Recensioni per
Niente appuntamenti per Remus Lupin
di fri rapace

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
25/08/15, ore 15:30

Ciao Fri!
Innanzitutto, complimenti: hai uno stile invidiabile!
Questa fic mi è piaciuta molto, forse perchè amo il paring Remus/Tonks... insomma, li hai resi realistici, vivi, ed estremamente teneri. Poi, quando si ingelosiscono a vicenda sono troppo dolci. ^^
Ti saluto,

Kway

Recensore Junior
17/03/15, ore 12:30

Ciao collega di contest e personaggio! ;)
Eccomi qui a recensire la tua storia. In realtà non ho parole... o meglio, qualcuna me n'è rimasta per congratularmi con te. ^.^ E' una storia davvero molto bella! Si vede che conosci a fondo i personaggi. E' la prima Remus/Tonks che leggo perché nelle mie letture qui su EFP sono piuttosto limitata per cui non ho paragoni per poterti dire che è "più bella"/ "meno bella" di altre. Ti dico soltanto che mi è piaciuta moltissimo. Il tuo modo di scrivere è fluido e intrigante, nel senso che trascina il lettore a fianco del personaggio che descrivi. Il modo di fare di Tonks mi ha fatto impazzire. E' lei in tutto e per tutto! Esuberante e sbarazzina ma, in fondo, con qualche piccola insicurezza. Il vestito e soprattutto le calze per una ronda? Ahahahah è stato troppo divertente. E poi il modo che ha lei di farglielo notare.. veramente stile Tonks. Con questo voglio dire che i tuo personaggi sono sicuramente IC e che mi sono piaciuti moltissimo!
Il tema dell'insicurezza c'è, presente e tangibile. Interessante come combini l'incotro tra la vecchia collega di Remus, lui e Tonks. Dici e non dici.
E poi c'è quel titolo. Azzeccatissimo. Invita proprio a leggere la storia.
Quindi davvero tanti tanti complimenti! Un meritatissimo secondo posto! ;)
Alla prossima, 
Mirty ;)
(Recensione modificata il 17/03/2015 - 12:32 pm)

Recensore Master
16/03/15, ore 19:03

Seconda classificata al contest "I mille volti dell'insicurezza"

Stile e lessico: 10/15
La grammatica della storia è buona, ho solo pochi appunti specifici da farti, mentre più in generale ho notato una certa tendenza a inserire virgole laddove sarebbe stato più funzionale ometterle per impedire al lettore di leggere “in due fiati” un’espressione compatta. Di questo ultimo caso ti riporto qualche esempio, giusto per chiarirti cosa ho inteso dire.

    • il risultato a quello stesso specchio”: non è corretto “a quello”, la forma corretta è “in quello”.
    • un artigiano, per acquistare”: la virgola qui va omessa perché crea una pausa laddove non è funzionale; l’espressione va effettivamente letta tutta d’un fiato.
    • Nel corso della nottata l'umore di Remus era stato altalenante. Ogni volta che gli pareva che Tonks gradisse la sua compagnia s'illuminava per la gioia, anche se il dubbio che il suo interesse fosse solo cortesia non l'abbandonava mai, ma se per caso coglieva l'ombra di un qualsiasi sentimento negativo nella sua espressione s'incupiva, ferito”: qui narri qualcosa che è avvenuto nel corso della nottata, dunque che è già avvenuto, difatti lo introduci con il trapassato prossimo (“era stato altalenante”); di conseguenza, l’uso dell’imperfetto nei casi che ti ho evidenziato in grassetto è errato, ma può divenire corretto se sostituisci il punto fermo che segue “altalenante” con i due punti; in tal modo, “attualizzi” ciò che segue i due punti, è come se la narrazione facesse un tuffo nel “passato più prossimo” e lo raccontasse al lettore come se i fatti ad esso legati si svolgessero nel presente della storia. Scegli tu quale opzione adottare (io ti consiglio i due punti).
    • “metà di una falcata e ondeggiò”: qui il soggetto grammaticale è “Remus”, perché è lui a “bloccare” l’altro personaggio, di conseguenza, il verbo “ondeggiò” è riferito a Remus. Siccome credo che nella tua idea sia Tonks a ondeggiare, ti consiglio di rivedere la costruzione della frase, ad esempio potresti sostituire “e ondeggiò” con “costringendola a ondeggiare” o simili, chiarendo grammaticalmente il soggetto che ondeggia.
    • Odiava ferire le persone e aveva fame di compagnia tanto quanto di cibo e non voleva partire con il piedi sbagliato con lei”: qui ci sono due situazioni. La prima è il tempo verbale di “voleva” che, per il discorso già fatto in precedenza, va sostituito con “aveva voluto”. La seconda è legata a “con il piede sbagliato con lei” dove ripeti a pochissima distanza “con”; ti consiglio di sostituire il primo “con il” con “col”, giusto per dare una variazione minima al lessico. Ti segnalo anche il refuso di “piedi” anziché “piede”.
    • Attese Tonks sul marciapiede, un po' discosto dall'ingresso della bottega, e quando uscì si fece”: qui è necessario esplicitare il soggetto di “uscì” perché sia Tonks, che Remus potrebbero esserne soggetti. È sufficiente anche un “lei”, nulla di particolare!
Passo allo stile e lo definisco leggero, scorrevole e di facile lettura. La costruzione sintattica è quasi sempre abbastanza semplice, i vari momenti della storia sono scanditi con ordine, i dialoghi sono lineari e hanno un tono molto simile al discorso indiretto – il che è un pregio, ma anche un difetto: è pregevole l’omogeneità dell’intero testo, ma è allo stesso tempo un problema se il discorso indiretto sfrutta un registro linguistico troppo vicino a un discorso diretto dal registro colloquiale. I punti che ho evidenziato nella parte grammaticale naturalmente incidono sulla piacevolezza dell’insieme, ma sempre fino a un certo punto, perché il testo non è pieno di sviste o di espressioni poco efficaci.
Complici questo registro molto vicino al parlato, la linearità e la leggerezza dell’intera struttura, trovo che l’impostazione stilistica in alcuni piccoli punti pecchi di ingenuità (non è proprio il termine più adeguato, ma non ne ho trovato un altro), nel senso che vi sono dei passaggi in cui scegli di “dire” anziché “mostrare” al lettore ciò che sta accadendo o ciò che il personaggio sente. Ti faccio un esempio che credo si presti bene a ciò che voglio dire:
    • Remus, insoddisfatto del proprio aspetto, si rattristò”: in questo punto, non “mostri” un Remus insoddisfatto che si rattrista, ma lo “dici”. Ecco, in situazioni come questa è come se lo stile divenisse un attimo più ingenuo, meno lavorato quindi, meno strutturato per dare al lettore l’espressione massima dei contenuti del racconto. È vero che hai scelto uno stile molto asciutto, privo di fronzoli, ma è anche vero che in altri punti della storia sei stata meno “secca” nel raccontare, hai dato comunque spazio alla descrizione.
Quanto alla punteggiatura, come detto in grammatica, vi sono punti in cui sarebbe stato preferibile non inserire la virgola. Ad esempio:
    • Inoltre Tonks aveva scelto di vestirsi in maniera singolare, considerando che li attendeva un turno di guardia all'addiaccio, e infilata in quel delizioso vestitino la trovava”: la virgola che segue “singolare” non è errata, ma rischia di dare un’intonazione sbagliata alla frase. Il lettore comprende con certezza che “considerando […] addiaccio” va legata a ciò che precede questa virgola solo quando arriva legge per intero l’espressione che inizia con “e infilata”. Per evitare questo possibile dubbio, potresti spostare la virgola dopo “inoltre”, in modo tale da dare una prima pausa, ed eliminarla quindi tra “singolare” e “considerando”, oppure potresti sostituire la virgola che precede “e infilata” con un punto e virgola, dunque una pausa più forte che dia un chiaro segnale al lettore circa l’intonazione della frase.
Ho notato, comunque, che in generale hai un po’ giocato con la punteggiatura, utilizzandola in modo tale da dare alle frasi l’intonazione che probabilmente avevi in mente tu autrice; vi sono però casi in cui, ad esempio, trovo che sarebbe stato funzionale inserire un segno di punteggiatura o gestirla in maniera diversa (prendendo ad esempio l’espressione appena citata, indipendentemente da quanto detto, trovo che la virgola dopo “Inoltre” sia funzionale a dare un primo respiro alla lettura; allo stesso modo, con riferimento alla virgola che precede “e infilata”, credo che l’intera espressione sarebbe risultata più scorrevole chiudendo in un inciso “infilata in quel delizioso vestitino”, così da permettere al lettore una pausa in più per bene assimilare ciò che sta leggendo). Questo appena detto ha influito in maniera minore sul punteggio, perché trovo che vi sia un altissimo tasso di soggettività.
Ti riporto inoltre questo caso:
    • La fatica lo distoglieva dalla paura di doverla affrontare in merito a ciò che era appena accaduto, ma non era sufficiente”: ti consiglio di esplicitare il soggetto di “doverla” perché ad una prima lettura potrebbe essere riferito a “fatica” che è soggetto grammaticale del tempo verbale principale ed è – come Tonks – femminile e singolare (e quindi può essere ripresa dal clitico “la” di “doverla”). Oltre questo, l’espressione “in meritò a ciò che era appena accaduto” risulta un po’ macchinosa, il mio consiglio è di snellirla, semplificarla in modo tale da facilitarne la lettura; ad esempio, “in merito a quanto appena accaduto” risulta già più scorrevole.
Arrivando al lessico, recupero il discorso accennato in precedenza sul registro linguistico. La scelta lessicale è certamente adatta al tipo di impostazione stilistica scelta, è adatta, più in generale, a narrare un episodio che si presenta leggero, che forse vuole anche strappare un sorriso. Parto col dirti che il lessico relativo al discorso diretto è assolutamente perfetto! Sei stata coerente ai personaggi scelti, alle loro età e alla situazione in cui si trovavano; quindi, non ho davvero nessun appunto da farti e sono sempre più convinta che i dialoghi siano uno dei punti di forza delle tue storie!
Sul discorso indiretto la situazione è un po’ diversa; come detto, il registro linguistico è adatto a ciò che narri e soprattutto a come hai scelto di narrare, ma vi sono situazioni in cui il lessico scelto è sin troppo colloquiale e c’è quel salto da “lessico fresco, quotidiano, semplice” a “lessico del parlato”, ed è un peccato, perché salvo alcuni casi il registro è omogeneo. Ti riporto qualche esempio:
    • che si era fatto bello” e “Erano persino usciti assieme” e “ma solo per tirare il fiato”: le parole evidenziate in grassetto sono quelle che reputo colloquiali; più che altro sono espressioni d’uso comunque come “farsi bello”, ma in un testo narrato in terza persona, se non sono citate nei dialoghi, rischiano di abbassare il registro linguistico e, ripeto, è un peccato. Il mio consiglio, se vorrai accettarlo, è di prestare maggiore attenzione a ciò che è coerente in un dialogo e che non può esserlo nel discorso indiretto. “Tirare il fiato” potrebbe ad esempio diventare “trarre un respiro”.
Chiudo il discorso sul lessico con un accenno alle ripetizioni. Anche qui è un peccato, perché nel tuo testo le ripetizioni sono pressoché assenti, tranne la ripetizione dell’aggettivo possessivo “suo” in più varianti. Il problema maggiore di questo tipo di ripetizione è che può generare confusione: quando in un testo per esprimere il possesso si utilizza “suo” per tutti i personaggi, possono crearsi situazioni poco chiare. Il consiglio, in generale, è di omettere l’aggettivo possessivo laddove possibile e di utilizzare “proprio” per il protagonista. Ti riporto un esempio dal testo per maggiore chiarezza:
    • Ovviamente non che Agnes era stata la sua amante, nonostante la sua insistenza”: qui, oltre a ripetere a pochissima distanza lo stesso termine, si crea proprio confusione. Il primo “sua” è riferito a Remus, ma il secondo a Tonks, eppure il lettore ha tutte le ragioni di credere che anche il secondo – per concordanza e coerenza – si riferisca a Remus. In questo caso, è sufficiente utilizzare “propria” in riferimento a Remus e lasciare invariato il “sua” riferito a Tonks.
Ho finalmente concluso! La sintesi delle varie situazioni esposte mi ha convinta ad assegnarti 10/15. Grammatica, stile e lessico sono buoni, gli ultimi due sono convincenti e trovo siano giusti per il tipo di testo narrato e, soprattutto, per il modo in cui hai voluto narrare. Vi sono solo delle piccole questioni – tutte già esposte – che mi hanno convinta meno. Spero di essere riuscita a motivarti al meglio il punteggio.

Titolo: 5/5
Il titolo è indovinato! È perfettamente in linea con la storia e persino con lo stile della storia. Ha in sé un’amara ironia che il lettore ritroverà lungo l’intero testo: l’idea un po’ comica di un lui impacciato e una lei sfrontata unita alla constatazione amara di quanti risvolti negativi genera l’incomprensione mista alla paura.
Al di là di questo, che è l’elemento certamente più lodevole, va detto che giusti sono anche la lunghezza e l’inserimento del nome del nome del protagonista: la lunghezza impedisce al titolo di passare inosservato, il nome del protagonista fa sì che a leggere siano quasi sicuramente persone interessate al personaggio e alle sue vicissitudini.
In ultimo, ma non meno importante, il titolo è oggettivamente curioso: potrebbe voler dire tante cose, quindi genera curiosità e induce il lettore ad avventurarsi nella lettura – giunto alla fine di quest’ultima, gli sarà chiarissimo anche come intendere il titolo.
Quindi, davvero complimenti, 5/5!

Trattazione del tema “insicurezza”: 10/10
Anche qui assegno il massimo! Hai centrato perfettamente il tema. Il tuo protagonista è insicuro nei gesti, nei pensieri, nel modo di porsi e di parlare; direi che è logorato dalla sua insicurezza.
Andando nel dettaglio, sei stata in grado di mostrare una delle conseguenze più spiacevoli dell’insicurezza: la mancanza di oggettività. Una persona insicura è spesso incapace di interpretare in maniera oggettiva reazioni, gesti e situazioni che vanno a toccare le corde della propria insicurezza, questo perché tutto è condizionato dall’opinione che il soggetto ha di sé: se crede di non essere piacente (come il tuo Remus), non riesce a cogliere i segnali più che evidenti di un interesse nei suoi riguardi (nella fattispecie, la chiara gelosia di Tonks, ad esempio).
Inoltre, è apprezzabile che tu non abbia mai chiamato in causa in maniera esplicita il tema del contest, hai lasciato che si evincesse dalla dinamica descritta, dai pensieri del tuo protagonista e dalle sue reazioni. Anche l’incontro con Agnes è interessante: lì si evince chiaramente la natura dell’insicurezza di Remus, tutta radicata nella condizione di lupo mannaro.
Un ottimo lavoro, complimenti!

Caratterizzazione e IC personaggi: 10/10
Nella tua storia hai caratterizzato proprio tutti, persino la massa che etichetta e giudica Remus! Anche in questo parametro il lavoro è stato ottimo e difatti il punteggio è 10/10.
Voglio partire dal tuo OC, Agnes, e dirti che l’ho apprezzato tantissimo. In poche battute hai dipinto in modo magistrale la paura, la vergogna e la complessità di cui è impregnato il rapporto tra una qualsiasi persona e Remus. Agnes è schiava della mentalità con cui è stata educata e cresciuta, è legata dai dettami imposti dalla società, e non riesce a distaccarsene nonostante la sua reazione mostri quanto, in realtà, le sia costato allontanarsi da Remus; ma lui è un lupo mannaro e questa è una “colpa” troppo grande per la buona società. Potrei spendere ancora tantissime parole sul tuo OC, perché è lo specchio della pochezza di una società che non si prende la briga di conoscere, ma giudica e basa; preferisco tuttavia terminare qui, perché credo siano chiari i motivi per cui ho trovato Agnes convincente.
Passando a Ninfadora, devo dire che l’ho trovata esilarante! Splendidamente IC, sembrava uscita fuori dalla testolina creativa della Rowling! È buffa – come solo lei sa essere, presentandosi in “abito da sera” ad una ronda notturna e dicendo di dover ritirare pergamene! –, è immune ai pregiudizi, perché è libera dai condizionamenti, è passionale e istintiva – con quella sua gelosia quasi inopportuna – ed è, in ultimo, così schietta e viva da far impallidire il povero Remus! Hai scritto di Ninfadora Tonks, proprio quella della Rowling, bravissima!
Arrivando finalmente al protagonista, ho trovato anche Remus perfetto. Tutto ciò che ho detto nel parametro precedente è valido qui, ovviamente, perché le insicurezze che logorano il tuo personaggio sono proprio quelle che consumano il Remus Lupin della Rowling. Sei riuscita, in quello che ho trovato un piacevolissimo cammeo, ad inserire anche le ultimissime rivelazioni della Rowling riguardo alla gelosia di Remus nei confronti di Sirius (almeno, io l’improvvisa stizza di Remus sull’agghindarsi di Tonks, visto che erano arrivati dai Black, ho pensato dipendesse dal credere che la ragazza si fosse preparata per far colpo su Sirius). Inoltre, hai inserito anche dei piccoli dettagli sulla biografia del personaggio attraverso Agnes, mostrando al lettore ciò che è “ora” e ciò che “è stato”. Non mi dilungo oltre perché rischierei davvero di annoiarti con un discorso tutto ripetitivo, quindi ti faccio ancora una volta i complimenti per le caratterizzazioni perfette e per aver inserito quel quadro di decadenza attraverso Agnes.

Recensore Master
04/03/15, ore 21:51

Ciao!^^
Complimenti per quest'altra storia, è davvero bellissima! Ha uno stile scorrevole, pacato, che mi ha fatto immedesimare subito in Remus. 
E questa sì che è insicurezza, un lato del carattere di Remus che sarà sempre presente. Anche se poi hai fatto capire che in fondo anche Tonks è insicura, sotto quel carattere allegro e spontaneo!
L'ultimo scambio di battute l'adorato particolarmente, Tonks e Remus sono perfettamente loro!
Bravissima, alla prossima! :)
HP_dream ;)
 

Recensore Veterano
26/02/15, ore 00:36

Bellissima!!! Allora ti ricordi come si scrivono le "fluff"!!! Pensavo di averti persa per sempre nei meandri dell'horror!
Remus è perfetto, manco a dirlo, tenerissimo, e Tonks gelosa è fantastica^^
"Ottimo! Speravo tirassi in ballo tu l'argomento, perché la tipa delle pergamene ha la bocca cucita e io sto bruciando dalla curiosità,” questa battuta mi ha fatto rotolare, giuro!!! Tonks ha quasi lo stesso tatto di Ron!
Complimenti ancora una volta :)

 

Recensore Junior
24/02/15, ore 12:07

Ciao, avevo già letto delle tue storie in passato e quindi non è una sorpresa che anche questa sia piacevole e ben scritta. 
Remus sicuramente è un personaggio che si adatta molto bene al tema del contest: quando si è diversi ci si sente sempre insicuri, inoltre la natura della diversità di Remus non può che creargli problemi. La sua insicurezza però non è evidenziata in modo troppo pesante: è sempre presente, ma nascosta tra le righe. E questo mi piace.
Anche Tonks è molto IC.
Complimenti davvero!

Recensore Master
23/02/15, ore 15:36

Oh che carina questa one shot!
L'insicurezza di Remus mi fa tantissima tenerezza, lo ammetto, e mi viene voglia di saltargli addosso.
Bellissimo il pezzo iniziale, quando lui cerca di darsi un aspetto quantomeno decente, mi ha fatto molto sorridere, poi lei che indossa un vestito!
Insomma, sono due teneroni, chissà poi Tonks come si sarà sentita gelosa di Agnes, quando ha creduto che fossero stati amanti.
Molto carina, brava!

Recensore Master
23/02/15, ore 09:03

Devo ammettere che questa One Shot è piuttosto piacevole!
Credo tu abbia reso bene Remus e piuttosto bene Tonks e che abbia costruito con cura la trama della vicenda.
Ho apprezzato in particolare il fatto che Remus si sia dovuto confrontare con il suo passato, e dal fatto che questo sia stato "interpretato" prima dal negozio, quindi da una persona, il che ha dato dinamismo all'episodio e ha sottolineato ancor di più l'insicurezza di Remus.
In più, per quanto ami Remus, e per quanto mi piacerebbe scrivere altro su di lui sfruttando le info della Row, so che avrei difficoltà a descrivere il suo rapporto con Tonks, e questo mi fa apprezzare ancor di più la tua storia.
Venendo alle note meno positive (non direi negative!) mi ha lasciata perplessa è la natura del loro acquisto. Capisco ti servisse un modo per portarlo davanti a un negozio e ad Agnes (quindi non potevi incentrarti sul loro turno di guardia per l'Ordine, ecco), però tra le tante cose che potevano comprare/fare, acquistare pergamene non mi sembra proprio una priorità, o comunque non una cosa che non si possa fare via gufo, per dire...
Inoltre trovo che non si capisca bene in che momento della giornata si trovino. Insomma, all'inizio io avevo dato per scontato che stessero uscendo di notte, per qualche strano motivo, ma essendo il negozio aperto immagino non fosse così. (nb: maari è scritto ma mi sono distratta io^^')
Ultima cosa, io avrei pensato che una scena del genere sia avvenuta dopo la morte di Sirius, secondo te invece è successo prima?

A presto,
Isidar^^

ps: e buon contest! credo tu abbia centrato il tema dell'insicurezza ;)

Recensore Master
22/02/15, ore 19:32

Ma che bella storia, divertente e spensierata, ma con qualche accenno più che sentito al disagio di sentirsi diversi dagli altri, tanto diversi e sul serio, come nel caso di Remus, da doversi mascherare, nascondere sotto sembianze cosiddette "normali", per poter essere accettati.
Io capisco perfettamente Remus che non ha confidato ad Agnes di essere un licantropo. In fondo non la conosceva da molto, come poteva essere certo che poi non l'avrebbe denunciato ai titolari del posto di lavoro prima che lo scoprissero da soli?!
Ma a parte questo, sono tanto teneri Remus e Dora, ognuno alle prese con il proprio guardaroba per risultare più attraente agli occhi dell'altro, con la gelosia latente pronta a saltar fuori, le paranoie sul fatto se il compagno trovi gradevole o meno la propria compagnia...
Ahhh... due adolescenti in piena crisi ormonale...
Certo che, come al solito, Dora è sempre più sveglia e diretta di Remus e almeno glielo sbatte in faccia che si era fatta carina per lui, tonto che non è altro xD
Brava e a presto ^^