Recensioni per
Il gufo e l'usignolo
di Helmyra
Helmyra, |
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Ahahahahah per Dorisa: non fingere pudicizia di fronte a qualcuno che ha già visto ogni angolo, interno ed esterno, del tuo corpo... e, per favore, non piangere la perdita di una libertà che hai volontariamente abbandonato: è un insulto a tutti quei poveri diavoli che l'hanno persa senza colpa. |
“E i monaci, si sa, sotto sotto sono dei gran porcelli”: mi sono istintivamente facepalm-ata con una mezza risata. |
Eeeeeh Dorisa, è tardi per rimpiangere questo e rimpiangere quello. |
Sono felice di aver conosciuto questa storia in ritardo, perché è trascorso quasi un anno tra la pubblicazione del capitolo precedente e questo (anche se, forse, altro è stato prodotto e postato nel frattempo) e, a causa della mia imbarazzantissima inabilità mnemonica, difficilmente sarei riuscita a perseverare (mi dispiace, io m'impegno, ma è proprio un difetto di fabbrica ahahah). Spero che pause così portentose non accadano in futuro e questo semplicemente perché mi piacerebbe proseguire nella lettura senza scordarmene, ma se dovesse accadere, ovviamente, farei del mio meglio per non accantonare la storia e continuare ad avere fiducia nel suo proseguo. |
Ero così concentrata nella prima parte ahahah anche se, fortunatamente, avevo intuito cosa Dorisa stesse sperimentando, avevo capito che stesse assistendo passivamente a un evento passato, consapevolezza che è diventata certezza quando ho letto il nome della Montagna Rossa. |
“Spero solo di finire la storia entro i primi d'ottobre”: eheheh. |
Premetto che non ho letto “Il sonno della belva” e sarò sincera nel dire che, siccome non leggo narrazioni dal contenuto sessuale particolarmente spinto perché non sono di mio gran gusto, non lo leggerò: ciò che d'ora in avanti saprò di Sevan e Varasa dipenderà unicamente da “Il gufo e l'usignolo”. |
Aaah, ma buongiorno, signor Camus! |
In pratica abbiamo la versione Fight Club dei sacerdoti di Mara: all'amore dalle sembianze di splendido balocco e utopistica cura ad ogni male, sostituiamo una bella terapia a suon di soddisfazioni fisiche e pulsioni corporee. Oh, so' tecniche diverse. Mai accantonare a prescindere le possibilità offerte dalla vita ahahah. |
C'è stata una scena che mi ha fatto sorridere. Non per divertimento o perché mi piacciono gli atteggiamenti ribellini (lol), ma per immedesimazione, credo: il Thalmor si prodiga in preghiere e salmi silenziosi, in ginocchio e devoto come una suorina... e nello stesso istante, lei impreca contro il suo dio. Mi piace la figura “mitologica” di Auri-el (e l'arco che porta il suo nome è una figata ahahah) e in ogni caso non credo che lei provi reale rancore nei confronti di una divinità... voglio dire, mai le parlerà e mai lei saprà se ascolta i suoi insulti. Però è a questo che ti spinge l'odio: disprezzi tutto ciò che coloro che odi amano. Forse è stato questo a farmi sorridere: il suo atteggiamento capriccioso (non ritengo che qui il vocabolo abbia significato negativo, semmai il contrario) nei confronti di... un'effigie... un sasso sagomato. |
Lo dico a tutti gli autori di cui leggo storie a più capitoli: abbiate pazienza perché faccio una fatica madornale a orientarmi coi nomi e rischio davvero di fare confusione. Io mi impegno, ma è proprio una mia mancanza intellettiva lol |
Helmyra, |
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