Ciao!
Vorrei premettere una cosa, prima di cominciare la recensione: conosco blandamente il fandom stesso e so pochissime cose in croce, quindi ho cercato di vederla come una sorta di originale immersa in un'ambientazione fantasy e molto ricca di creature e diverse cose particolari.
Spero per cui che tu possa "perdonarmi" per via di questo inconveniente ma ci tenevo a lasciare una recensione...
In ogni caso, nonostante sia una storia abbastanza datata come hai poi detto tu stessa, ci ho trovato molta introspezione e una cura molto perspicace e lungimirante della mente e del cuore della stessa Isabeau, una donna druido che già con l'innamorarsi di quel mago ha causato degli infrangimenti tra lei e la sua gente e ha dovuto, per forza di cose, seguire la sua strada senza avere troppi rimorsi ad attanagliarla.
Tuttavia a causa dei problemi da affrontare in seguito a quella decisione ed anche per la sua mansione, Isabeau ogni tanto si indebolisce e diventa fortemente nostalgica, in quanto vorrebbe risolvere la situazione ma al contempo deve evitare di essere quantomeno da maghi cattivi che vorrebbero ucciderla ed avere chiarezza nella sua quotidianità frenetica.
Si passa dalla sua angoscia alla quasi totale rappresentazione dei suoi giorni e della volontà di volersi mettere all'opera conscia dei problemi, con buona dose di realismo e di marcato pessimismo per la situazione critica alla quale deve far fronte, nonostante la speranza non sempre mai abbandonarla del tutto, anche forse per il fatto che vorrebbe, un giorno, riabbracciare il suo figlioletto.
La storia di Costance è intrisa di drammaticità anche per il presente difficile nel quale deve affrontare, già destinata (se così possiamo dire) a non sentire un affetto primordiale come quello della sua vera famiglia: fortunatamente, la presenza di Vargas è fondamentalmente per entrambe.
Lui me lo sono immaginato fiero e possente come portamento ma comunque anch'egli provato e colpito dalla situazione, tant'è che si parla dello sguardo che tradisce un'emozione fortissima in lui, anche per via della preoccupazione che la salute della piccola gli provoca.
In sostanza, qui i personaggi sono fragili ed "umani", hanno a che fare con emozioni e le esprimono in maniere diverse senza volersi troppo distaccare l'un dall'altra, senza risultare forzatamente smielati o troppo succubi del contesto in sè.
Lo stile è molto descrittivo e a tratti è forse un po' troppo incespicato grammaticalmente, rendendo - specie dalla seconda parte in poi, in alcune occasioni - alcune frasi un po' meccaniche e pesanti da leggere ma niente di grave, in quanto comunque i periodi sono perlopiù chiari e precisi nel raccontare inizialmente la loro storia e quello che fanno per andare avanti.
Per il resto, non ho niente da aggiungere, in quanto non ho notato errori ortografici e grammaticali da segnalare per dare una mano, quindi ammetto che la cura c'è e si percepisce anche con una rilettura più puntigliosa.
È una storia che è accessibile e molto ben curata nella sua struttura, specie parlando delle emozioni in sè e della vita che testimonia le difficoltà ma la volontà di non perdersi, di andare fuori controllo e di lasciare che alcune cose scorrano per evitare di colpire profondamente e cadere in dolci trappole emotive che poi causerebbero problemi su problemi.
In sostanza, combattere stando accanto (nonostante i problemi e le vicissitudini) è la chiave per poi uscire dalla tempesta incombente.
Un abbraccio,
Watashiwa |