Grammatica:
Ortografia 10/10
Non ho riscontrato errori grammaticali ortografici: il testo non presenta strafalcioni, tempi e modi verbali sono usati nel modo corretto e scandiscono bene la differenza temporale. Non ho notato refusi o errori di distrazione, ciò denota cura e attenzione soprattutto nella parte di rilettura.
Lessico 8/10
Hai utilizzato parole variegate e appropriate, segno che il tuo vocabolario è piuttosto ampio e informato (nel senso che non usi parole ricercate a sproposito per dimostrare di essere forbita). Nonostante non sia pretenzioso e ricercato, l’uso perfettamente calzante e corretto delle parole nel contesto e l’assenza di ripetizioni, evitata dall’uso sapiente di sinonimi, hanno reso questo lessico semplice, molto piacevole e sorprendente.
Sintassi 8/10
Nonostante le frasi siano abbastanza articolate, la costruzione è semplice e immediata. Anche in questo caso hai saputo coniugare semplicità e complessità in un connubio armonioso e piacevole: le frasi sono lunghe ma la punteggiatura è usata in maniera appropriata e scandisce le pause e il ritmo scorrevole; le proposizioni, però non sono pretenziose e nella loro costruzione sono semplici, con una preferenza per subordinate lineari.
Stile: 8/10
Hai uno stile davvero sorprendente: almeno dal mio punto di vista, sei riuscita a creare un’armonia tra una sintassi genuina e lineare, pur nella sua articolazione complessa, e un vocabolario ampio e adeguato che ha arricchito questa semplicità. È uno stile che racchiude l’essenza del “semplice”, ma senza scadere nel banale o nell’anonimo; al contrario, per quanto sia privo di pretese, è uno stile molto piacevole che non rimane impresso, perché non ha particolarità eclatanti, ma che conquista. Quindi davvero complimenti!
Trama:
Originalità:6/10
Purtroppo, tanto la tipologia di storia che la trama sono già state utilizzate più volte.
Non è la prima volta che un autore sceglie di riportare su carta l’interiorità di un personaggio, le sensazioni che esso prova e i suoi pensieri. Allo stesso modo, la caccia e il licantropo sono temi che sono già stati scelti e affrontati più volte e in maniera diversa, e anche più originale e sorprendente. Sviscerare le sensazioni di un uomo che si è trovato costretto a diventare un mostro, cedendo poi a questa sua natura, e descrivere la sua doppia vita è un lavoro che è già stato proposto troppe volte, e il modo in cui le hai trattate è quello canonico e solito, senza alcun guizzo di originalità vera e propria. La brevità della storia ha contribuito all’impossibilità di creare sviluppi interessanti in un argomento ormai assodato e interpretato in tutti i modi possibili e immaginabili. È una trama che si può applicare a qualsiasi libro e film sui licantropi, basilare e banale, senza alcuna particolare scintilla che la faccia spiccare su altre identiche.
Coerenza:6/10
Per coerenza intendo tanto la coerenza dei personaggi e della trama (nel senso che non spunti fuori all’improvviso un tirannosauro sputafuoco e rada al suolo l’intero pianeta Pork quando si sta parlando di matrimonio, per intenderci), quanto la pertinenza con il tema richiesto e l’attinenza con le mie richieste.
Per quanto riguarda il primo punto, non ho riscontrato nulla su cui obiettare: il personaggio è coerente con sé stessi fino in fondo, e ogni sua azione e decisione ha una sua motivazione, per quanto non sia esplicata ma intuibile e comprensibile.
Per quanto riguarda la seconda parte, invece, non ho riscontrato quell’indagine sul concetto di umano e mostro che mi aspettavo: le due esistenze coesistono nell’essere, e all’inizio ha cercato di contrastale, ma la differenza tra le due nature è perfettamente distinguibile. Il protagonista vive due realtà separate: una in cui è rinchiuso nella sua forma umana con tutti i suoi dogmi e le sue convenzioni, e un’altra in cui dà libero sfogo al proprio istinto, alla propria brutalità e alla propria libertà; ma puoi ben vedere anche tu che queste sono separate e slegate l’una dall’altra. Ti sei limitata a descrivere un uomo che diventa un mostro, ma non si ha quell’incertezza che chiedevo e che portava a domandarsi quanto questo stesso potesse essere considerato un mostro e quanto un uomo. Ciò che io richiedevo erano il dubbio, l’esitazione nel poter dare giudizi e l’indagine più o meno conclamata della labilità del confine tra i due, elementi che non ho riscontrato nel tuo racconto.
Scorrevolezza:8/10
Il ritmo è incalzante e la lettura veloce e scorrevole. I pensieri si susseguono uno dopo l’altro e mi è piaciuta la commistione tra questi e l’azione: la storia si sviluppa con facilità, sebbene, forse alcuni passaggi tra il pensiero e l’azione siano stati un po’ bruschi. Nonostante questo, il racconto si legge con piacere e fluidità, in un crescendo appena accennato e con un finale aperto, ma che lascia intuire perfettamente quello che accadrà in seguito.
Personaggi:
Caratterizzazione: 6/10
Non abbiamo una connotazione fisica del personaggio, ma questo è irrilevante, dal momento che la storia è incentrata principalmente sul suo paesaggio interiore, che, però, è ugualmente latente e abbozzato: non conosciamo l’indole del personaggio, se non pochi dettagli forniti dai suoi stessi pensieri e dalle sue scelte. Capiamo che è un uomo a cui sta stretta la vita “normale”, in cui si sente rinchiuso e costretto a vestire un ruolo che non gli appartiene, e che preferisce quando è una bestia perché si lascia andare ai propri istinti e si sente più libero. È un uomo volitivo, almeno all’inizio in cui tenta di contrastare l’altra sua natura, ma che successivamente si lascia sopraffare da questa e permette che sia la bestia a dettare i suoi bisogni, pertanto non si capisce quanto forte e determinato sia e quanto privo di spina dorsale. L’uomo viene completamente annullato nella forma bestiale che ha l’unico scopo di nutrirsi, ma anche la bestia non ha una vera e propria caratterizzazione, se non i segni distintivi del suo essere bestiale: ferocia, avidità e sadismo…Ma, a parte questo, non si sa assolutamente nulla di lui, né in una forma né nell’altra: è un personaggio che non ha uno spessore, è piuttosto anonimo e assimilabili a milioni di licantropi come lui. Sembra un bozzetto ancora da completare e senza una personalità definita.
Originalità:.5/10
Il fatto che non abbia caratteristiche ben definite e particolari che lo distinguono, ma segua una sorta di canonicità, lo rendono poco originale, soprattutto nella misura in cui l’uomo-lupo è onnipresente nella letteratura, in generale, e in quella attuale, in particolare. Non trovo nulla di prettamente “originale” in questo personaggio, quanto una pedissequa ripresa di temi, caratteristiche già viste molte volte e senza una particolare rielaborazione. Anche dove avresti potuto inserire elementi più innovativi (nella sua versione, umana, per esempio), non si ha una caratterizzazione precisa e tutto si annulla in un piattume di “già visto, già fatto”. Forse la brevità del racconto ti ha penalizzato in questo senso, non permettendoti di sviluppare l’indole del personaggio e di mostrarne ogni sfaccettatura.
Gradimento personale:1/5
Credo che il più grande difetto di questa storia sia la sua brevità, che va a intaccare la resa finale: in poche righe sei riuscita solo ad accennare al personaggio, alla sua storia e al suo travaglio interiore, ma senza alcuna possibilità di approfondirlo e articolarlo, e lasciando il tutto sospeso e incompleto. Per questo, la storia non mi ha catturata e mi ha lasciata piuttosto indifferente. Per quanto tu abbia cercato di esternare i sentimenti contrastanti del protagonista, la sua lotta interiore e la rassegnazione alla sua natura, sono solo accenni che meritavano di essere indagati e sviscerati, in modo da dare loro maggiore spessore e completezze. Probabilmente, questa storia aveva un limite di parole imposto, e apprezzo il tuo sforzo di cercare di condensare in 500 caratteri un argomento così complesso e difficile, così interessante e che avrebbe potuto avere sviluppi accattivanti, ma proprio perché è tanto complesso, il numero limitato di parole lo sminuisce e lo rende incompleto e sospeso, insoddisfacente. Almeno per me.
Ciò che manca alla trama, viene compensato dal tuo stile di scrittura, davvero pulito, lineare, scorrevole e piacevole, ma non bastante per sopperire alle mancanze di una trama troppo breve, troppo poco approfondita e di un personaggio di cui si ritraggono solo le linee principali in un bozzetto che pare l’estratto di un racconto più ampio e articolato, più che una storia vera e propria. E spero che questa storia più ampia possa vedere la luce perché ci sono buone basi per sviluppare qualcosa di più interessante e coinvolgente.
Punti bonus: 2/5
Non credo che la citazione sia stata utilizzata in ogni sua potenzialità, sviluppandone tutte le possibilità. Ciò che tu sottolinei non è tanto il fatto che quest’uomo sia un assassino, quanto la libertà che l’essere mostro gli procura; inoltre, a commettere più propriamente gli omicidi è la bestia, per quanto l’uomo acconsenta e la lasci agire. Forse, in questo punto, hai centrato più propriamente il messaggio della citazione, che, a mio avviso, ha un significato più profondo e più terribile, che tu non sei riuscita a comunicarmi: gli assassini più spietati e cruenti sono quelli che ci aspetteremmo di meno, uomini, appunto, quindi persone esattamente come noi.
Nel tuo racconto non viene evidenziata questa questione: l’uomo si annulla nel lupo, e lascia che prenda il sopravvento e commetta quelle azioni deplorevoli. C’è un tentativo da parte tua, soprattutto nella prima parte in cui viene descritto l’adescamento da parte dell’uomo, ma non è completa ed è lasciata in sospeso.
Totali:68 /100
Recensione abbinata all'iniziativa "10.000 RECENSIONI IN UN ANNO!" proposta dal gruppo Facebook "Il giardino di EFP" |