È possibile volerti bene e male allo stesso tempo?
È una pugnalata al cuore, questa fic, eppure mi è piaciuta così tanto...ç_ç
Già di per sé si stringe il cuore nel vedere quelle poche scene che ci mostrano quando Yato dà al piccolo fiocco di neve il nome di Yukine, poi leggere di come potrebbe essere andata è straziante...
Il piccolo e dolce Hikaru, che sperava solo nell'amore del padre (che si ripete che lui gli vuole bene, come gli diceva sempre sua madre), che cucina i piatti della madre come se fosse un modo per averla lì, che prepara tutto per quell'uomo ingrato...
Ok... Non voglio riversare tutto il mio odio sul padre, il Giappone ha una cultura molto rigida ed è "facile" finire per deprimersi e darsi ad alcol o altro (basta pensare che sono molti gli studenti a suicidarsi, se non ricordo male), ma al tempo stesso non potrei certo giustificarlo... La morte della madre e della sorella deve aver senz'altro incentivato questo suo problema, che lo porta ad agire in modo eccessivo e cruento (e nonostante la violenza delle scene non sei volgare neppure per un attimo, il che ti fa onore) contro il piccolo e inerme ragazzino.
Interessante questa tua visione della vita di Yukine/Hikaru, scritta notevolmente bene, sembra una fiaba lontana senza lieto fine, amara la figura del diadema di spine che ha legato i suoi genitori - eppure così bella, così come i ricordi di Hikaru riguardo alla madre. Le parole con cui accompagni tutto il dolore, le cose a cui pensa Hikaru per estraniarsi e fuggire, è tutto bellissimo. Straziante e in qualche modo dolce. Agrodolce.
I miei più sentiti complimenti. |