Ciao! Eccomi finalmente qui per recensire questo primo capitolo!
Allora, vediamo un po'...
Come avevo già avuto modo di dirti quando ho letto (e apprezzato tantissimo!) "Parigi non perdona", trovo che tu non solo sappia scrivere in modo impeccabile dal punto di vista prettamente sintattico e grammaticale, ma penso anche che ogni singola parola inserita nel testo sia stata scelta con cura e dovizia - tenendo costantemente in considerazione l'economia dell'intero racconto. Lo avevo già notato in "Parigi non perdona" e lo noto prepotentemente (in senso positivo, ovviamente!) anche qui: ogni singola descrizione, ogni singola scena si amalgama perfettamente con la precedente e la successiva. Trovo particolarmente coerenti e ulteriormente pertinenti i pensieri e le considerazioni che inserisci spesso all'interno della narrazione, in quanto permettono al lettore di immedesimarsi ancora di più nella psicologia e nei panni dei personaggi, instaurando un sincero rapporto empatico con loro. Mi piace molto anche l'alone di indeterminato che talvolta alcune parole del testo sembrano assumere: citando ad esempio la scena in cui riesci benissimo a condividere con chi legge le riflessioni di Oliver circa l'ormai disgustosa (come la definisce lui stesso) dipendenza dalla morfina, trovo che il termine sostanza con cui fai riferimento a questo alcaloide (sì, qualche settimane fa ho dato l'esame di chimica all'università e mi chiedevo se mai avessi avuto modo di utilizzare nella vita di tutti i giorni il nome della classe di composti che comprende questo tipo di sostanze ahahahahahahah) permetta al lettore di vagare con la propria mente, proprio in virtù di questo carattere di indefinito che permea alcuni passi della storia grazie alla scelta - accorta - delle parole!
Dal mero punto di vista sintattico e ortografico, personalmente non ho trovato alcun errore (se non forse una - e sottolineo una - virgola inserita fra soggetto e verbo, ma nulla che un'eventuale rilettura non possa eliminare) - complimenti vivissimi per la cura che riversi sempre nei tuoi scritti!
Passando alla trama e ai personaggi, dico subito che a me intrigano particolarmente quelle storie in cui un personaggio scopre di avere un figlio e si trova quindi a doversi confrontare con un senso paterno talvolta decisamente latente (trovo infatti che trame del genere, per quanto spesso accompagnate da elementi non propriamente allegri, permettano però di avvicinarsi particolarmente alla psicologia del protagonista, indagando i suoi pensieri e le sue sensazioni - e il suo dopotutto naturale smarrimento - di fronte alla consapevolezza di essere padre senza mai averlo saputo) - non ti nego, infatti, che io stesso avevo avuto una vaga idea di inserire un qualcosa di simile nella mia FanFiction, salvo infine rinunciare a tale proposito. Ti confesso che la reazione di Oliver davanti a questa notizia mi ha inizialmente un po' sorpreso: il carattere rude con cui egli accoglie questa notizia è sicuramente influenzato dalla morfina che circola nelle sue vene e dalla situazione precaria in cui egli si ritrova a vivere, ma è innegabile che si tratta comunque di una reazione forte (in particolare se paragonata alla naturalezza con cui la piccola Marleen lo chiama papà pur non avendolo mai visto prima). Immagino che questa reazione sia dettata principalmente dalla scarsa stima di se stesso e dalla consapevolezza di condurre una vita che è decisamente poco adatta a prendersi cura di una piccola bambina, però il lato umano di Oliver riesce comunque ad emergere e a vincere in piccola parte la sua iniziale reticenza: certo, in tutto questo capitolo egli non perde quella venatura decisamente rude che lo porta a rapportarsi con la piccola (intimarle di sbrigarsi ad andare nella sua stanza per non rischiare di incappare in una punizione quale quella di dormire per terra è effettivamente un comportamento molto rigido), eppure egli non manca di promettere ad Eleonora di prendersi cura di Marleen.
Trovo che Oliver sia un personaggio complesso e dalla psicologia interessante - soprattutto, a mio parere, se svilupperai per bene le motivazioni che lo hanno spinto a cadere nel circolo della tossicodipendenza; mi hanno colpito molto le riflessioni circa il carattere talvolta effimero della fama e del desiderio di riuscire a scalare la montagna del successo pur di assicurarsi uno dei posti alla sua cima - non mancano, infatti, esempi di artisti che, pur avendo un grandissimo successo e un patrimonio economico invidiato da molti, finiscono poi per gettare al vento la propria vita per colpa di alcool e droga. Credo che questi siano esempi calzanti del - talvolta - sottovalutato proverbio "I soldi non fanno la felicità" - anche se penso che sia la fama stessa a nascondere un lato decisamente oscuro: un giorno tutti sembrano osannare il tuo nome e le tue gesta (siano esse in campo musicale, artistico, sportivo o recitativo) e il giorno dopo, con la stessa medesima velocità con cui sei diventato famoso, tutti sembrano essersi dimenticati di te. Deve essere orribile vivere il sogno di una vita con la continua paura che essa finisca di colpo - e, pur non condividendo le scelte attuate da molti personaggi famosi, riesco forse a comprendere perchè essi cadano vittime di depressione e spesso conseguente abuso di sostanze stupefacenti. Forse è un modo per non sentirsi così soli, o forse è soltanto l'unica via di uscita che alcune anime fragili riescono a intravedere davanti a sè...
Tornando alla tua storia, mi ha anche colpito leggere le diverse modalità con cui Oliver e Laura si sono innamorati l'uno dell'altra: lui, colpito prima di tutto dalla bellezza della ragazza, riesce poi ad innamorarsi anche della sua persona e ad andare quindi oltre un'iniziale attrazione soltanto fisica (o, perlomeno, questo è ciò che ho percepito io leggendo questo primo capitolo); lei, invece, che si innamora di Oliver attraverso la sua musica, proprio come se l'arte fungesse da intermediaria per permettere alla ragazza di conoscere l'amore (un concetto per certi versi legato al Romanticismo, a mio modesto parere - l'arte che, attraverso la sua bellezza e la sua maestosità, conduce ad una nuova sensibilità). Non fai immediatamente riferimento a cosa sia effettivamente accaduto fra i due giovani amanti (ecco ancora il "tema" dell'indefinito e del mistero che, inevitabilmente, spinge il lettore a volerne sapere di più, mantenendo viva la sua curiosità - sai decisamente giocare molto abilmente con la suspense!), ma deve sicuramente trattarsi di un qualcosa di importante, specie se ha spinto Laura a nascondere ad Oliver di essere diventato padre. Un passo che ho apprezzato molto circa l'evolvere del sentimento fra i due protagonisti è il seguente:
[ Il loro amore sbocciò come un fiore a primavera. Puro, candido e profumato. Un amore fatto di tenerezza e di passione. Dopo l’estate però, com’è giusto che sia arriva sempre l’inverno. Ed arrivò anche per loro. Come Eraclito aveva affermato, tutto scorre. Nulla, nella vita, rimane immutato. È l’eterno supplizio di ogni amore che crede e s’illude di essere infinito quando invece, esistono solo infiniti mutamenti ]
Trovo molto significativo il riferimento alla filosofia di Eraclito - e, con esso, il richiamo al titolo del capitolo e all'interpretazione della filosofia del carattere mutevole del mondo, esemplificata dal celebre passo che spiega come un uomo non possa affermare di essersi immerso due volte nello stesso fiume (l'acqua - pur essendo quella che scorre nel bacino del sopracitato fiume - che scorre nel fiume stesso non sarà più la stessa, il che sottolinea il carattere mutevole della realtà, anche di quella con cui ci confrontiamo quotidianamente!)
Il personaggio di Eleonora mi è piaciuto molto: ho apprezzato la risolutezza con cui riesce a fronteggiare le parole e l'atteggiamento di Oliver; ho apprezzato il suo coraggio nel decidere di affidare Marleen ad un uomo che, oggettivamente, non rappresenta al momento il modello ideale da seguire - ma che, dopotutto, è il padre della piccola. Eleonora mi ha fatto molta tenerezza nel momento in cui ha dovuto mentire a Laura, decidendo di omettere quanto ella aveva appena compiuto per non rischiare di compromettere ulteriormente la salute della sorella con nuovi pensieri e preoccupazioni (e sinceramente non mi sento assolutamente di giudicare negativamente Eleonora per la sua scelta, anzi!)
In definitiva, quindi, trovo che questo primo capitolo sia decisamente ben scritto e, al contempo, anche molto intrigante!
Come sempre, davvero tantissimi complimenti!! Noto con tantissimo piacere che sei assolutamente capace di scrivere storie sublimi spaziando in numerosi contesti e generi anche molto differenti fra di loro (basti pensare alla tematica totalmente differente che tratti invece in "Parigi non perdona" - eppure i tuoi personaggi e le tue storie riescono sempre ad essere realistiche e davvero, davvero sublimi!)
Bandierina verde meritatissima, a mio parere!!
A prestissimo!!!!
Ciaooooo!!
Matteo (Recensione modificata il 03/08/2015 - 03:44 pm) |