Recensioni per
Demetrio alla Guerra delle Olive
di EsterElle

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
01/06/17, ore 17:37

Prima recensione premio per il contest: " È una storia sai…".

Prima di tutto perdonami il ritardo vergognoso, ma ora sono qui, quindi parliamo della tua storia!
L'ho scelta tra i tanti tuoi titoli perché ho partecipato io stessa al contest di ManuFury e visto che la tua storia si è classificata al primo posto sapevo che sarebbe stata ottima e poi ero curiosa. ;-)
Non sono rimasta delusa. Non solo è scritta bene, ma hai reso benissimo un'atmosfera sia paesaggistica che psicologica. La guerra delle olive ci porta in un villaggio del Sud, caldo, afoso, i cui toni e colori è impossibile non sentire, vedere e, persino, respirare leggendo il tuo testo. E poi, Demetrio, che con la sua fanciullesca semplicità ci porta nel mondo dei bambini, un mondo che è stato inquinato dalla guerra o meglio dall'idea di guerra come azione nobile e giusta con cui gli adulti hanno riempito la testa dei figli. Demetrio il cui gesto folle deriva da un bisogno di mostrarsi degno, un bisogno che lo divora in ogni istante e che lo spinge a ignorare la logica del gioco e a trasformarsi in assassino. In un solo istante comprende quello che davvero la guerra è: dolore e sofferenza, gesti folli e disperati che macchieranno per sempre la vita di un uomo e che rovinano quello che di più bello c'è nella vita, in questo caso Ines e la sua bella e fresca intelligenza; ma è troppo tardi.
Questa frase contiene tutto ciò che la storia vuole dirci: "Tenete da conto il velo nero, donne, fino a quando non insegnerete ai vostri bambini qualcosa di giusto, qualcosa di buono.
A rispettare, ad amare la vita; a dialogare, venirsi incontro; a disprezzare il pugno e il fucile, ad amare giustizia; a smettere di idolatrare la violenza, smettere di considerarla coraggio."
Non solo un bel messaggio, ma anche profondamente vero e egregiamente sviluppato.
La tua storia è triste e dolorosa, ma innegabilmente bella.
Complimenti.

Recensore Veterano
21/01/16, ore 22:38

Io non riesco a tenerti il broncio neanche in una storia che finisce così male... come potrei? Ormai avrai capito che sono una grande fan dei tuoi racconti e del tuo stile, ma stavolta mi hai davvero sorpresa. Sei riuscita a destreggiarti alla perfezione con una storia dallo stampo realistico e particolare: l'ambientazione appena accennata e la focalizzazione totale sui bambini protagonisti mi ha lasciato quel senso di "sospensione" nel tempo che è davvero difficile da gestire. Spesso chi sceglie questo espediente rischia di raccontare uno spaccato totalmente decontestualizzato e poco chiaro, ma questo nel tuo caso non succede assolutamente: in qualche modo ci fai capire che il racconto è ambientato durante o poco dopo una guerra (a questo punto credo proprio che si tratti di una delle due Guerre Mondiali) e che i ragazzini di un paesino hanno formato due bande rivali che in qualche modo scimmiottano i comportamenti dei soldati e degli adulti in generale. La visione giocosa e scanzonata della guerra riprende alla perfezione la psicologia infantile, ho apprezzato in particolar modo quando Pietrino la definisce "il solo gioco a cui vale la pena giocare", non rendendosi conto di quale atrocità sia in realtà.

I personaggi sono tutti interessanti, come anche il paesaggio in cui si muovono. Riesco ad immaginare perfettamente il caldo del sud Italia ed i bambini che giocano fra i campi, i boschetti ed i paesini con le case di pietra chiara. Ho amato molto il modo in cui hai descritto i bambini perché ognuno di essi possiede una caratteristica che li rende unici, persino quelli che appaiono per poche righe o che vengono solo citati. Demetrio in particolare ha una psicologia interessante: la morte dei genitori l'ha fatto maturare molto per la sua età e a volte il lettore può dimenticarsi di quanti pochi anni abbia, a dispetto dei suoi pensieri profondi... però il suo essere più maturo della media non lo rende comunque un adulto, come si arriverà a capire verso la fine del racconto quando farà la stupidaggine di tirare una pietra con la fionda al posto di un'oliva, uccidendo la povera Ines.

Anche i rimandi all'Epica sono inseriti bene e "semplificati" per essere adattati al contesto e all'età dei personaggi, come hai specificato anche tu nelle note d'autore. Concordo assolutamente con questa tua scelta, dopotutto sarebbe strano sentire una bambina di 7-8 anni (presumo) che racconta alla perfezione la storia di Ulisse, quando a malapena avrà imparato a leggere ed a scrivere! Insomma, +10 punti al realismo della vicenda! :)

La conclusione del racconto mi ha lasciata veramente spiazzata, perché non avrei mai creduto che sarebbe finito in quel modo. Ho versato una lacrima per Ines, ma soprattutto per Demetrio, che ha agito cercando di rendere orgoglioso il padre e invece si ritrova la morte della migliore amica (possibile fidanzata?) e l'odio del paese sulla coscienza. Se potessi vorrei veramente abbracciarlo, perché pensare che la sua vita è ormai segnata per colpa di una decisione stupida presa in una frazione di secondo è un pensiero troppo triste. Un abbraccio va anche a Pietrino, l'unico che gli è rimasto vicino in quel momento. Se posso dire la mia, il prete è la figura più odiosa di tutte! *borbotta*

Insomma, io non so più come farti i complimenti per le meraviglie che scrivi perché sembrano frasi trite e ritrite, ma sono sempre validi e, soprattutto, meritatissimi. Ti dico anche che non mi sono dimenticata degli ultimi due capitoli di "Caris dei Desideri", come avrai letto anche nel contest sto avendo grossi problemi di salute e quindi faccio fatica anche a compiere la minima azione oppure mi perdo le cose per strada... scusami davvero, rimedierò il prima possibile! ç_ç

A presto ♥
Ailisea (giudice Tsunade)
 

Recensore Master
28/11/15, ore 17:18

Ciao cara! Sono Ino del contest "The Ancient Tales" e sono qui per una delle recensioni premio che ti spettano! <3

Non so bene come iniziare a recensire questa storia che ci hai consigliato e che, fin dall'inizio, mi aveva incuriosita subito. Già il titolo prometteva bene, l'introduzione mi sembrava interessante... così mi sono buttata a capofitto tra le righe, e ne sono uscita piacevolmente scombussolata e piena di riflessioni, come mi capita ogni volta che leggo una tua storia. Ma andiamo per ordine, è meglio.
Innanzitutto, sono rimasta deliziata dall'atmosfera della quale la storia è impregnata: mi sembrava quasi di vederli, i bambini e le bambine impegnati nella Guerra delle Olive, ognuno calato nel proprio ruolo e impegnato a fare la propria parte per conquistare il tesoro tanto ambito, mentre il sole del Sud Italia li scalda e illumina le strade del paesino... hai descritto con efficacia un paesaggio molto preciso, tanto che calarsi nell'atmosfera della narrazione non è stato affatto difficile. Ogni personaggio, poi, ha una sua caratterizzazione, che lo rende riconoscibile e "seguibile" (perdonami il neologismo ma non mi veniva un altro termine!) all'interno del racconto. C'è Petruccio, che per quanto si atteggi a piccolo adulto resta sempre un bambino, c'è il Capo, c'è Ines che è saggia e posata per essere una bambina così piccola... e poi Demetrio, il protagonista, con il quale è impossibile non empatizzare, almeno un po'. 

E' proprio su di lui che vorrei soffermarmi: descrivere la guerra - vera o finta, e in questo caso convivono entrambe nel tuo racconto - non è mai semplice, soprattutto se lo si vuole fare senza banalità. Scavare nell'animo umano ed estrarne paure, rimorsi e sogni di gloria sembra semplice ad un primo sguardo, ma richiede una sensibilità notevole e se ci sono i bambini di mezzo la richiesta si fa più pressante: Demetrio incarna perfettamente tutti questi aspetti, come in una sorta di parabola discendente. Lo conosciamo subito come un bambino che sogna la guerra come qualcosa di eroico, portatrice di grandezza e fama, ma verso la fine della storia questa sorta di "incanto" si spezza facendolo precipitare nella realtà in maniera dura e forte, con un pugno allo stomaco che lo sconvolge. Lo stesso pugno che colpisce il lettore alla morte di Ida e alla successiva scoperta che nella guerra non c'è assolutamente nulla di bello o poetico, anche se il lettore già lo sapeva e può trarre le proprie conclusioni dall'accaduto. Ci vuole sensibilità per trattare un tema simile in maniera misurata, l'ho già detto, e tu sei riuscita a padroneggiare perfettamente questa sensibilità e a renderla nel modo migliore, a "servizio" della storia che hai scritto.

Un'altra caratteristica che ho apprezzato tantissimo è la cura dei dettagli, che va dalla descrizione dei paesaggi all'inserimento delle storie di Ida: quella di Ulisse, narrata con il linguaggio e la grazia di una bambina, rende il racconto ancora più vivo, tangibile. Tutta la storia è scritta con una padronanza del lessico davvero eccellente, che non scade mai nell'infantile ma al massimo si concede qualche piccola licenza per mostrare che i protagonisti sono bambini, anche perché è il narratore onniscente in terza persona ad accompagnarci verso il finale e a fare tutte le considerazioni una volta scoperta la terribile verità finale. Sono rimasta così colpita dalla storia e dal suo finale amaro, definitivo, terribile eppure sensatissimo da ripensarci ancora - e questo è un buon segno, scordo dopo poco le storie che non mi colpiscono - e averla in mente per tutta la sera, tanto che riflettevo su come sia considerata la guerra ancora oggi e sull'impatto che può avere su dei bambini come quelli che hai descritto...

In poche parole, ho amato tantissimo questa storia. Mi ha scombussolata, colpita, trascinata, deliziata, rattristata... ma certamente mi è rimasta nel cuore, perché è impossibile ignorare una storia così. Hai un talento straordinario di narratrice, forse l'ho già detto ma lo ripeto: dovresti scrivere un libro con queste tue perle. Sono storie meravigliose e ti ringrazio tantissimo di avermi dato modo di leggere anche questa <3

Un abbraccio! :3
Federica (Ino) 

Recensore Master
07/07/15, ore 23:09

SOTTOTENENTE
(6^ Classificata)

Al Contest: "This Is War II - Situations"


Ester.EFP / EsterElle

“Demetrio alla Guerra delle Olive”

Demetrio uccide per sbaglio una compagna di squadra



Grammatica e Sintassi: 4/5

Hai fatto un bel lavoro, complimenti! ^^
Qualche errore ti è sfuggito lungo la strada, ma niente che non si possa correggere e, comunque, niente di troppo grave: si trattava per la più parte di refusi e qualche segno di punteggiatura nel posto sbagliato.
Vorrei, però, farti notare due piccoli errori che hai ripetuto sovente nel testo: quando dici “” come affermazione, dovresti scriverlo con l’accento, così da far capire immediatamente al lettore cosa intendi scrivendo; l’altro, invece, riguarda la “d” alle vocali di congiunzione come la “a” o la “e” … in teoria la “d” non andrebbe mai messa (salvo in due casi particolari) alla vocale se questa non precede una parola che inizia con la stessa lettera. Per esempio va messa in: “ad andare” è corretto mentre “e andando” no. Le uniche eccezioni sono “ed io” e “ad esempio”.
Il primo lo considero un errore a tutti gli effetti (questo spiega il punteggio), mentre il secondo dipende molto dalla formazione superiore e da che genere di casa editrice si prende in considerazione.
Un’altra piccola cosa di cui non sono riuscita a venire troppo a capo è stata la punteggiatura dei dialoghi: alle volte l’hai messa fuori dal dialogo, alle volte hai scritto dei punti interrogativi o esclamativi all’interno delle virgole alte e poi fuori il punto, altre volte no, certe volte ancora non hai proprio messo segni di punteggiatura… questo mi ha confuso leggermente le idee, lo ammetto… ^^’’
Ti consiglierei magari una veloce rilettura per mettere a posto questi dettagli, sai scegliere un criterio e riproporlo sempre come tale. Questo dettagli non ha influito sul punteggio perché, alla fine, avendo letto un sacco di libri, ho scoperto che i dialoghi, spesso e volentieri, viaggiano per i fatti loro, volevo solo segnalartelo, magari ho sbagliato io. ;)

Stile e Lessico: 8,5/10

Ti confesso che il tuo Stile non mi è per niente dispiaciuto: è un po’ ostico all’inizio, quando bisogna mettersi nell’ottica delle cose, ma una volta che si è compreso fino in fondo, non per niente male.
La storia è narrata dal punto di vista di un bambino di non più di dieci anni (probabilmente anche meno) e come tale per lui è facile soffermarsi più su alcuni dettagli, come quelli che riguardano Ines, la bimba di cui è innamorato, e ripeterli spesso (riprendere più volte i nastri nei capelli, il colore del vestito, ecc…); il ripetere troppo spesso questo genere di particolari non rientra molto nei miei gusti, ma ho comunque apprezzato la scelta. Essendo che Demetrio è un bambino sono passata sopra al fatto che hai fatto diverse ripetizioni all’interno del testo, anche a distanza molto ravvicinata (in particolare alla fine), ma visto che anch’io ho scritto una storia su un bimbo di quell’età (e ho cuginetti mocciosi come Dem) ho pensato che fosse una scelta voluta; senza contare poi il trauma dovuto alla morte di Ines che, sicuramente gli ha confuso i pensieri.
In linea generale, quindi, ho apprezzato il tuo Stile, anche se non ho condiviso appieno certe scelte, soprattutto nella punteggiatura: l’ho trovata un po’ troppo incalzate, troppo veloce e secca, singole frasi che iniziano e si concludono senza abbellimenti o fronzoli. Ripeto che, personalmente, non l’apprezzo molto, visto che amo le descrizioni, ma penso di averne compreso la scelta, dovuta proprio alla giovane età del protagonista.
Una cosa che, invece, ho apprezzato decisamente meno è il Lessico: Demetrio è solo un bambino e ho trovato certe parole e certi suoi ragionamenti un po’ fuori dalla sua portata, ecco. C’erano delle frasi molto complesse e articolate rispetto al corpo del testo che non sembravano partorite dalla mente di un bambino. Parole come “estenuante”, “invalicabile”, “corolla” e altre mi sembrano un po’ fuori dalla sua portata, poi ripeto sempre che è solo un parere personale, eh… u_u
Vedrei di omogeneizzare un po’ di più il Lessico, renderlo tutto a “misura di bambino” per così dire. ;)

In definitiva solo questo. :)
Sei andata bene, secondo me: c’è solo da rivedere un po’ il Lessico e magari arricchire un po’ le frasi, togliendo quel senso di oppressione che tutti quei punti fermi creano, ma è solo un parere mio e sono in ogni caso aperta al dialogo. ;)

Caratterizzazione del Soldato: 14,5/15

Ti ho davvero amata per la tua capacità di delineare così bene, e in maniera così reale, il carattere di Demetrio e dei suoi compagni.
Mentre leggevo di lui, mi sono proprio immaginata un bimbetto con i capelli scompigliati e macchiati di verde, con gli abiti sporchi e troppo grandi addosso e, soprattutto, con un sorriso che, benché incurvi le sue labbra, non arriva mai agli occhi. Questo perché Demetrio è solo, molto solo: i suoi genitori non ci sono più, non sono più con lui, pronti ad abbracciarlo, a consolarlo ad amarlo come solo i genitori sanno fare. Demetrio è solo e deve crescere in fretta, deve dimostrarsi grande, forte, sicuro, per rendere fiero quel padre che è morto come un eroe in guerra.
Ho percepito a pelle la tristezza interiore del bambino, il suo desiderio di essere accettato dai compagni e, perché no, magari anche sopraelevarsi a essi, mostrando a tutti che lui è davvero un uomo.
Le sue idee sulla guerra, dipinta come qualcosa di grandioso e glorioso, qualcosa per cui valga davvero la pena di morire, sono terribilmente reali e concrete; sono quel genere di pensieri che tutti i bambini si fanno, prima di conoscere il dramma che ci si nasconde dietro… perché la guerra, quella vera, non è un gioco, in guerra si può morire, proprio come lo stesso Demetrio ha scoperto.
Resta il fatto che questo mocciosetto dai capelli verdi mi è piaciuto molto: è convinto delle sue idee e spesso ci fantastica sopra, cullato dalla parole di conforto della sua migliore amica e segreto amore. Ho trovato dolcissima la tua scelta di far crollare il muro di ghiaccio e serietà da “soldato” che lo avvolgono quando c’è Ines.
Complimenti hai fatto davvero un bel lavoro! ^^
L’unica cosa che non mi è tornata molto su di lui sono stati alcuni dei suoi ragionamenti che, come ti ho detto prima, mi sono sembrati un po’ troppo forzati e complessi per un ragazzino così piccolo, in particolare quelli che ha fatto alla fine, quando Ines era ormai morta. Ho avuto l’impressione che fosse un’altra persona a parlare, come se nel corpo di Demetrio ci fossero due personalità: quella del bambino che vuole solo simulare un soldato e quella del soldato vero e proprio.
Il mio consiglio di sempre è di rivedere un po’ questi passaggi… u_u

Per quanto riguarda gli altri personaggi, di nuovo il pollice in su.
Ines l’ho trovata davvero adorabile come bimba e Demetrio ha davvero ragione quando dice che è bella e dolce, anche se un po’ maschiaccio. Ho pensato che fosse una ragazzina molto decisa, un po’ come il protagonista, con un carattere forte, ma il sorriso sempre pronto. Mi piaceva molto quando raccontava le vicende degli eroi greci e ti faccio davvero i complimenti per come sei riuscita a renderli, perché il modo in cui ne parlava era veramente credibile.
Non dico di aver pianto quando è morta, ma ci sono rimasta davvero male perché quella piccolina dalla treccina bruna mi era entrata un po’ nel cuore, mi ha ricordato molto la caratterizzazione che io, personalmente, ho sempre dato alla figlia di Katniss di Hunger Games, ma sto divagando… ^^’’
Anche il piccolo Pietrino, in qualche modo, mi è stato simpatico benché fosse un tale rompiscatole, forse l’ho apprezzato così tanto perché è stato l’unico che ha difeso Demetrio, l’unico che ha capito che ha commesso un fatale errore.
Scusa se non mi soffermo molto su di loro e anche sugli altri ragazzi della banda, ma non avevo elementi sufficienti per tracciarne dei profili significativi e soprattutto lunghi. XD
Con questo non dico che non fossero ben caratterizzati, al contrario, hai delineato bene il carattere di ognuno: Salvo grande e scorbutico, Gina antipatica a pelle e il Capo con il suo gelo e i suoi occhi di pece che dicono tanto senza dire niente.
Davvero un buon lavoro d’insieme… u_u

Sviluppo della Situazione: 11/15

Mi sei davvero piaciuta per come hai descritto la Guerra delle Olive e per come sei arrivata pian piano fino alla situazione che hai scelto: ho davvero apprezzato tutti i dettagli, i flashback e gli incisi che hai inserito nel testo per far calare il lettore nell’atmosfera. È vero che non si tratta di una guerra vera e propria, e che i protagonisti non sono dei soldati, ma il modo in cui hai descritto la tensione dei bambini prima della battaglia, lo scontro tra le due Bande, il caos che si era creato (e che ha portato all’inevitabile), la tenacia e il desiderio di vittoria dei piccoli soldati mi hanno deciso ad ammettere la tua storia in Classifica benché uscisse un pochino dal tema del Contest.
E proprio per questa tua capacità di proiettare il lettore all’interno dell’azione, a farlo calare nei personaggi che mi aspettavo un po’ di più dalla fine: hai descritto molto bene le azioni che hanno portato alla situazione, ovvero l’uccisione di un compagno di squadra, ma nel momento cruciale ti sei fermata.
Mi è dispiaciuto molto arrivare alla fine e domandarmi: “ma come? Finisce così?” perché avevo ancora un sacco di domande, di dubbi di cui avrei voluto leggere. Demetrio ha ucciso Ines e la parte più importante della situazione, ovvero, i sensi di colpa del bambino e il peso di quello che ha fatto sono stati un po’ stroncati a metà.
Ho avvertito chiaramente la confusione, lo stupore, il peso schiacciante di ciò che Demetrio ha commesso: la consapevolezza di aver ucciso una bambina, anzi “quella” bambina, la sua amica Ines che non racconterà mai più storie e non sorriderà mai più con lui. Il dolore che prova per questo e la delusione che, probabilmente, avrebbe letto negli occhi dei suoi genitori se fossero stati ancora vivi, è altrettanto chiaro… ma secondo me poteva essere descritto ancora meglio, approfondendo maggiormente i sentimenti di Demetrio, il suo senso di colpa, non so se mi spiego.
Sono dell’idea che, per rendere al massimo questa storia e, in particolare, sottolineare al meglio ogni aspetto di questa situazione, ci sarebbe voluta una parte ambientata dopo la morte di Ines, per vagliare più a fondo i sentimenti più intimi del piccolo protagonista.
Spero di aver spiegato bene il perché del punteggio un po’ più basso rispetto alla media degli altri, dovuto più che altro al fatto che la fine mi è sembrata un po’ troppo troncata, quando poteva essere estesa e far brillare la storia ancora di più.

Originalità: 9/10

La scelta di usare dei bambini come dei soldati e di rendere la Guerra delle Olive come una guerra vera e propria mi è piaciuta molto! ^^
Ho davvero apprezzato l’idea perché l’ho trovata molto originale, soprattutto per come è stata sviluppata, tenendo conto proprio dell’età dei bambini e dei sogni di gloria che possono corrompere le loro menti, spingendoli, come è successo per Demetrio, ad atti estremi pur di essere lodati come eroi dai compagni.
È stato bello vedere come quello che, fino a pochi minuti prima, non era altro che un gioco, trasformarsi in qualcosa di orrendamente reale, portando i piccoli soldati a contatto con qualcosa che si avvicina davvero alla guerra, quella vera.
La trama non era particolarmente complessa, ma è stato bello scoprirla un po’ per volta, srotolarla come una pergamena pagina dopo pagina, scoprendo prima il perché della Guerra delle Olive, poi le regole e solo alla fine cos’era il tesoro (solo Dio sa quanto ero curiosa di saperlo! XD).
L’unica cosa che, nel complesso, non ho trovato molto originale è stata la scelta del compagno caduto: quando ho letto di Ines, ben sapendo qual era la traccia che avevi scelto ho subito pensato a lei e, benché fino alla fine abbia sperato che la pietra colpisse qualcun altro (magari il Capo), ho trovato la scelta forse leggermente scontata. Senza offesa, eh, è solo un mio parere… ^^’’
Per il resto, però, sei andata bene, brava.

Gradimento Personale: 14/15

Beh, come spero che si sia capito ho davvero apprezzato questa tua storia e l’ho trovata così pregna di significati e di quel sentore di guerra che ho deciso di ammetterla alla classifica. ^^
Ho amato i personaggi che mi hai presentato, l’ambientazione in cui essi si muovono, lo svolgersi dei fatti e la bravura con cui hai integrato i Bonus all’interno del testo… fantastica! *Q*
Mi hai detto di essere un po’ delusa per non aver inserito dialoghi in dialetto, mentre io ti ringrazio per questo: alle volte delle belle storie che ho letto, si sono rovinate perché erano scritte in dialetto e senza “traduzione” (oddio che brutta parola, ma passamela perché non me ne vengono altre! >.<), che mi impediva di comprendere appieno il significato. Questa tua mancanza, se così vogliamo chiamarla ti ha fatto guadagnare inconsapevolmente punti.
Le poche cose che non mi sono piaciute te le ho già dette strada facendo: il fatto che la storia fosse un po’ troppo incalzate e priva di descrizioni, la scelta di Ines come predestinata alla morte per mano di Demetrio, i ragionamenti un po’ troppo adulti che quest’ultimo fa e la fine un po’ troncata. A questi vorrei aggiungerne ancora due che non mi sono sentita di far entrare in altre categorie: il primo riguarda l’abbreviazione del nome di Demetrio in Dem durante i dialoghi va bene, secondo me, mentre durante la narrazione in terza persona un po’ meno. Questa è una fissa mia, eh, quindi non prenderla come critica, l’ho fatta praticamente a tutti, che vuoi, sono una ragazza complicata… ^^’’
L’altra cosa che mi è mancata è stata una spiegazione, anche breve, del perché i genitori di Demetrio sono morti: il padre è morto in guerra e va bene, ma la madre? È morta in guerra anche lei? Oppure di qualche malattia? È un dettaglio che mi è un po’ mancato e che mi ha lasciato un punto interrogativo sopra la testa per tutta la narrazione.
Stessa cosa per molte domande che mi sono sorte alla fine del testo, per il finale un po’ tronco, ma niente di troppo grave, come puoi notare dal punteggio, perché, sinceramente, ho davvero apprezzato molto la tua storia! ^^

Impaginazione: 4/5

Ecco, qui di nuovo ho qualcosetta da dire: il TNR 12 è stato una manna dal cielo per i miei occhi stanchi, visto che è un formato che adoro davvero tanto! ^^
Le cose che, però, mi hanno lasciato un po’ perplessa sono stati i paragrafi e lo scarso uso del corsivo. Ma ti spiego subito: per quanto riguarda i paragrafi ho notato che sei andata a capo spesso, fin troppo, isolando quasi ogni singolo pensiero di Demetrio dal resto, perdendo così l’effetto “distacco” che singole frasi più importanti di altre potevano assumere. Andare così spesso a capo fa perdere un po’ il filo generale del discorso visto che il lettore si aspetta un cambio di argomento che, nella maggior parte dei casi, non trova. Rivedrei anche un po’ questa aspetto, magari accorpando alcune frasi a quelle precedenti.
Per quanto riguarda l’uso del corsivo… beh, non ho trovato praticamente niente scritto in corsivo… ^^’’ … nemmeno i pensieri del bimbo che, secondo me, andavano sottolineati, per staccarli dal resto del testo e far capire immediatamente a chi legge che si tratta di un pensiero. Io, per esempio, alla prima lettura stavo per segnarti come errore alcuni passaggi proprio perché sono stata tratta in inganno! Al contrario, eliminerei le frasi in corsivo gridate dal parroco del paese.
Come dico sempre, anche l’occhio vuole la sua parte… u_u

Titolo: 4,5/5

Il Titolo mi è parso adatto per la storia che hai raccontato: è semplice e incisivo come quello che avrebbe potuto trovare un bambino; benché questo, personalmente avrei optato per un Titolo ancora più semplice come “La Guerra delle Olive”, togliendo Demetrio, perché si capisce che è lui l’eroe della vicenda.
Ti ripeto che sono una ragazza piena di paranoie strane, quindi puoi anche non badare troppo alle mie parole. XD

Bonus Nazionalità: 2/2

Oh sì… punteggio pieno e senza ombra di dubbio! ^^
Anche senza i dialetti era facile respirare l’aria delle campagne italiane, soprattutto per via degli ulivi, ma non solo, anche per i soprannomi dei ragazzini (Tonio il Grosso è l’esempio principe, io ne conoscevo uno alle medie! XD) e per tanti altri piccoli dettagli sparsi per il racconto.
Ti faccio i miei complimenti, brava! ^^

Bonus 7: 3/3

- Ha i capelli tinti di verde: ho letteralmente adorato lo stratagemma che ti sei inventata per far tingere i capelli a Demetrio, l’ho trovato molto originale e molto *Q*. Davvero molto brava, sono sinceramente stupita! ^^

- È orfano: tutta la storia ruota attorno al fatto che il nostro bimbetto sia orfano, lui agisce solo e soltanto per rendere orgogliosi i genitori che, sicuramente, lo guardano dall’alto.

- È appassionato di miti e leggende greche: hai giocato molto bene anche su questo punto, ricollegandoti più volte all’interno del testo, sia tramite la storia raccontata da Ines, sia sottolineando che il nome stesso del protagonista è di origine greca. Di nuovo brava, Bonus pienamente assegnato.



Totale: 74,5/85

Recensore Junior
26/03/15, ore 22:29

Sarà davvero difficile per me esprimere cosa ha significato, per me, leggere questa storia.
Mi premuro di dirti, che il motivo di tale difficoltà non è dovuto ad alcun errore o bruttura. No, non è questo il motivo e perciò ti faccio i miei complimenti. Lo stile è magnifico, semplice e in linea con i pensieri si un bambino dell'età di Demetrio. Perfetto. Sintassi e grammatica sono a posto (non ho cercato gli errori, quindi potrei averne persi alcuni, ma sono abbastanza sensibile ad essi, quindi dubito che ce ne siano effettivamente). Quindi complimenti per questi punti. Anche se erano, mio avviso, i più facili da esprimere e da trovare.
Passando al resto... è più complicato.
Ci sono infiniti particolari meravigliosi in questa storia, sia dal punto di vista delle descrizioni che della storia narrata, che dei piccoli dettagli che la formano.
Le descrizioni sono meravigliose, corte ed efficacissime. Ines appare meravigliosa come la vede Demetrio, ogni bambino ha le sue caratteristiche e sono così reali, tangibili, probabili, da rendere ognuno di loro vero e in carne ed ossa. Quindi complimenti.
La storia si delinea bene, chiara e i piccoli excursus nella mente di Demetrio sono inseriti molto bene nel testo, risultando un tutt'uno con esso e non un taglia-cuci-incolla fatto a spanne e male. Non è cosa da tutti saperlo fare così bene, facendo emergere i pensieri di Demetrio e facendo rimanere la trama be impressa nella mente del lettore. Ogni tuo excursus nasce dalla storia e ritorna alla storia perfettamente, come se fosse l'unico e ovvio passo che si possa fare. Semplicemente bellissimo.
Iniziare la storia con il funerale di un adulto, morto in periodo di pace, e terminarla con la morte di una bambina, in periodo di "finta guerra" (spero siano chiare le mie parole), è indescrivibile in senso positivo. E' come una spirale che ripercorre i suoi passi, che sono simili a quelli vecchi ma comunque diversi. Inoltre fa emergere bene la differenza tra l'idea di guerra dei bambini, di Demetrio e del villaggio, come anche il significato di morte.
Per i bambini la guerra è seria, ma le persone non muoiono. Si feriscono rimangono ferme per un po', ma alla fine sono tutti vivi. Sono le guerre dei grandi quelle che uccidono, ma esse sono distanti, quasi irreali, come le storie di Ulisse. Non ne percepiscono il vero significato, come non capiscono il vero significato di "morto". O, almeno, non lo capiscono fino alla morte di Ines.
Per quanto riguarda Demetrio il discorso è un po' diverso. E' un bambino che è cresciuto in fretta, ma che è ancora bambino. Si ritiene colpevole e responsabile della morte dei suoi genitori e vorrebbe solo avere una vita normale ed essere come gli eroi delle storie di Ines. Ma nessuno sa tutto questo, né si è mai premurato di spiegargli cosa sia la guerra e di mostrargli il confine fra realtà e finzione/gioco. Nessuna spiegazione è stata data ai bambini, che imitano ciò che fanno gli adulti. Ma in Demetrio, ciò crea una sovrapposizione fra realtà e gioco. E vincere la Guerra diventa questione di vita e di morte, di onore e umiliazione. Ed è da questo che nasce la tragedia che dovrebbe abbattere finalmente l'illusione che la guerra sia bella e che giocare alla guerra sia giusto.
Eppure, il tuo finale mostra come ciò non accada. Perché nessuno lo capisce, è più facile puntare "il dito lungo" e ignorare "il sangue che macchie le mani" (tutto il pezzo che riguarda il ritorno degli adulti dal funerale è magnifico). Ed è così che aumentano le vittime e Demetrio rimane ancora più solo e ancora più vittima. Come se essere orfano per una guerra non fosse già abbastanza.
Ebbene, tutte queste parole sono completamente futili e spiegheranno solo l'1% dei motivi che mi hanno davvero fatto amare la tua storia, nonostante la costante e impalpabile sensazione che qualcosa di brutto stesse per capitare.
Il restate 99% è dato da qualcosa di inspiegabile a parole. Ho usato quelle sopra solo per farti capire quanto abbia apprezzato tutti, sebbene abbia parlato solo di cose marginali. Il vero motivo è che mi hai toccato il cuore, hai fatto vibrare le corde della mia anima in maniera bellissima e dolorosa al contempo. Ero Demetrio mentre leggevo, la sua personalità si insinuata nella mia con tutti i suoi pensieri, le sue idee, i suoi sentimenti. Ho sentito quanto fosse "rotto" dentro e quanto male abbia fatto male spezzarsi alla fine. Non ho pianto, come non ha pianto Demetrio alla fine della guerra, realizzando ciò che è successo. Lo shock, la consapevolezza ha spazzato via tutto e mi ha lasciato un'emozione indescrivibile e orribile, ma giusta per quello che è successo.
Semplicemente magnifico.
Spero di averti fatto capire la bellezza che ho letto in questa storia e tutto ciò che mi ha lasciato, l'effetto che mi ha fatto e tutto ciò che non ho saputo esprimere a parole.
Davvero, complimenti.
Ciao!