto originale anche la "tavola degli orrori".
Complimenti, baci
Elisa

Recensore Junior
16/02/15, ore 09:46
Cap. 1:

Ciao!
Innanzitutto perdonami, ma la mia odiosa e puntigliosa deformazione professionale mi obbliga a cominciare scrivendoti qualche refuso che ho notato nella tua storia:
"anche i ghiacciai più resistetti" - immagino volessi scrivere "resistenti";
"che a mala pena si intravedono" - per concordanza, avrei usato "intravedevano";
"Vedo i suoi che brillano" - qui manca un "occhi", immagino;
"E tante ancora ce ne saranno ancora" - c'è una ripetizione;

"Le accarezzo piano la guancia spaventato dall'idea di poterle fare" - qui manca "male".
A parte questo, ho apprezzato il modo in cui hai scritto la tua storia: semplice, lineare, immediatamente comprensibile. Le tue parole sono leggibili e scorrevoli, la trama si sviluppa correttamente e coerentemente.
Mi sarebbe piaciuto leggere un po' di più sulla "frattura emotiva" nata dalla morte della moglie, soprattutto considerando il narratore che hai utilizzato, ma tutto sommato è tutto abbastanza credibile e comprensibile anche senza dilungarsi in troppe descrizioni.
Nel complesso, comunque, devo farti i miei complimenti per la trama che hai ideato (anche se - limite mio - ho faticato a comprendere come abbia potuto conservare i cadaveri), per il modo in cui l'hai pensata e congegnata. Molto ben strutturata, brava!

 

Recensore Master
14/02/15, ore 15:15
Cap. 1:

ottima storia,mi è piaciuto il modo con cui hai descritto il criterio con cui quest'assassino e padre sceglie le proprie vittime.

Recensore Master
14/02/15, ore 13:33
Cap. 1:

Ciao!
 
Quello che hai descritto mi sembra palesemente un killer visionario: lui che rivede la moglie, che sente la moglie, costantemente, sopratutto quando si avvicina una donna che potrebbe sembrare lei.
Il killer è ossessionato dalla sua perdita, non ha elaborato il lutto della moglie e come avrebbe potuto farlo? Sicuramente è un uomo debole, profondamente legato a lei e questo lo si evince dalla fine della os, quando vediamo che lui, ha ancora modo di poterla vedere realmente, ma non voglio svelare il motivo altrimenti non c'è gusto nel leggerla poi.
La scena sembra subito molto chiara, si evince quasi subito e questo è un modo per farci entrare sin dall'inizio in empatia con l'assassino, ma diciamo che, personalmente, per quanto io sia potuta entrare in empatia, e per quanto possa immaginare di comprendere la sua situazione, devo dire che non è uno degli assassini con la metodica o la mente che prediligo.
Detto questo, però, posso affermare che la storia è scritta bene in ogni suo ambito, perché è scorrevole è chiara, senza troppi giri di parole, quindi nel complesso mi è piaciuta, anche se lui, come ho già detto, non mi ha affascinato più di tanto.
Alla prossima!

Recensore Master
13/02/15, ore 22:39
Cap. 1:

Ciao!
L’idea di creare un background subito lampante agli occhi del lettore è molto semplice, ma di sicuro effetto, e mi ricorda un po’ i film sul genere. Mentre leggevo le prime righe, per esempio, mi è venuto in mente Mama (alias: La Madre) – sarà per la neve, sarà per il contesto drammatico e inquietante, non so dirlo con esattezza.
Ho notato che fai buon uso della punteggiatura, cosa che di solito mi manca di trovare nelle fan fiction che leggo, e mi fa piacere avere sottocchio qualcosa di tanto scorrevole, anche se ho notato qualche ripetizione che credo sia non voluta; all’inizio tendi a ripetere il concetto di rosso e azzurro per capelli e occhi della moglie del protagonista, rimarcandolo il più possibile e forse con esagerazione, ma è comunque una scelta stilistica che non ha calamitato troppo la mia attenzione come la doppietta scuro/scure (che si ha quando compare la vittima raggomitolata in terra), ancora/ancora (in questa frase. CIT. “E tante ancora ce ne saranno ancora.”) o piccole/piccoli (quando si parla della stanza incriminata). Ti consiglio di trovare qualche sinonimo per dare un suono più armonioso al contesto, ma per il resto non ho di che lamentarmi!
Si evince subito il trauma della voce narrante, la sua follia dirompente, e il dolore che l’ha reso pazzo – o almeno presumo che sia così.
Credo che tu abbia espresso molto bene il tema del visionario, se era questa la tua scelta, e che abbia centrato il focus on per quanto riguarda la figura di un serial killer. Non hai divagato, sei andata dritta al punto e, pian piano, hai fatto in modo che ci si potesse capire qualcosa in più.
Vorrei farti notare delle cose, però: il colore bianco è usato nelle bare di persone generalmente piccole come ad esempio bambini/e e ragazzi/e non ancora adulti/e; lo squarcio al collo tenderebbe a far reclinare la testa all’indietro e non in avanti, anatomicamente parlando, perché penderebbe sulla nuca e non si abbaserebbe laddove non c’è più tensione muscolare;
Il finale mi ha stretto il petto, giuro. Per paradosso mi ha dato prova di un vero e proprio amore malato e profondo. Complimenti!
Alla prossima,
xoxo