Phantom, Ti ho detto di aver letto le tue storie su Skyrim ma ooops, questa me l'ero proprio persa, e visto che sono ancora su di giri per le opinioni che mi hai dato, mi sono detta "mettiamoci a dire qualcosa anche noi :D tanto per non fare le ingrate!" Prima di farlo però ho preferito rileggere le storie sulla Gilda che hai scritto prima (tu mi hai donato recensioni molto lunghe e profonde e non voglio essere da meno!). Anzitutto, devo dire che un Dovahkiin khajit non è così comune (le razze più gettonate sono senza dubbio nord e bretoni), e penso che la tua protagonista, il cui nome e celato (lo rivelerai?) sia per questo originale e capace di attirare simpatia, anche per il suo modo di fare che somiglia effettivamente a quello dei gatti, a parer mio animali dalla doppia faccia: una attimo prima sono acciambellati sulle tue gambe a fare le fusa, quello dopo cercano di strapparri gli occhi dalle orbite. -.-" Allo stesso modo tu nelle altre storie hai descritto il lato più vivace e aggressivo della Dovahkiin, e in questa il più profondo e innocuo, dove lascia che i suoi compagni si prendano cura di lei e sembra "quasi innocua", come dice Etienne. Poi vabè Vex alla fine ha ricordato che tutto si svolge pur sempre nella Gilda dei Ladri, e figurati se loro si fanno prendere dal sentimentalismo! xD Continuo a pensare che tu sia brava, specie nel rendere tanto con poco, basta notare che anche una breve oneshot è riuscita a darmi tanto su cui riflettere Complimenti per tutto ^-^ Curse PS: io avevo una cotta per Brynjolf. Una grossa cotta. E non è sposabile. Skyrim è crudele ç_ç sigh...

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Rieccomi. Avevo già letto questa storia, ma solo ora riesco a trovare il tempo per recensirla.
Parto subito col dire che mi piace questa variazione di tema. Passare dall'atmosfera più leggera ed ironica degli episodi precedenti ad una più drammatica ed introspettiva è un bel colpo di coda, che ho apprezzato molto.
E' stato bello vedere che la tua Gattahkiin non è il tipico eroe da fanfiction, senza macchia, senza paura e senza difetti. Anche la micia soffre ed ha le sue debolezze, ed il fatto che sia Brynjolf a prendersene cura, di nascosto dal resto della Gilda, è una cosa adorabile. Da l'idea della familiarità, dell'intimità che si crea tra persone che vivono ogni giorno le une accanto alle altre, finendo inevitabilmente per comportarsi come i membri di una grande, variegata ed eterogenea famiglia.
Il tocco di leggerezza sul finale, con quel coltello lanciato da Vex, è stato la conclusione migliore per una storia come questa; distoglie l'attenzione dalla malinconia di vedere la gatta "stesa", ed è stata un'ottima trovata.
Come al solito, ottimo lavoro :D
Alla prossima!

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