Recensioni per
Ars Amandae
di Clockwise
Molto ben riuscito l'intreccio dell'oggi e di ieri, di quello che ha portato a quell'insolita immagine di Sh inginocchiato di fronte ad una lapide. Hai costruito un efficace inseguirsi di passato e presente che trovano un denominatore comune in un sentimento che è così grande e coinvolgente da lasciarsi travolgere dai dubbi e dall'angoscia che diventano, al suo cospetto, ancora più terribili. Così rimane concretamente inespresso, ma non meno totale. La soluzione si trova ed è una comunione completa di anime che si rincorrono in una dimensione che è solo loro, al di sopra del tempo e dello spazio ("...Hai espressamente scritto di voler essere seppellito accanto a me..."). C'è, però, pur nello sconsolato incamminarsi di Holmes verso i giorni che gli rimangono da vivere, una luce che lo aiuterà nell'attesa di tornare da John: "..voltandosi verso Amanda che gli sorrideva piano..."). Hai scritto con delicata attenzione, anche stilistica, di grandi sentimenti, di legami invidiabili. E, lo ammetto, un po' di commozione me l'hai regalata. Brava. |
Definirei questo capitolo: agrodolce. Trovo che sia un pochino meno amaro rispetto ai due precedenti perché c'è una certa dolcezza generale e non solo nelle attenzioni della premurosa e preoccupata Amanda, ma anche nel modo in cui John finalmente si scioglie e per come Sherlock accetta la cosa. Il fatto che a lui sia andata bene lo stesso nonostante non siano mai stati insieme in modo canonico, è sconvolgente. Ma allo stesso tempo fa capire perfettamente la portata del suo amore e della sua devozione. Anche adesso, da anziano, non ha rimpianti perché un uomo come Sherlock probabilmente si reputa già fortunato ad aver trovato un John Watson. Forse quello con più rimpianti è John, ma ormai quel che è fatto è fatto. Per questo lo definisco agrodolce. In certi momenti è malinconico, in altri molto zuccheroso... è un miscuglio insolito ma molto piacevole. |