Molto, molto interessante questa storia.
Sì, la preistoria suscita certamente un grande fascino (non è affatto facile rapportarsi con la bestialità dell'uomo nella sua accezione più vera) e trovo che tu, con questa one-shot, abbia saputo fare un lavoro notevole.
Ho trovato molto interessante sia la resa di ogni istinto (possiamo già parlare di sentimenti? Forse sì) ancestrale della donna: la paura, il freddo, l'amore e il senso di protezione nei confronti del piccolo, il dolore della perdita... Sia lo stile utilizzato, semplice, diretto, perfettamente adatto al contesto.
Sarà perché ambientato nella preistoria, sarà perché, anche lì, troviamo la presenza di un uomo e una donna, ma il tuo racconto mi ha riportato alla mente "il gatto che camminava da solo" di Kipling... Non so se tu lo abbia letto, comunque in realtà c'entra poco, dal momento che ha una connotazione più poetica e fiabesca, in ogni caso la tua storia mi ci ha fatto pensare XD.
Nonostante la difficoltà nel raccontare i rapporti che intercorrono tra i vari membri del gruppo a cui appartiene la donna, trovo tu abbia delineato perfettamente ogni gesto e l'importanza che esso riveste per i vari membri della comunità.
Apprezzo poi il fatto che la donna, infine, non si sia sottomessa all'uomo (forse, però, è solo perché non ancora pronta per un nuovo cucciolo, mentre io voglio scorgervi gli albori del femminismo, ma questa è un'altra storia XD).
L'unica cosa che ho trovato vagamente stridente, ma che, suppongo, fosse inevitabile è il tuo utilizzo del termine "giorni" per parlare del fluire del tempo.... Sarebbe stato, forse, più interessante vedere come la donna sentisse lo scorrere del tempo... D'altra parte ci sono tuttora tribù africane che vivono il passare del tempo in maniera totalmente diversa da noi occidentali. Ma qui è la studentessa di filosofia a parlare, e tu puoi allegramente mandarmi a quel paese :-). In ogni caso, complimenti davvero: un lavoro non facile gestito con maestria!
Alla prossima
Melianar |