Recensioni per
Corte Sconta, Corte Arcana
di Francine
Ciao! Mi sono incuriosito e sono passato a leggerti! Che dire? Mi piace molto questa specie di... ode al,al notte, e alla luna, e al paesaggio circostante! Ora, conosco Saint Seiya perché ho guardato i Cavalieri dello Zodiaco ma non così bene nel riconoscere i personaggi, quindi prenderò questa one shot come originale e ti dico subito che è scritta in maniera fluida, breve e concisa, in particolare mi ha colpito la scena in cui si parla della luna, e cdi come in realtà il buio e la notte hanno un fascino che noi uomini non riusciamo a concepire, soprattutto chi non lo "vive" non può capire. Bello, mi è piaciuto tanto ^^ alla prossima! |
Eccola, mancava lei. L'imperatrice. Mi è piaciuto moltissimo questo ritratto di Saori, questo suo aggirarsi per i calli veneziani. Me la sono immaginata: con l'eleganza e la raffinatezza che l'è propria, che certe città danno sempre l'impressione di essere il set cinematografico de La bella vita o di Vacanze Romanze; in fondo, quelli erano gli anni '80 e c'era ancora l'atmosfera che trent'anni dopo sarebbe diventata nostalgia. Quindi, sì, la immagino un po' Audrey Hepburn la nostra Saori. In questa storia viene fuori tutta la fragilità propria dell'essere donna (o dea) e della forza che scaturisce da questa fragilità; viene fuori il senso di risponsabilità e l'ineluttabilità del destino che si traduce nelle figure delle carte. Quando smettiamo di fare qualcosa che facciamo da tanto tempo è come se operassimo un cambiamento a livello universale, qualcosa di grosso. Maman Louise non leggerà più le carte ed io l'ho visto come la fine di un ciclo e l'aspettativa di qualcosa di nuovo che sta per iniziare. Un abbraccio. E |
E' un'imperatrice già dal piedistallo, quella che hai raccontato in questo capitolo. Saori, qui, è molto umana. Non nasconde i dubbi e debolezze che la attanagliano, nonostante la voce della dea che ogni tanto si fa sentire per rassicurarla e indicarle la via (a proposito: forse l'ho già detto in altre occasioni, ma questo "sentire le voci" mi ricorda molto Saga. Intrigante parallelo, almeno a mio gusto). |
Il fatto che questo sia un post Hades con i Goldoni vivi già sarebbe materia di felicità di per sé. Perché è bello pensare che questi due abbiano ancora un chance di interagire, in un futuro, e che le loro vite non si siano spente come invece l'originale ci ha trasmesso. Mi piace la ricchezza di particolari nella descrizione di ambienti e persone. Si vede che hai elaborato un vissuto articolato per Camus, un personaggio che ha sempre esercitato un fascino particolare su di me e che sto imparando ad apprezzare sempre di più. Bella e ben riuscita l'alternanza fra presente e passato, con quella scatola recuperata in soffitta che sa tanto di time capsule per i ricordi. Leggere i tuoi racconti per me è sempre un'esperienza rilassante, perché ti riesce benissimo l'introspezione e lo slice of life. Si vede che con i tuoi personaggi passi molto tempo. E' come se ti raccontassero la loro storia. C'è tanta cura, e anche tanto affetto. Volo all'ultimo capitolo. |
Apprezzare il vino, si dice che sia un'arte. Prersonalmente io mi fermo alle tre coppie elementari: mosso - fermo; bianco - rosso; dolce - secco. Tutto il resto, per me è un mondo oscuro. |
Bella: semplicemente bella. |
Riecchime. Dai che la prima a recensire sono io, eh! E chi altri ti aspettavi? XD |
E già, cos'è una crisi, in fondo? Un'increspatura, una piega, che però appare come uno tsunami, un'onda anomala e scura - fredda, che ci sbatterà sul fondale marino e tanti saluti. |
Hypnos mi gioca gli scherzoni da sessione estiva - obiettivo economia superato, comunque - e mi ritrovo a recensire la lama che, effettivamente, ben si addice a questo Cavaliere glaciale. |
*si sventola* |
Di questa oneshot, mi piace innanzitutto quell'alone di leggenda che si respira nei pressi della cascata del drago. Quelle storie che gli adulti raccontano ai bambini per metterli in guardia. E poi, vuoi mettere il drago: quella bestia leggendaria che per molti autori fantasy è l'essenza stessa dell'incanto e della magia. |
Purtroppo in questo periodo non ho molto tempo da dedicare a me stessa, e quindi la costanza nel leggere e recensire storie ne risente. Sto diventando una lumaca, cammino lenta e resto indietro. Ma forse la lentezza è il giusto ritmo per leggere questo capitolo, in cui tutto è fermo tranne l'acqua della cascata (che mi è sembrato di sentire, fisicamente, da tanto hai descritto bene l'ambiente) e i tristi sentimenti di Ding (che turbinano come i mulinelli del fiume). Di Shunrei non si sa quasi nulla. Lei è un'altro di quei caratteri buttati lì da Kurumada senza pensarci su troppo, e senza rendersi conto di avere creato un personaggio di grande potenziale. La dolcezza e la saggezza di Dohko, discreto come il modo in cui entra in scena, mi hanno quasi commosso. C'è qualcosa di solenne attorno a lui, o almeno questo è ciò che ho sempre pensato, ed è stata una gradita conferma ritrovare la stessa sensazione anche qui, nelle poche ma intense righe della tua one shot. |
Bellissima. Bellissima, mi ha tolto il fiato. |
E così abbiamo anche la tua versione sulla mamma di Shunrei. |
Il mare lo si associa sempre alle vacanze estive: mare+spiaggia+sole, ma io credo che il vero fascino del mare sia in altri momenti: all'alba, al tramonto, quando piove, di notte quando sembra il caos primordiale, in inverno quando fa freddo e le acque sono grigie perché riflettono il cielo, in autunno. |