Lo dico a tutti gli autori di cui leggo storie a più capitoli: abbiate pazienza perché faccio una fatica madornale a orientarmi coi nomi e rischio davvero di fare confusione. Io mi impegno, ma è proprio una mia mancanza intellettiva lol
Dunque, qualcuno potrebbe dire che si gioca per vincere facile, gettando subito davanti al lettore la classica oppressione Thalmor. Voglio dire, tutti odiano i Thalmor. E' incredibile come siano riusciti a unificare chiunque si sia appassionato a questo contesto immaginario... facendosi odiare.
Ma i fatti sono due: prima di tutto, la repellenza che causano non perde mai il proprio smalto; secondo, qui la questione è gestita molto bene.
E' stato introdotto un tema che, se ci pensiamo, appartiene pressoché a tutte le dittature ideologiche e religiose avvenute, e che continuano ad avvenire, nel mondo reale: quando l'oppressore fa i conti con le proprie mancanze, quando comprende d'essere lui non meno di altri vulnerabile al peccato e alla perdizione, allora non può accettare la compromettente verità di rappresentare una minaccia agli ideali, se così possono definirsi, che tirannicamente propina al popolo... e rigetta la colpa su un capro espiatorio, nella cui condanna può ripulire la propria integrità.
Ora come ora, inoltre, pare che alla piccola Elanilde non sia riservato un futuro molto roseo: la sua voce era il motivo per cui le era stato concesso di vivere; persa questa, perde la propria garanzia di sopravvivenza. |